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MICHAEL POV

- eccoci- dice Tris.

Abbiamo attraversato un pezzo del bosco e ora siamo in una distesa erbosa attraversata da un fiume.

- ma qui cosa potete mangiare?-
- shh ascolta- dice lui.

Sento dei fischi.

- marmotte?- chiedo e loro annuiscono.

Si trasformano e iniziano a correre in direzioni opposte.
Le marmotte iniziano a correre da tutte le parti cercando di rifugiarsi nelle tane, ma loro le seguono svelti non lasciandogli il tempo di entrare.

Tris e Jake sono sempre più vicini e iniziano a correre in cerchio.
Hanno portato una decina di marmotte su una pietraia lì vicino senza vie di scampo.
Contemporaneamente saltano addosso ai roditori cercando di ucciderne il più possibile, solo due riescono a mettersi in salvo.

Iniziano a mangiare quelle ancora vive, partono lacerandogli la pancia e mangiando le interiora per poi passare al resto.
Quando hanno finito si leccano i baffi ancora un po' sporchi di sangue e mi raggiungono.
Tornano umani.

- bene, non siamo sazi ma può bastare- dice lei.
- ma non vi fanno pena le vostre prede?- chiedo
- no, e tu dovresti saperlo- dice Jake - sei un umano- aggiunge.
- io non passo tutta la mia vita a cacciare per sfamarmi!-
- no ma qualcuno lo fa al posto tuo! Allevate persino animali destinati al macello! È molto più crudele che cacciare!-

- basta! Ma perché dovete sempre litigare? Sono d'accordissimo con Jake, ma smettetela di battibeccare in continuazione!- interviene Tris.

TRIS POV

Ma sono impossibili!
Sempre lì a vedere chi ha l'ultima parola!

- eccoti, mi raccomando fai attenzione-
- si Mikey, un migliore amico iperprotettivo mi basta-
- ha ha ha simpatica- dice Jake.
- cavatela con Lalima, non si può sfogare con me e ne approfitta-
- so badare a me stesso mamma- dice facendo ridere Mikey.

Busso alla porta di Mya e dopo qualche secondo mi apre facendomi entrare.

- Tris! Che bello che sei potuta venire!-
- si, grazie per l'invito-
- vieni- mi conduce su per le scale.

Entriamo in camera sua, è più disordinata dell'ultima volta.

- scusa il disordine, ma sto facendo il cambio armadio per l'inverno-
- allora, cosa si fa di solito?-
- non sei mai stata a dormire da qualcuno?- chiede allibita.

- ehm...no, non avevo molti amici -
- non c'erano giovani?-
- sisi, Lalima che è una cretina e pensa che io sia rimasta incinta del ragazzo che le piace, Isabelle che è molto simpatica ma a volte asfissiante, Christopher che è bravissimo ma un po' 'so tutto io' , mentre con gli altri ho parlato poco- un fondo di verità c'è.

- vedi, io avevo otto migliori amici, sette maschi e una femmina. Con loro ero me stessa, mi sentivo libera di fare qualsiasi cosa. Purtroppo nessuno viveva in questa città, e io non ho mai sentito la necessità di rivelare a qualcuno di loro. Un giorno raccontai della loro esistenza a due amici. Non so precisamente il perché, forse mi fidavo, ed essendo io una molto timida ero felicissima di riuscire a fare una cosa del genere con qualcuno.

Quello è stato il mio più grande errore.

Quel giorno accompagnai il  mio amico a casa.
Dopo esserci salutati mi arrivò un messaggio da parte sua.

Sarò anche ingenuo, ma non sono ancora stupido. -  si interrompe e le vedo gli occhi lucidi.

-Gli ho chiesto cosa volesse dire ed è venuto fuori che credeva che quei miei amici me li fossi inventati.
Ci sono stata male per giorni, all'inizio per il fatto che non avesse avuto il coraggio di dirmelo in faccia, poi, quando i giorni divennero settimane iniziai a sentirmi tradita.

Ormai lo vedevo in tutti e due.
Lei la conoscevo dalle elementari,mentre lui da un anno.
Era un brutto periodo, ero depressa, mi tagliavo e piangevo tutti i giorni.
Lei mi fece ancora qualche domanda su di loro, ma lo vedevo nei suoi occhi che non mi credeva.

Mi sentivo tradita per l'ennesima volta.
Scrissi a lui che mi aveva distrutta e di dimenticarmi.
Non mi ascoltò.

Da quel momento iniziò il periodo più brutto della mia vita, ho cercato di farmi fuori tre volte in una settimana, l'ultima volta era un mercoledì.

Lo dissi a lui, non so ancora per quale motivo.
Mi chiamò e mi sentì per la prima volta disperata, io non mi sfogo mai con nessuno.
Venne a casa mia, mi ero già calmata un po', e mi aiutò molto.

Ma sapevo che nonostante tutto, nonostante non volessi, la nostra amicizia si affievolì in fretta, fino a non sentirci più.

Quegli sguardi che ricevevo da loro mi hanno portata a non riuscire nemmeno più ad attraversare una strada senza sentirmi osservata da tutti, presto quegli sguardi che mi sentivo continuamente addosso divennero accusatori, mi giudicavano per il mio star male, mi portarono persino a scappare da scuola rischiando la sospensione, ma non riuscivo a reggerli.

E questi sguardi portarono a delle allucinazioni.
Vedevo morti da tutte le parti, ogni giorno più realistici.

Lui mi è stato molto vicino, gli sarò grata per sempre, ma quella ferita è ancora aperta, la carne viva è in bella mostra. Non sentii più gli otto, ci litigai, e ora preferisco essere definita asociale che rivelare l'esistenza degli amici che mi sono fatta durante le vacanze  - le lacrime la interrompono, il dolore trapela da tutti i pori.

- come si chiamavano?-
- Paolo e Viola, erano studenti Italiani.
Ti ho detto questo perché voglio essere sicura che tu non ti fiderai delle persone, molte sono buone, ma la maggior parte ti accoltella quando meno te lo aspetti, anche quelli che ti sono più vicini. -

- tu sai qualcosa che non so?- chiedo.
- no- dice incerta e credo che menta, ma è abbastanza scossa quindi cambio argomento.

- senti, so cosa ti ha portata a scrivere a Paolo che ti stavi uccidendo, l'istinto.
Chi è come te, continuamente tradita e ferita da tutti sviluppa una forma di istinto, quello di sopravvivenza. Secondo me quel mercoledì non volevi ucciderti, forse volevi solo un'amico.
Se vuoi sfogarti chiamami-

- grazie- non mi sembra convinta.
- vedi, me lo hanno detto in molti, e finiva sempre male, non ci credo molto, per carità ho molti amici ora, ma non mi fiderò mai più di qualcuno-

- allora, cosa si fa?- cambio discorso.
- ti va un film con pop corn e patatine- sorride.
- certo!-

Mi sveglio e sbatto ripetutamente le palpebre per ricordarmi cosa è successo ieri sera.
Di colpo il racconto di Mya mi ritorna in mente.

Come fanno gli umani a tradirsi così a vicenda?
È da stupidi.

Mi alzo dal letto e sento lei che traffica di sotto.
La serata è stata molto bella e mi sono divertita un sacco, lei voleva perfino farmi una tinta ai capelli ma sono riuscita a convincerla che non era il caso.

Sento il campanello suonare e le voci di Michael e Jake invadono la casa. Esco dalla stanza passando davanti ad un enorme specchio per avviarmi verso le scale.

Mi fermo, di colpo torno indietro e mi guardo.
La mia bocca si palanca.
I nuovi arrivati fanno lo stesso.

La parrucca è sparita, e i miei capelli sono...

- blu?!- dice Mikey

Un blu elettrico!

- cazzo la pelliccia!- dice improvvisamente Jake.

Porca puttana ora cosa faccio?!

Lo sguardo umano del lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora