14/ Confessionale

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72 giorni con lei

"Dai vieni dentro... "

Giulia entra nella minuscola stanzina in cui vivo ormai da qualche settimana.

"Quindi è questa la tua nuova casa?"

"Già..." Dico con rassegnazione.
"È veramente uno schifo..."

Sentendo questa sua affermazione, detta silenziosamente con un tono accusatorio e un po' schifato, torno per attimo alla realtà.

Sono stato chiuso qui dentro per settimane, in un mondo che sembra parallelo a quello reale, in uno stato mentale completamente distaccato da quello che mi circonda e sto cominciando a realizzarlo solo adesso.

Ci sono bottiglia di alcolici di infima qualità che decorano ogni angolo del buio  stanzino, avanzi di cibo, ragnatele di cavi e prese elettriche,  filtri, cartine e mozziconi... E poi un odore... Un odore di chiuso, di marcio.

"Dopo tutto è uno studio di registrazione"
Mi esce questa frase, quasi per giustificarmi.

"Dove dormi scusa?"
Le indico un vecchio divano color giallo oca, adornato da varie chiazze marroni che dovevano essere ricordi di vecchi festini alcolici.

"Andiamo fuori in terrazza, devo respirare un po'"
Giulia non esita ad aprire la porta vetrata che da sul terrazzo e ad uscire.

Prendo un pacchetto di sigarette, un po' di erba e la raggiungo.

Il terrazzo è abbastanza, c'è qualche piantina, un filo per asciugare i vestiti al sole e un set con un tavolino rotondo e due sedie bianche, rigorosamente in plastica.

Giulia si è già seduta, ha trovato uno dei cappelli di Mattia e se lo è messo in testa per ripararsi dal sole, che oggi si fa sentire.

"Così non va Leo... Non puoi stare qui"
Giulia si distende sulla sedia e tiene la testa rivolta verso il panorama, che non è un gran che, solo una ferrovia dismessa.

Mi siedo di fronte a lei.

"Giulia che alternative ho? Mattia mi fa lavorare qui... Lo sai che fa il produttore per i rapperini emergenti di Roma e ogni tanto ha bisogno di qualche strumentale con la chitarra... Mi faccio qualche soldo e mi fa anche dormire sul divano... A quest'ora potevo essere sotto un ponte se non fosse per lui"

"Quindi ti sei messo a suonare per i rapper? Che finaccia Leo..."

"Porto la pagnotta a casa... Però nel mentre sto scrivendo cose mie, potrei registrare qualcosa nei prossimi mesi"

"Leo tu non arrivi al mese prossimo se continui a stare qui... Scommetto che con Mattia ti fumi mezza Jamaica tutte le sere"

Sorrido, ma abbasso lo sguardo, è da tanto che non sento qualcuno preoccuparsi per me.

"Hai sentito i tuoi? Pensi che ti faranno tornare a casa?" Continua lei.

"Per adesso no..."
"Sono proprio testardi quei due"

La fulmino con lo sguardo.

"Giulia... Hanno fatto bene a cacciarmi, non difendermi perché non è quello che mi serve"

"Sbagliamo tutti nella vita... Ma non si può abbandonare così un figlio"

Con una zampata afferro il barattolino pieno di erba, il mio sguardo cerca l'intesa con Giulia per girarne una.

Lei ricambia l'occhiata.

"La giro io"

Faccio scivolare il barattolino verso di lei.

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