La mattina successiva mi alzai, con appena due ore di sonno, e iniziai a prepararmi: mi vestii con i vestiti che avevo preparato la sera precedente per poi mettermi sulle spalle lo zaino. Quando uscii dalla mia stanza, mi trovai davanti Apollo, ancora con il pigiama addosso e un po' assonnato.
-Devi finire a prepararti?- mugugnò mentre si stropicciava gli occhi.
-Ho appena finito, stavo per scendere-
-Giusto in tempo- e mi abbracciò. Le sue braccia mi avvolsero stretto e aggrapparono la mia maglia dietro la schiena.
-Buona fortuna, ce la farai anche stavolta-
-Speriamo- dissi sorridendo prima che lui tornasse nella sua stanza a dormire.
Cominciai a scendere le scale e alla fine di esse c'era mia madre, che mi osservava con un po' di paura, celata dall'atteggiamento freddo che stava cercando di mantenere; ancora non avevo mandato completamente giù ciò che mi aveva detto.
Io e mia madre non abbiamo mai avuto un rapporto molto forte. Quando ero un ragazzo non è mai stata molto presente e ciò ha portato inevitabilmente al distacco da lei; inoltre durante la guerra, non si preoccupava d'altro che delle armi o della mia prestazione fisica e mai che mi abbia consolato quando ne avevo veramente bisogno, quando non avevo più nessuno al mio fianco, quando ero sul punto di crollare.
Le rivolsi uno sguardo distaccato mentre lei mi abbracciava, quasi con le lacrime agli occhi. non ricambiai il suo gesto, mi aveva mentito per troppo tempo.
-Achille, abbraccia tua madre prima di andartene-
-Sempre che tu lo sia veramente-
Sentii le sue braccia tirarsi indietro e vidi sul volto di mia madre un'espressione quasi di disgusto e risentimento.
-Devo andare ora, abbiamo poco tempo e lo sai meglio di me-
-Sei un ingrato-
-Tu mi hai mentito per tutto questo tempo e dovrei pur far finta di niente?-
-Almeno due secondi non puoi passarci sopra? Poi sei libero di odiarmi, ma almeno sii un po' umano. Stai per partire e non so neanche se tornerai.-
-Non riesco a farmi scivolare le cose addosso così, e lo hai visto con Agamennone. E poi non mi pare che tu ti sia disperata quando sono morto in guerra, cosa ti cambierebbe ora? A presto- e con quelle parole, uscii dall' edificio, chiudendomi la porta color tortora alle spalle per iniziare il mio viaggio.
Mi sono comportato da stronzo, è vero, ma ero arrabbiato con lei, arrabbiato per tutto e ho reagito senza pensare. Ricordando questa scena a distanza di anni, sapendo già com'è finita questa storia, me ne pento.
Non sapevo dove mi avrebbe aspettato Chirone, tuttavia iniziai lo stesso il tragitto, magari sarebbe arrivato dopo. Sentii il vento quasi freddo delle ultime mattine di settembre scostarmi i capelli dal viso: il paesaggio era quasi tetro, illuminato dalla fievole luce dalla luna che stava per lasciare il posto al sole.
Camminai per un po' verso il versante nord del monte, ma di Chirone ancora nessuna traccia: iniziai a insospettirmi poiché non avevo idea di come proseguire e non avevo nessun oggetto che potesse aiutarmi .
-Ragazzo, sull'Olimpo ti è peggiorata la vista?-
Mi voltai verso quella voce squillante che conoscevo bene, era Chirone. Era da un bel po' che non ci vedevamo e non era cambiato di una virgola: aveva gli stessi capelli grigi un po' radi sulle tempie e il manto della parte inferiore era dello stesso marrone vivo.
-Dove mi aspettava?-
-Mamma mia, ancora del lei mi dai? Basta con queste formalità o mi sento ancora più vecchio di quanto già non lo sono. Comunque, ti stavo aspettando minimo cento metri prima, non te l'hanno detto?-
-Non mi hanno detto nulla-
-Come sempre tra l'altro, danno tutto per scontato, ma credo che li stai imparando a conoscere. Avviamoci, parleremo durante il tragitto-
-A proposito, qual è il percorso che faremo?-
-Arrivi sempre al sodo tu, eh? Ho pensato di raggiungere la Macedonia, dove ci stiamo dirigendo ora, proseguiremo verso il Kosovo, Montenegro, Bosnia Erzegovina e Croazia ; da lì continuiamo verso la Slovenia e l'Italia e in Francia ci immergeremo per raggiungere la destinazione. Sono circa trentadue giorni di viaggio, salvo imprevisti. Per il ritorno, dovrò elaborare qualcosa per arrivare in tempo allo scadere del tempo-
-Ma non converrebbe fare ... -
-L'attraversata a nuoto? Volevi dire questo?-
Annuii.
-No, per tre ragioni: prima, sono un cavallo e, anche se usassi qualcosa per modificare la mia forma, non dura più di tre/quattro ore quindi rallenterei tutto; seconda, è troppo pericoloso, possiamo incontrare tempeste, squali (anche se è difficile nel Mediterraneo, ma non si può escludere) e navi che potrebbero metterci sotto o avvertire che siamo dei dispersi e vallo a spiegare a loro che è una scelta, finiamo in manicomio; terza e ultima ragione, l'acqua sarà congelata e anche se non possiamo morire, non credo che arriveremo in forma smagliante. Ti bastano queste ragioni?-
Ero sorpreso, non mi aspettavo un ragionamento così impeccabile.
-Ok, la mia idea era di merda, ma sai tutta la strada che dovremo fare?-
-Sei serio? Sono qui da non so più quanti anni, conosco questo mondo come le mie tasche. Cammina va', devo pure sentirmi dire queste cose!-
Sapevo che si sarebbe offeso, lui conosce bene il mondo, ma io conosco bene lui.
E da lì, ebbe inizio il nostro viaggio.

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Rivolta dal Tartaro
FantasiIn un mondo contemporaneo, gli dei si trovano a dover affrontare un problema che credevano risolto da tempo: Ade e i Titani vogliono scatenare una nuova rivolta per salire al potere. Gli Olimpi, però, hanno un'arma, il Dilitìrio, un veleno custodito...