5. Tensioni

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Erano trascorse due settimane da quella prima lezione di judo.

Quel giorno arrivai in palestra in ritardo. Vicky non era venuta, stava preparando un esame con Salvatore ed ero stata anche io con loro a studiare fino a quando non era giunta l'ora di andare a fare judo. Arrivai tutta trafelata nella stanzetta dove ci allenavamo. I miei compagni stavano facendo riscaldamento. Stavo per avvicinarmi a loro ma Jader mi si parò davanti.

‹‹Ti sembra questa l'ora di arrivare?››

Sembrava incazzato. ‹‹Scusami, stavo studiando e ho fatto tardi.››

‹‹Non mi interessa quello che stavi facendo. La prossima volta non ti faccio entrare.››

Lo guardai perplessa. Stava scherzando? Cosa voleva da me? Uscì dalla stanza sbattendo la porta. Non lo avevo mai visto così arrabbiato. Salutai gli altri e iniziai il risaldamento. Thomas, un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi blu, mi sorrise.

‹‹Tranquilla Dafne, oggi è incazzato di suo. Se l'è presa anche con noi prima.››

‹‹Che cosa avete fatto?››

‹‹Ma niente, Gioele lo stava prendendo in giro come a solito e si è infuriato.››

Guardai Gioele e lui sorrise. ‹‹Secondo me ha litigato con la fidanzata. Sai come sono queste cose con le femmine... senza offesa, Dafne, ma voi ragazze ci mandate al manicomio.››

‹‹Ma cosa ne vuoi sapere tu di ragazze che hai quindici anni!››, intervenne Fabrizio, l'unico ragazzo che aveva la mia età. Tutti gli altri erano piccolini.

‹‹Sicuramente ne so più di te, Fabrì. Non lo vedi quanto sei brutto? Chi ti si piglia!››, lo schernì Gioele.

Fabrizio scoppiò a ridere. ‹‹La sai una cosa? Dafne è la mia fidanzata.›› Mi venne vicino e mi cinse la vita con un braccio. Stava scherzando e io stetti al gioco. Lo abbracciai e feci sì con la testa.

In quel momento rientrò Jader.

‹‹Dafne!›› sbraitò, ‹‹Oggi sei venuta a perdere tempo?››

Diventai rossa e tornai al mio posto.

‹‹Ragazzi, formate le coppie. Fabrizio, tu vieni qui. Voglio testare i tuoi progressi.››

Si misero uno di fronte all'altro. Fabrizio fu il primo ad attaccare. Jader, con un'unica mossa fluida lo mise al tappeto. Cadde a terra con un tonfo pesante e sibilò un'imprecazione. Jader gli porse una mano e lo aiutò a rialzarsi. Si rimisero in posizione. Nessuno di noi stava lottando, eravamo tutti impegnati a guardare quei due. La porta si aprì ed entrò Camilla tutta sorridente.

‹‹Ciao ragazzi!››

Tutti risposero, tranne Jader. La guadò ed incrociò le braccia al petto. ‹‹Hai bisogno di qualcosa?››

‹‹Volevo allenarmi con voi. È da tanto che non faccio judo.››

‹‹Ok. Fabrizio, sfidati con lei.››

‹‹No. Fammi duellare con la ragazza. Facciamo un combattimento tra donne.››

Jader la guardò a lungo. ‹‹Dafne, vieni qui. Allenati con Camilla.››

Ubbidii. Anche se ero tentata di tirarmi indietro. Camilla non mi stava particolarmente simpatica e la cosa era reciproca. Più volte mi aveva lanciato occhiate ostili quando ci incrociavamo in palestra. Era chiaro che fosse attratta da Jader, ma non capivo perché mi percepiva come una minaccia.

Mi misi in posizione davanti a lei. Sentii attorno a me gli altri che venivano richiamati ai loro combattimenti da Jader e mi concentrai su Camilla. Non so come, per un po' le tenni testa. Era brava. Probabilmente glielo aveva insegnato Jader. L'immagine di loro due che lottavano avvinghiati mi fece perdere la concentrazione e mi ritrovai a terra. Camilla rise e si rimise il piedi. Nel farlo mi calpestò la mano. Mi feci male ma non dissi niente. Lo aveva fatto apposta. Glielo leggevo in faccia. La guardai torva e sussurrai 'stronza'.

Non lasciarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora