3/ Prove di dolore

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10 giorni prima di lei

"Ho una notizia da darvi gente"

Alessio alza le mani in segno di vittoria.

"Ci hanno presi!"

Alessio è il bassista della nostra band, ci chiamiamo "Rose44", il nome richiama i Guns'N Roses, di cui suoniamo praticamente ogni pezzo.
Siamo una band tributo, facciamo solo cover, questo soprattutto perché il nostro cantante, il solito Michele, non è capace a scrivere testi, ne io tanto meno a suonare qualsiasi cosa fuori dallo spartito, con la mia chitarra.

Dopo l'annuncio di Alessio un applauso generale rimbomba per il garage della casa di Martina, la nostra energica batterista.

In questo minuscolo stanzino sotterraneo avevamo da mesi messo insieme la nostra piccola sala prove, con qualche amplificatore e una batteria di seconda mano trovata al mercato delle pulci.

La stanza era avvolto dal fumo, e puzzava di fumo, sigarette...e altro, per terra c'erano decine di birre vuote lanciate ovunque, confezioni di patatine e cartacce varie.

"Quindi suoniamo davanti a un pubblico?" Martina alza le mani incredula, sarebbe stata la nostra prima serata in un locale.

"Suoniamo" Annui Alessio portando giù il telefono.

"Allora ci conviene provare ancora, gli ultimi 3 pezzi" Micky stava leggendo la scaletta.

"Te la fai sotto Miche" Martina fece risuonare i piatti della batteria.

"Macché, tanto lo sai che lo faccio solo per le pischelle"

"Ce ne saranno laggiù, solo tossiche ma ci saranno" Alessio afferra il basso.

"Perché tossiche?" Chiedo io.

"È una cazzo di serata Punk Leo, chi vuoi che ci sia, saranno tutti strafatti, non ci ascolteranno nemmeno, basterà fare qualcosa di orecchiabile e siamo a cavallo"

"Noi non facciamo Punk"
"Dai, i Guns piacciono a tutti, non si lamenteranno, ormai sono un classico"

"Forza su, 3... 2... 1!"

Martina comincia a calciare sulla cassa, sento il ritmo che parte e comincio a strimpellare qualcosa.

Suoniamo per 20 minuti, fa un caldo pazzesco.

Mentre mi agito con la mia chitarra in mano la mia attenzione viene catturata da Martina.

I suoi folti capelli ricci si agitano mentre sbatte le bacchette a ritmo di musica sui tamburini della batteria.

Tiene una strana smorfia mentre suona, si morde con i denti le labbra inferiori, sembra sforzarsi mentre fa rimbombare quei suoni acuti e pieni.

Mi avvicino e suono accanto a lei, sento le gocce di sudore sulla fronte, Michele sta cantando di merda, come al solito, ma non ci faccio troppo caso, i miei occhi sono catturati dalla visione degli stivali di Martina, in pelle nera, sembrano vissuti, quasi sporchi, gli arrivano appena sopra le caviglie.

Con forza la vedo che spinge sul pedale della cassa della batteria, quasi dandogli dei forti calci, a ritmo, uno dopo l'altro, nella stessa sequenza.

È un'immagine violenta, potente, sono completamente preso da quel movimento, un calcio dopo l'altro, con forza e decisione... le note da suonare si sono perse, non sento più il mio corpo, solo un pensiero riempie la mia mente... Vorrei essere quel fottuto di pedale.

"Leo che cazzo, dai oh"

La musica si ferma.

"Stai andando a caso" Continua Alessio.

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