Raccontai a Clara i punti salienti di ciò che avevo vissuto fino a quel momento. L'atmosfera tranquilla e rasserenante del suo luogo preferito aveva contribuito a farmi buttare fuori tutto, dopo essermi sfogata piangendo e aver fissato insieme il panorama. Lei mi ascoltò con pazienza e attenzione, commentando qua e là gli eventi.
«Ma davvero quel deficiente ha baciato la sua ex?» domandò con leggero risentimento, riferendosi a Eduar e Shyla.
Sì, le avevo raccontato anche quello.«Non è detto che sia la sua ex» azzardai, alzando le spalle.
Clara mi rivolse un'occhiataccia che voleva mostrare l'assurdità della mia precedente ipotesi.Sollevai un palmo della mano. «Va bene, sicuramente sono stati insieme. È che non so nulla, capisci? Mi dà un enorme fastidio» spiegai.
«È questo che ti infastidisce o il fatto che si siano baciati?» ammiccò con tono malizioso, dandomi una gomitata.
Arrossii. «Che stai dicendo?! Non me ne importa niente. Che se le baci pure tutte» negai, acida. L'immagine di Eduar intento a scambiare effusioni con qualsiasi altra ragazza non alimentò in me chissà quale gelosia. Forse un po' di fastidio, sì. Ma chiamarla gelosia sarebbe stato appropriato? No. Quel fastidio era ciò che provavo per lui da quando lo avevo incontrato. Era causato dal suo essere così detestabile, odioso e arrogante. Arricciai il naso, l'irritazione crebbe.
Le sopracciglia di Clara si sollevarono. «Non credi neanche tu a quello che dici» obiettò, ma il tono rimase giocoso. «Ti si legge in faccia che ti interes-»
«No» la interruppi con impeto, prima che terminasse la frase. «Non dirlo. Non è vero».Lei sospirò, esausta. «Va bene. Continua pure a mentire a te stessa».
Distolsi lo sguardo, concentrandomi sul paesaggio del villaggio e del campo di gigli. Io e Clara rimanemmo in silenzio per un po'.
Non stavo mentendo a me stessa. Forse provavo attrazione fisica e nulla di più. Come poteva piacermi colui che mi aveva sbattuta in prigione, mi aveva sedata, mi aveva sempre parlato nella maniera meno gentile possibile, e che ora pensava fossi un nemico? Era impossibile. E avrei fatto di tutto per non renderlo possibile.Il flusso dei miei pensieri venne interrotto da un rumore alle nostre spalle. Mi voltai di scatto, ascoltando con attenzione: qualcuno si stava muovendo tra i cespugli.
Mi alzai da terra, Clara mi seguì a ruota. «Chi c'è?» chiesi, alzando il tono di voce. Il buio di quella zona forestale non mi permetteva di vedere bene, e la luce della luna non era sufficiente. Non mi aspettavo un nemico (a Lycoris non c'erano basi di Guardiani), ma mi urtava il pensiero che qualcuno potesse spiare le mie conversazioni.
«Vieni fuori» insistei, avvicinandomi lentamente alla schiera di alberi e piante. Sentii il rumore delle foglie scrocchiare sotto i passi di qualcuno, dopodiché la figura misteriosa si palesò, allontanandosi dalla completa ombra: Shyla aveva il respiro affannato e i capelli un po' elettrici sebbene raccolti nella solita treccia. Dal suo aspetto bocciai l'idea dello spionaggio; sembrava esser arrivata da poco.«Finalmente ti ho trovata» disse, la lancia ancora sotto forma di coltellino stretta in una mano. «Ti ho cercata dappertutto». Poi notò la presenza di Clara, allora le puntò contro il coltellino.
«Sta' lontano da lei!» esclamò. «Non coglierà mai il tuo giglio!».
Clara alzò entrambi i palmi in segno di resa. Fece una smorfia che trapelava un finto dolore. «È la ex?» chiese, rivolta verso di me.
Trattenni una risata, mentre Shyla si alterò. «Dico sul serio!» continuò, avvicinandosi con il coltellino in pugno. Clara scosse le mani. «Non ho nessuna intenzione di far cadere la mia amica sotto l'incantesimo di Lycoris» disse, guardandomi con affetto.
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Cage of Dolls
FantasyQuando Monia si risveglia in un mondo che non riconosce, il suo obiettivo primario diventa quello di sopravvivere. Non sa ancora di essere finita ne La Gabbia, luogo magico e inquietante popolato dalle Proiezioni, e non sa ancora che la padrona di q...