Non sembrava per niente mattina. Il panorama visibile dalla finestra dell'appartamento di Eduar non era diverso da quello che aveva contornato le giornate precedenti: cielo nuvoloso, fulmini viola, nebbia, palazzi in ferro. Il cielo stesso era troppo pieno di nubi nere per permettere anche a un singolo raggio di sole di illuminare i nostri volti. Mentre mi intristivo di fronte quella monotonia atmosferica, inserivo ciò che serviva in uno zaino da viaggio, come mi aveva ordinato Shyla. Provviste di cibo, kit di emergenza, cambio d'abiti, armi (un piccolo pugnale e una pistola, data la mia esibizione in prigione). Erano tutti oggetti che mi erano stati prestati da quelle due Proiezioni, poiché io, scaraventata in quel mondo, non avevo proprio niente. E adesso, in balìa di due estranei, mi toccava iniziare un viaggio che non avrei mai voluto affrontare, in un mondo che non avrei mai avuto intenzione di conoscere. Non sapevo cosa aspettarmi da La Gabbia, da Eris o dalle Proiezioni: era già complicato accettarne solo l'esistenza. L'unica cosa di cui fossi sicura era che Eduar e Shyla non mi avevano raccontato tutto... chissà quante altre informazioni dovevo ancora scoprire. Con in testa più domande che risposte, chiusi lo zaino e lo misi in spalla, osservando ancora per qualche istante, dalla finestra, l'inesistente alba di Siderous. Promisi a me stessa che, qualunque cosa fosse accaduta, quella sarebbe stata l'ultima volta in cui i miei occhi avessero dovuto assistere a quel paesaggio tanto angosciante.
Quando misi piede fuori da quel palazzo, mi investì un freddo più potente del solito: forse era l'unica cosa che mi facesse capire in che momento della giornata fossi. Per il resto, ogni cosa era immutabile e nascosta dal buio. Rimasi vicina a Eduar e Shyla, anche loro preparati per affrontare il nostro lungo viaggio. Eduar, con indosso la divisa da ex comandante dei Guardiani, portava la pistola alla cintura, nel caso in cui ci avessero attaccati. Shyla, invece, portava un coltello legato alla caviglia e nascosto dal pantalone della salopette, l'avevo vista inserirlo lì mentre preparavamo i bagagli. Non ero ancora riuscita a parlarle dopo aver paragonato le Proiezioni a delle bambole. Volevo farlo per evitare i dissapori, ma il solo pensiero di interagire con lei mi metteva in soggezione.
Mentre mi perdevo a osservare i miei nuovi compagni di viaggio, non ci eravamo ancora mossi dal vicolo su cui si affacciava l'ingresso del palazzo. Lanciandoci delle occhiate, valutavamo quale fosse il modo migliore per agire.
«Dobbiamo arrivare all' Ascensium il prima possibile. I Guardiani saranno già alla ricerca di me e Monia, quindi dobbiamo fare attenzione» disse Eduar, quasi sussurrando. Notai i suoi occhi cremisi brillare in mezzo alla quasi totale oscurità dell'ambiente, grigio opaco come il metallo.
Vidi Shyla annuire.
«Dove si trova l'Ascensium?» chiesi invece io, a bassa voce.«All'interno della scuola di Siderous. Non molto lontano da qui» rispose Eduar.
Spalancai gli occhi, sorpresa. «Una scuola?!» esclamai, cercando, purtroppo invano, di mantenere un tono basso. «Chi metterebbe un congegno del genere in una scuola?»
Le due Proiezioni mi guardarono con rimprovero misto a rabbia. «Abbassa la voce! Vuoi farci scoprire, stupida? Il proiettile preso al posto tuo non è bastato?» sputò Eduar, pur continuando a sussurrare.
Lo guardai con disprezzo, tuttavia tacqui. Shyla sospirò e si guardò velocemente intorno. Era la più nervosa di tutti noi, anche se voleva nasconderlo. «Basta con le chiacchiere. Dobbiamo sbrigarci» disse.
Distolsi lo sguardo da quell'ex comandante odioso e irascibile. Lui annuì a Shyla e fece un breve respiro. «State dietro di me» ordinò, guardandola con delicatezza. Poi mi fissò sprezzante: «E non fiatate».
Alzai gli occhi al cielo. Quel cambio di atteggiamento mi faceva imbestialire. Che cosa aveva Shyla in più di me, per meritare un lato gentile di Eduar? Era già stato uno shock per me constatare che ne avesse uno; ma sapere che lo avesse e che scegliesse appositamente di non mostrarmelo, non faceva altro che innervosirmi.
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Cage of Dolls
FantasyQuando Monia si risveglia in un mondo che non riconosce, il suo obiettivo primario diventa quello di sopravvivere. Non sa ancora di essere finita ne La Gabbia, luogo magico e inquietante popolato dalle Proiezioni, e non sa ancora che la padrona di q...