17/ Trinità pt 2

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114 giorni con lei

"Come stai?"
Bisbiglio ai ciuffi di capelli biondi all'altrezza della mia bocca.

"...Adesso meglio"
Mi stringe ancora di più a sé.

"Mi mancavi Giuli"
Le mie braccia di chiudono su di lei.

I suoi occhietti sbucano da sotto il mio mento.

"Perdonami se non ci siamo visti in queste settimane..."

"Tranquilla, lo capisco... Avvolte anche io ho bisogno di stare solo, l'importante è che tu sia qui... Ci hai visto suonare la mia canzone... Sei stata la prima a leggerla lo sai"

"È stato bellissimo"

"Giuli..."
La voce di Sara dietro di me la chiama.

Giulia mi lascia, le due si fissano intensamente, quasi pietrificate, poi Sara le salta addosso, stringendola come un bambolotto.

"Credevo... Credevo che non saresti venuto, avevo perso le speranze"
Sara sembra sconvolta.

"Lo sò che ci tenevi..."
La mano smaltata di rosso di Sara si posa sulla guancia di Giulia, si fissano commosse.

"Leo... Sono venuta con Michele, ha insistito per offrirmi un passaggio..."

"Michele è qui?"
Sono sorpreso.

"Si, è di là con Alessio, ma è molto strano"
"Perché strano?"

"Non ha parlato per tutto il viaggio, non è da lui... E poi era un pezzo di legno... Mentre suonavate non ha mosso un muscolo... Dovresti parlargli, non vi vedete da mesi"
Conclude lei.

Non me lo faccio dire due volte, esco dal camerino e inizio a cercare per i corridoi, è pieno di operatoria e membri dello staff che va su e giù dietro al palco, la musica del concerto in corso rende le ricerche più difficili.

Un tonfo improvviso cattura la mia attenzione, riesco a distinguerlo chiaramente, non è il suono della batteria sul palco, è un rumore più metallico, come se fosse caduto qualcosa.

"Stronzo del cazzo... Stai giù!"
Sento queste urla, come un eco per i corridoi.

Inizio a correre.

"Sei da ricovero coglione!"

Una piccola folla di tecnici del suono ha formato un piccolo mucchietto in mezzo al corridoio, passo in mezzo a loro e mi trovo davanti a pochi metri di distanza Michele.

È in piedi mentre sta urlando contro Alessio che vedo disteso a terra, accanto a un tavolino spezzato e decine di bottigliette di plastica sparse a terra.

"Che stai facendo Miche?..."
Sono spaventato dalla smorfia di rabbia sul suo volto rossastro.

Alessio si volta verso di me, rivelandomi il naso sanguinante.

"Ecco il figlio di puttana numero uno... Cercavo proprio te stronzo!"

Fa un paio di passi decidi verso di me, io istintivamente vado indietro.

"Come cazzo hai potuto farmi questo?"

Si avvicina ancora.

"Farmi fuori dalla mia stessa band porca troia... Il mio migliore amico... Non hai avuto neanche le palle di dirmelo"

"Fermati Miche!"
Alessio urla tenendosi una mano sul naso.

"Nessuno ti ha fatto fuori Leo, stiamo suonando per una cantante... Non c'entra niente la nostra band"
Provo a spiegare.

"Non prendermi per il culo coglione, li hai conviti tu a suonare per lei... E magicamente boom, entrate nelle classifiche di Spotify, fate fare i soldi a quella puttana"

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