Tutto ebbe inizio il 21 settembre, non ricordo di preciso l'anno, ne è passato di tempo ormai, ma non è importante per il corso della nostra storia: io ero in giardino a suonare la mia lira, godendomi gli ultimi giorni di settembre, che portavano con sé ancora del sapore estivo. Le mie dita scorrevano delicate sulle corde che al mio tocco vibravano, generando una melodia delicata e armoniosa che arricchiva la bellezza della natura che stava mutando il suo aspetto in vista dell'autunno, sostituendo i colori vivaci dell'estate con quelli più tenui del giallo e del rosso.
All'interno delle mura di casa, tuttavia, non si respirava quella stessa atmosfera leggera che mi stavo godendo io: Zeus aveva convocato una riunione urgente con Era, Poseidone, Efesto e Teti. Zeus era seduto alla sua scrivania: la sua gamba destra stava tremando velocemente, lo sguardo era puntato sul vuoto davanti al tavolo e la sua fronte era corrugata in un'espressione che mostrava un misto di preoccupazione e panico.
-Abbiamo un problema a dir poco enorme-
-Hai messo incinta qualche altra ragazza o donna, portando nella società attuale in cui viviamo da tempo, un semidio? Ancora non ti stanchi delle umane dopo tutti questi anni?- blaterò Era, con un tono di sfida che nascondeva la rabbia pronta ad esplodere da un momento all'altro.
-Sarebbe stato meglio quest'evenienza della realtà. Mi è arrivata questa lettera qualche minuto fa, ve la leggo-
La divinità sospirò mentre estraeva da un cassetto un foglio ingiallito, piegato in quattro parti e bruciacchiato sui bordi.
-"Caro fratellino,
è passato molto tempo dall'ultima volta che ci siamo visti o sentiti, non trovi? Chissà come ve la state spassando lassù: qui negli Inferi è tutto così ... monotono, non succede mai niente di nuovo. Ti starai chiedendo il motivo di questa lettera e sappiamo entrambi che non è solo per un saluto: volevo solo dirti che io e i Titani vorremmo fare una rimpatriata, capisci cosa intendo, vero? Stavolta saremo più educati dell'altra volta, per questo vi informo che saremo da voi il 31 ottobre, non un giorno in più di ritardo.
Ci vediamo presto fratellino
Ade"-
-Non è possibile- borbottò Poseidone, turbato come tutti i presenti, da quella lettera.
-A quanto pare sì, e stavolta dobbiamo essere pronti a ogni evenienza, dato che ci hanno concesso del tempo-
-Abbiamo quarantuno giorni di tempo- commentò Efesto.
-Sono pochi giorni, considerando l'ipotesi che loro si saranno già organizzati per bene il piano-
-Perché siamo preoccupati? Abbiamo il Dilitìrio- aggiunse Era.
-Sì, ma chi mandiamo a prenderlo? Sono tremila chilometri da qui e vi ricordo che è meglio evitare di usare mezzi o poteri strani che potrebbero attirare l'attenzione e renderci visibili agli scagnozzi di Ade- chiese Poseidone.
-Ho già un nome in mente.- dichiarò Zeus, portando tutti gli sguardi dei presenti su di sé.
-Teti, deve andare Achille-
-ACHILLE?!- urlò Teti -No, non può andare lui, è fuori questione-
-E chi proponi allora?-
-Non lo so, ma di certo non lui-
-Teti- Zeus si avvicinò a mia madre e le mise le mani sopra le sue spalle, come per confortarla -lui è l'unico che può andare: non ha poteri, non conosce Ade e noi non sappiamo il suo piano. Mandare qualcuno di noi è un rischio che non possiamo correre. Non può rimetterci qualcuno altro dei nostri. E poi, so che è difficile, ma non credi che sia arrivato il momento di dirgli la verità? -
La ninfa non si mosse di un millimetro.
-Se ti può consolare, non andrà da solo. Parlerò con Chirone, vedrò di far in modo che sia lui ad accompagnarlo-
Mia madre annuì leggermente, ancora non convinta dell'idea di Zeus.
-Comunicheremo i fatti a cena, così saremo sicuri che ci siano tutti, non possiamo temporeggiare ancora. Potete uscire, la riunione è finita-.

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Rivolta dal Tartaro
FantasiaIn un mondo contemporaneo, gli dei si trovano a dover affrontare un problema che credevano risolto da tempo: Ade e i Titani vogliono scatenare una nuova rivolta per salire al potere. Gli Olimpi, però, hanno un'arma, il Dilitìrio, un veleno custodito...