12/ Cadere soli, rialzarsi insieme

540 5 0
                                    

31 giorni con lei

"Dico solo che per te è più facile accettarti per quello che sei"

"Siamo trattati come deviati e pervertiti allo stesso modo Leonardo"

"Il nostro livello di vergogna non è minimamente paragonabile..."

"Vedi è questo il tuo problema, ancora parli di vergogna..."

"Ne parlo perché la sento"

Vi chiederete con chi sto chiaccherando e la risposta non è proprio immediata.

Mi trovo in questo piccolo locale del centro di Roma a sorseggiare un moscow mule in compagnia di Riccardo, in un evento di ritrovo a cui lui stesso mi ha invitato e che prende il nome di "Munch".

Lo scopo dell'evento è riunire appassionati del mondo bdsm per qualche chiacchiera, consigli e una bevuta in compagnia.

Il mio accompagnatore è proprio Riccardo, che ho conosciuto perché è il proprietario del sexy shop in cui sono andato a comprare qualche "regalino" per Sara.

Riccardo è un bell'uomo, sulla quarantina, barbetta, pelle olivastra, capelli ricci scuri e voce profonda.

Sta davanti a me, dall'altro lato del tavolino rotondo, con il suo Negroni in mano.

Sembriamo padre e figlio, e anche il vestiario rende la nostra differenza di età ancora più evidente.

Lui ben vestito con una giacchetta blu elettrico e una maglietta nera a collo alto, un costoso orologio al polso e un paio di mocassini ai piedi.

È composto, quasi fosse in una posa perenne e mi parla come uno psicologo a tempo perso.

Io sembro uscito da una classe delle scuole superiori, non solo per il mio look ma anche per i miei lineamenti che mi fanno sembrare più giovane di quanto già sono in realtà.

La differenza generazionale però nel nostro caso... e soprattutto in questo contesto a me nuovo del bdsm e dell'evento "Munch", passa in secondo piano.

La grande linea di demarcazione tra me e Riccardo è il ruolo, io sottomesso, lui dominatore dall'esperienza ventennale.

"Una persona normale potrebbe riuscire a capirti. Insomma, prendi una donna e le fai quello che vuoi, come vuoi, la maltratti la insulti, la scopi come vuoi... Insomma questo potrebbe essere il sogno di un uomo normale"

"Tant'è vero che spesso questi sogni diventano una triste realtà, perché gli uomini li realizzano fuori da un contesto controllato e consensuale come è il bdsm"

"Hai ragione, però non voglio entrare nell'argomento stupri e maltrattamenti... Vorrei parlarti di me"

"Si continua, era una mia considerazione questa..."

"Ecco, come fa una persona normale a capire me. Quello che faccio e mi faccio fare dalla mia ragazza, quello che sono... È esattamente il contrario, l'opposto dello stereotipo maschile nella nostra società, io e te siamo due estremi opposti"

"Io e te non siamo apposti, siamo complementari, se uno di noi, le nostre diverse indoli, non esistessero non ci sarebbe equilibrio"

Lui sembra pacato mentre sorseggia il Negroni e riflette sulle mie parole.

"Il punto è che proprio perché sono all'estremo sbagliato, almeno secondo la società, la mia indole è più difficile da accettare, comprendere, sia per me che per gli altri..."
Concludo io.

Sono triste, sconsolato, dubbioso, non so se questo confronto mi aiuterà, perché sento di essere in crisi, in crisi con me stesso e il mio essere attratto dalla sottomissione.

AI TUOI PIEDI Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora