EPILOGO
253 giorni con lui
SEI SARA"please Sara look at the camera"
Questo fotografo del cazzo mi dà sui nervi, sono stata per mezz'ora immobile a farmi riempire di flash e questo continua a fare scatti.
"Stop stop... I need a break"
Mi alzo di scatto, oscillo sui tacchi e per poco non rotolo a terra.
Il fotografo del cazzo si guarda intorno stupito, alza le mani pregandomi di fermarmi e io rispondo con un dito medio ben in mostra.
La mia uscita di scena è accompagnata dal rimbombo dei miei tacchi che sbatto con forza e nervosismo sul pavimento ad ogni passo, quasi a marcare il territorio.Tiro uno schiaffo alla porta del camerino per chiederla alle mie spalle.
Mi getto sulla mia sedia da regista, sfilo queste scarpe terribili e poggio i piedi sul tavolino dei trucchi... Faccio un sospiro liberatorio, distendo il collo portando indietro la testa, tanto indietro da poter vedere la figura capovolta di Mark che se ne stava già appollaiato alla porta, pronto a farmi la predica."Non puoi fare così Sara"
"Hai idea della fatica a stare immobile, quello mi stava facendo un dipinto non una foto"
"Quello lavora per Rolling Stones... E quello scatto sarà sulla copertina del mese prossimo, capisci l'importanza?""Bla bla bla..." Cerco di umiliarlo.
"Avvolte sei proprio una bambina"
"Una bambina che ti dà da mangiare"
Lancio la frecciatina."Guarda che non sono solo il tuo manager, ho tante band da seguire e posso mollarti quando mi pare se continui così... "
"Dimmi un po', anche queste band hanno fatto il pezzo più ascoltato d'America... non credo proprio " Lo sfotto io.
"Basta così... Torna di là e finiamo questa cosa" Continua lui.
"Cos'è questo?"
Con il piede tocco un pacchettino nero sopra al tavolino.
"È arrivato ieri" la sua espressione si carica di tristezza."Chi lo manda?" Mi ricompongo e cerco delle forbici per aprirlo.
"Leonardo...""Mark, ti avevo detto di chiedere tutti i contatti con lui, non ci siamo lasciati bene"
"Lo so lo so... Ma ho pensato che questo dovessi averlo"
"Perché?"
"Perché questa sarà l'ultima volta che prova a contattarla""Di che stai parlando?" Le mani mi si stringono al petto.
"Lo hanno trovato morto, qualche giorno fa, si parla di suicidio"
Non pensavo che avrei riprovato ancora una volta questa sensazione dopo la morte di Mamma, eppure, quel piccolo castello di felicità che mi aveva regalato il successo, che mi aveva ridato il sorriso dopo quella perdita, stava crollando dentro di me, più cercavo di metabolizzare le parole di Mark e più mi accorgevo della infinita devastazione che cresceva dentro di me.
Le prime lacrime escono dai miei occhi, un singhiozzo silenzioso spezza il ritmo del mio respiro.
Mark esce dalla stanza, mi lascia sola, chiudendo la porta con delicatezza.
Leo non c'è più, non c'è più... Un brivido mi attraversa, la mia paura è che aprendo quel pacchetto troverò solo la conferma di quello che già mi distrugge dentro... Perché io so di essere responsabile di tutto questo, conosco il male che ho fatto a quel ragazzo, per averlo amato e poi lasciato, per aver tentato di dimenticarlo.
Taglio con le forbici, sollevò il coperchio nero del pacchetto, bagnato dalle mie lacrime.
C'è il suo orologio, bello come me lo ricordavo eppure distrutto, come se lo avesse colpito con un martellata, il vetro è crepato... Le lancette sono ferme.
Sotto all'orologio c'è un biglietto.
Ho scritto un'ultima canzone per te, l'ho scritta perché ho deciso di lasciarti andare e perché tu dovrai lasciarmi morire...
La di die.Ci sono amori che possono finire solo con la fine del tempo e la fine del tempo è la morte.
L'orologio cade dalla mia mano, tiro fuori dalla mia borsa un barattolo di pillole... Antidepressivi... lo apro e me lo svuoto in bocca.
Raggiungerò Leo molto preso... Alla fine del tempo.
L'ultima canzone di Leo per Sara.
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AI TUOI PIEDI
Novela JuvenilLeonardo, 20 anni, è il chitarrista della band del suo migliore amico. Al suo primo concerto la sua vita cambia per sempre dopo l'incontro con una giovane cantante emergente. La ragazza darà sfogo a desideri e passioni tenute fino a quel momento nas...