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Sento un fischio, il fischio.

Corro fino ad arrivare da lui.

- hey! Eccoti!- dice venendomi incontro e accarezzandomi.

Si chiama Michael, ha i capelli biondo cenere e gli occhi tendenti al grigio.
Ci siamo conosciuti 18 anni fa, avevamo solo un anno, ero scappata dai miei genitori, non mi ricordo nemmeno il motivo, e lui era intento nella mia stessa impresa, ci siamo letteralmente scontrati. Subito ero terrorizzata, non avevo mai visto da così vicino uno della sua razza, ma dopo le prime carezze abbiamo iniziato a giocare.

Da allora ha cominciato a venire qui nel bosco sempre più spesso, ormai una volta al giorno per stare qualche ora con me, per farsi riconoscere fischia e io lo raggiungo.
Si confida con me, so cose che nemmeno i suoi genitori sanno, io so tutto su di lui, ma lui niente su di me.

- allora? Come stai lupetta?-
In risposta gli salto in braccio e lui mi abbraccia.

Eh si, io sono della specie che gli uomini chiamano licantropi.

- mamma mia, oggi ho preso 2 della versione di latino- dice e io non capendo che cavolo sia una versione inclino un po' la testa verso destra per fargli capire che non ho capito e facendolo ridere.

- una versione è la traduzione che devo fare dalla lingua latina alla mia-

Ho sentito dire dai componenti più anziani del mio branco che il latino è una lingua che gli umani parlavano tanto tempo fa in alcune parti del mondo.

Mi fa ridere quando a volte cerca di spiegarmi delle cose difficili per un bel po' di tempo e poi si arrende dicendo che non capisco quello che dice non sapendo che lo capisco molto bene.

- non capisco perché la scuola deve dare voti così bassi, ma fermatevi al quattro-

Io non capisco nemmeno perché andate a scuola.

Passiamo così almeno due ore, nonostante sia inizio estate le giornate sono ancora abbastanza corte.

Sentiamo in lontananza un ululato.
Il mio capo branco ci raduna.
È il crepuscolo e dobbiamo andare a caccia.

Lui mi guarda e dice
- vai pure, ci vediamo domani- mi accarezza la testa e io gli lecco la mano per poi correre via.
Mi butto nel fiume per togliere le tracce dell'odore dell'umano. Se il branco lo sapesse sarei esiliata.

- dov'eri finita? - mi chiede Jacob spuntando da un cespuglio.

È il mio migliore amico nel branco, è il figlio di Mark, il nostro alpha, nonché suo successore.

- a fare un giro-
- hai uno strano odore addosso-
Come ha fatto a sentirlo?
- di cosa?-
- non so, di un mammifero ma l'acqua non mi fa capire di chi-
Per fortuna!
- sono passata vicino ad una mandria di mucche-
- sarò anche noioso ma se mio padre sa che sei andata così vicino agli umani ti distrugge-
Se sapesse quanto vicino...

Mark è veramente severo, il contrario di suo figlio.

Ultimamente sono indecisa se dirgli di Michael, lui non lo direbbe a nessuno, ma
ho paura che non capisca che Michael non è cattivo e quindi non c'è bisogno di aver paura.

Il nostro branco è composto da 15 elementi.
Di solito gli alpha sono una coppia, ma la mamma di Jacob è stata uccisa 17 anni fa dai cacciatori, quindi ora Mark è l'unico.
I beta sono due, Jacob e William.
Poi c'è il terzo gruppo dove sono io, abbiamo diversi compiti.
Infine c'è il gruppo omega, dove ci sono quelli di più basso rango che hanno il compito di evitare delle lotte inutili tra branchi diversi e restare con i cuccioli nati in primavera in caso di pericolo.

In fretta arriviamo dal resto del branco.
Ci dirigiamo dietro a Mark alla ricerca di cibo.
Dopo aver perscorso qualche chilometro arriva ai nostri nasi l'odore di un branco di cervi.
Sono a un chilometro di distanza.

Iniziamo a disperderci nella zona per accerchiarli mentre i cuccioli, che vengono con noi, restano indietro con alcuni dell'omega scelti a turno per poi raggiungerci per mangiare.

Rimaniamo nascosti per aspettare che tutti siano al proprio posto.
Poi Mark fa il tipico ululato misto ad un latrato, è il segno che dobbiamo iniziare a diminuire lo spazio con le possibili prede.

Il nostro passo si velocizza man mano che ci avviciniamo, quando si accorgono di noi le femmine scappano con i cuccioli, ma Mark ha intenzione di prendere il cervo dominante che ci guarda avvicinarci ma non scappa.

È talmente grande che basterebbe per sfamare tutto il branco senza dover cacciare una seconda volta.

Quando siamo a 10 metri da lui inizia a scalciare e provare ad incornarci, noi scattiamo, i lupi più giovani ( nati 5 anni fa) lo distraggono facendo finti attacchi davanti a lui, mentre noi gli saltiamo addosso.

In breve è a terra, emette gli ultimi respiri tentando inutilmente di dimenarsi ancora una volta per poi afflosciarsi sul terreno.

I primi a mangiare sono gli alpha e i beta, poi i cuccioli, noi e gli omega.
Ai cuccioli si lasciano il cuore, il fegato e i polmoni perché sono i più nutrienti e morbidi.
Mark mangia la milza e poi tutti gli altri i muscoli.

Quando finalmente siamo sazi torniamo verso le nostre tane.

***
Spero che la storia vi piaccia, non aggiornerò spesso come con l'altra, ma cercherò di essere il più regolare possibile!!

Lo sguardo umano del lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora