who would give me the most everlasting love of them all?

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Chapter title provided by : 死ぬのがいいわ, by Fujii Kaze

Nelle successive due settimane, a Sunoo parve di vivere uno strano sogno. La vita alla Decelis Academy procedeva come aveva sempre fatto: le lezioni si srotolavano pigramente una dopo l'altra, per la pena sua e di tutti gli altri studenti, i suoi amici continuavano ad essere nient'altro che sé stessi, con conseguenze spesso esilaranti, e tutto sommato pareva che le cose avrebbero continuato in questa direzione almeno per una certa misura di tempo.

Certo, ora però c'era Riki, che aveva gettato in quella equazione un enorme scompiglio, anche se più passava il tempo e più era sicuro che per niente al mondo sarebbe tornato a cuor leggero alla sua vita di prima.

L'aveva sorpreso: la prima sera, quando Riki, fuori dalla mensa, gli aveva cerimoniosamente offerto la mano con fare da gentiluomo d'altri tempi, e lui, con altrettanti salamelecchi, ridendo gliel'aveva presa, avevano generato al tavolo dei loro amici una discreta varietà di reazioni, dall'urletto mal trattenuto di Jungwon alle pacche paterne di Heesung sulle spalle di entrambi, alla tosse di Jake, che era stato il primo a vederli e che si era fatto andare il tè che aveva faticosamente rubato a Sunghoon di traverso, per arrivare al sorrisetto enigmatico di Jay, che si era limitato a guardarli senza dire niente, anche mentre intorno a loro piovevano congratulazioni. Sunoo, a dire il vero, non ci aveva pensato più di tanto, e neanche ne avrebbe avuto il tempo: dopo la cena, Jungwon l'aveva letteralmente strappato via da Riki, l'aveva portato in camera, lo aveva messo a sedere e aveva preteso ogni spiegazione, comprese quelle che al momento Sunoo stesso non aveva. Lui ci aveva davvero provato, ma era finito a ridere istericamente con Jungwon, finché le cose non avevano avuto più senso, almeno apparentemente, e le lenzuola sulle quali erano stati seduti tutto quel tempo non si erano irrimediabilmente stropicciate.

Il mattino seguente, Riki lo aspettava fuori dalla porta della loro stanza, con un sorriso un po' stanco e gli aneddoti di un'intera notte di lezioni da raccontare, perché ora aveva manifestato l'intenzione di impegnarsi di più: a lui bastava arrivare tutto intero al diploma, ma sapeva quanto Sunoo ci tenesse. Fecero colazione in mensa insieme agli altri, poi Riki lo accompagnò di nuovo di fronte all'aula della prima lezione della giornata. Lì, con un veloce bacio sulla fronte –accidenti a lui, Riki non aveva neanche fatto finta di alzarsi sulle punte dei piedi, piuttosto aveva quasi dovuto chinarsi- si erano separati: uno era tornato in camera a godersi il meritato riposo, l'altro era andato a lezione. Da quel primo giorno in poi, Riki aveva fatto del suo meglio per mantenere quel momento, e Sunoo l'aveva apprezzato moltissimo.

Non avevano rinunciato a passare del tempo assieme ai loro amici: ogni volta che i loro orari lo permettevano, Sunoo continuava a studiare con Jungwon ed Heesung in biblioteca, solo che ora le loro sessioni venivano interrotte da Riki che, con gli occhi ancora mezzi chiusi dal sonno e una felpa sopra l'uniforme, in modo che il cappuccio gli nascondesse i capelli, portava a Sunoo un sacchetto con qualche prelibatezza che gli fungesse da merenda: una ciambella, un muffin, una manciata di caramelle. A Jungwon che puntualmente si lamentava, Riki cacciava la lingua come un bambino dispettoso.

Allo stesso modo erano state mantenute le notti alla rimessa, tutti insieme: anzi, Jake era riuscito a farsi spedire da casa qualche gioco da tavola, il che era stato ancora più deleterio per i loro ritmi sonno-veglia, dal momento che se prima si limitavano a chiacchierare pigramente, sdraiati sui divani, per un'ora o due, ora si affaccendavano a giocare a Monopoly, seduti sul tappeto, fino alle prime luci dell'alba. C'era addirittura stata una memorabile occasione nella quale avevano finito con l'addormentarsi lì, avvolti tra coperte e cuscini sparsi ovunque e ammassati l'uno all'altro, e si erano svegliati sono quando un raggio di sole proveniente dalla finestra a est era andato a solleticare i loro nasi; avevano finito con il dover andare direttamente a lezione, chi doveva andarci, senza neanche avere il tempo di tornare in camera a indossare l'uniforme, ed erano quindi stati tutti rimproverati per l'abbigliamento inadeguato.

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