11. Pausa pranzo

1.2K 72 28
                                    


*Buonasera*

SORPRESAAAAA

Vi voglio viziare un po', lo meritate <3  siete tutti dolcissimi <3 

Al prossimo capitolo, 

Un bacione grandissimo 

Un bacione grandissimo 

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.




"Dove andrebbe questo faldone enorme?" sbottai tra me e me, avvertendo un po' di stanchezza nelle membra. Ero qui dalle sette del mattino, non avevo nemmeno fatto una pausa e una colazione decente e adeguata a sostenere un po' la fatica della giornata. Il fatto era che avevo troppi pensieri per la testa, e l'unico posto in cui non riuscivo ad averne era il mio lavoro.

"Vieni a pranzo?" chiese Luke, affacciandosi dalla porta comunicante.

Ah, già.

Lui lavorava nello stesso ufficio, al di là di quella porta di vetro spessa e solida.

Dio, ma che ora era?

Ero completamente impolverata dalla testa ai piedi, mentre facevo sali e scendi da una scaletta per sistemare le sue scartoffie, regnava un tale disordine qui che non ci sarebbero volute settimane ma mesi e mesi per mettere tutto in ordine...

"Non ho voglia di pranzare." risposi, riprendendo il mio lavoro. Salii per la trecento - milionesima volta su quella scaletta bianca e mi pizzai sul quarto piolo.

"Stacca un po', Asper, non fare la stacanovista come mio fratello." pungolò, inarcando un sopracciglio.

Era terribilmente sexy Luke Rivera, affascinante e davvero...attraente, non c'era bisogno di negarlo, sarebbe stato da sciocchi, ma il suo più grande problema era il suo pessimo ed ambiguo carattere. Non riuscivo mai a capire se fosse arrabbiato, divertito, sereno. La sua espressione facciale era quasi sempre la stessa per tutto.

Tuttavia, ogni tanto erano quei due frammenti di cielo terso, che aveva al posto degli occhi, a tradirlo.

E in quel momento sembravano terribilmente cupi, affranti, in tempesta. Qualcosa lo stava divorando dall'interno, stava distruggendo un frammento della sua anima, nel profondo.

"La smetti di fissarmi? Dammi piuttosto una risposta!"

Mi riebbi subito e sbattei le palpebre velocemente, confusa: "Io...d'accordo...vengo per qualche minuto, dai!"

Feci per scendere dal mio "trespolo" ma la testa prese improvvisamente a girarmi, vorticosamente, se lui non mi avesse afferrata sarei finita sicuramente distesa per terra, su quel bellissimo pavimento lucido.

"Ehi, stai bene? Non fai che svenire!" analizzò lui, posandomi una mano sulla fronte mentre mi teneva in piedi circondandomi la vita con un braccio.

"Solo un capogiro." dissi, in un bisbiglio, portandomi la mano sulla fronte. Tremavo, vistosamente.

Proteggimi dalle mie paureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora