INTERLUDIO: I'M NOT GONNA BE THE ONE TO GET HURT

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Chapter title provided by: Hurt, by NewJeans

A Jungwon piaceva pensare di essere una persona di poche pretese: al momento, i suoi desideri non comprendevano altro che una buona tazza di tè caldo, e un momento di tempo per poter piangere in pace.

Dopo quella fatidica notte alla rimessa, quando Sunoo aveva scoperto sia della vera natura di Jay, Jake e Riki, sia tutto quello che lui, Heesung e Sunghoon li avevano aiutati ad insabbiare, la sua vita era stata malamente rovesciata sottosopra come un pancake bruciato. Sunoo non parlava più né a lui né agli altri, e il cielo solo sapeva quanto era difficile condividere una camera con una persona che aveva reso il suo obbiettivo di vita evitarlo a tutti i costi; Riki non si era praticamente fatto più vedere. Jungwon non era neanche più sicuro che frequentasse le lezioni, ed era diviso tra una sempre crescente preoccupazione nei confronti del suo amico più giovane e un pizzico di malsana invidia nei suoi confronti. Con tutta la sceneggiata che aveva messo su contro i lupi mannari, Jungwon sapeva che Riki non avrebbe lasciato stare Sunoo tanto presto, e non c'era muro di silenzio che quest'ultimo avrebbe potuto mettere su che avrebbero allontanato quella che sembrava una verità già scritta. Lo stesso, in fin dei conti, si poteva dire di Jay: purtroppo, per ben altri motivi.

Jungwon aveva creduto di poter morire di vergogna sul pavimento della rimessa, quando Jay aveva rivelato a tutti che si nutriva in maniera esclusiva del suo sangue. Non perché non fosse in grado di prendersi la responsabilità delle sue azioni, ma perché aveva visto negli occhi degli altri, anche di Sunoo che in quel momento non l'avrebbe voluto vedere neanche dipinto, soltanto una gran pietà, ed era sicuro che l'aveva vista anche Jay. Del resto, che era innamorato di lui il diretto interessato l'aveva sempre saputo.

Era cominciato tutto una manciata di anni prima: pochi, se confrontati con l'imponente mole di tempo durante la quale Jay e Jungwon erano stati, tra le altre cose, vicini di casa, migliori amici, compagni di ogni genere di avventure e molto altro. Ma una mattina, Jungwon si era svegliato e aveva dovuto rovinare tutto accorgendosi del fatto che l'adorazione che provava nei confronti dell'amico più grande aveva molto poco a che fare con l'amicizia che li legava e tutto a che fare con la cotta che si era preso per lui. Cotta che poi si era di certo evoluta: solo un sentimento disperato gli avrebbe fatto dire di sì, quando Jay, poco prima dell'inizio dell'anno scolastico, quando erano al riparo da ogni parvenza di conseguenza, a casa, gli aveva chiesto se avesse potuto provare a nutrirsi da lui. Una volta era diventata due, due cinque, cinque dieci e per il giorno di Halloween Jay aveva completamente messo da parte le scorte che gli arrivavano da casa, preferendo incontrare Jungwon qualche volta a settimana e avere la sua porzione. Jungwon sapeva che prima o poi quel ritmo lo avrebbe fatto ammalare seriamente, perché nessun umano era fatto per sostentare un vampiro in quel modo. Ciononostante, una piovosa notte di novembre, proprio mentre, con le zanne di Jay affondate in un polso, Jungwon prendeva a due mani il coraggio necessario per ammettere ad alta voce che voleva smetterla, Jay si staccò con uno schiocco soddisfatto. Aiutò Jungwon a bendare di nuovo il suo polso, e lo accompagnò di nuovo alla porta; quindi, gli rivolse un sorriso placidamente soddisfatto, gli prese il mento con una mano e lo baciò.

Jungwon si vergognava profondamente ad ammettere che aveva continuato ad accontentare Jay nei mesi successivi perché sperava che un giorno quel bacio avrebbe potuto ripetersi. E non si sarebbe ripetuto: Jungwon poteva illudersi quanto voleva, ma almeno nel profondo questo lo sapeva.

Jay gli voleva bene. Gli voleva bene esattamente come ne voleva a tutti i suoi altri amici, più un pizzico di testarda protezione nei suoi confronti, data dal fatto che continuava ad essere convinto che Jungwon avesse sempre dieci anni, e andasse trattato di conseguenza. E lui se l'era sempre fatto andare bene, a dispetto di tutto quello che le sue orecchie avevano dovuto sentire al riguardo.

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