MAIN GIRL

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I can't eat, can't sleep
Still I hunger for you when you look at me
That face, those eyes
All the sinful pleasures deep inside

Elton John, Original Sin

Un suono soffocato di singhiozzi proveniva da una delle aule del Dipartimento di Trasfigurazione, risuonando debolmente nel corridoio.

Lisa McFays si fermò davanti al ragazzo appoggiato di schiena alla parete accanto alla porta dell'aula e lo guardò con le mani sui fianchi e un'espressione esasperata.

- Lascia perdere e vai a mangiare, ti fai solo del male così -

Draco Malfoy si strinse leggermente nelle spalle – Sta piangendo per me e questa è l'ultima cosa che forse avrò di lei. Va' via per favore –

- Draco ... - cominciò Lisa in tono ragionevole ma lui la interruppe con un gesto brusco della mano.

- E' l'unica cosa che mi hai lasciato. Adesso vattene per favore, non voglio parlare con te -

- Qualsiasi cosa tu possa pensare di me, ti assicuro che non sono stata io a diffondere quelle voci su me e te – disse l'altra in tono basso, venato di dispiacere.

Draco chiuse gli occhi come se anche la sua sola vista fosse al di là della sua sopportazione.

– Vattene –

A lei non rimase che andarsene lasciandolo di nuovo solo nel corridoio deserto in compagnia del rumore del vento e di un pianto sommesso.

La rabbia era pari soltanto al dolore di quelle lacrime che gli scorrevano nelle vene come acido corrosivo, sciogliendo ogni traccia di carne e sangue al loro passaggio, implacabili. Salmastre e bollenti su ferite ancora fresche di odio e di rancore.

Vederla camminare per i corridoi, silenziosa e altera, con quell'espressione assente di chi si trova ad attraversare per puro caso una dimensione di cui non fa parte, dignità e sicurezza come una nota sovrumana nel chiasso volgare delle chiacchiere e delle risate dei corridoi. Fredda come fredda poteva essere solo la solitudine, inavvicinabile come i giardini protetti dalle mura di una città distrutta secoli or sono.

Non fosse stato per quelle lacrime avrebbe davvero creduto che il gelo avesse distrutto tutto quello che aveva conosciuto di lei, momenti di realtà ricordata e riscoperta con meraviglia davanti al duro ritorno di un passato che avevano creduto di poter vincere.

Il senso della distanza adesso vissuta come una frattura inconcepibile quanto in precedenza era appartenuta all'ordine naturale delle cose.

Draco Malfoy mosse un passo silenzioso accostandosi alla soglia dell'aula senza arrivare a varcarla.

Anche così, riversa sul banco solitario, a consumare una sofferenza lontano da chi poteva vederla lasciarsi andare, lei conservava intorno a sé un confine invalicabile fatto di solitudine cercata per orgoglio, per poter mostrare di nuovo un volto sereno al resto del mondo, una volta uscita da un momento di debolezza.

Lui era la sua debolezza.

Mentre risaliva la corrente della fiumana di studenti che si spostava verso la Sala Grande, Malfoy aveva sentito che la professoressa McGranitt aveva assegnato trenta punti al settimo Gryffindor perché la Caposcuola Granger era riuscita al primo tentativo a Trasfigurare un pettirosso in un pesciolino rosso e poi, operando sul terreno complicato e rischioso di un animale già Trasfigurato, lo aveva trasformato in un gattino fulvo di appena una settimana di vita.

Il sarcasmo della natura aveva fatto di lei quello che non erano nemmeno i figli dei Purosangue, eppure adesso lei, lavoratrice come un Tasso e intelligente con un Corvo, dopo aver soddisfatto l'ambizione e l'istinto di primeggiare della Serpe che aveva dentro, si era nascosta come un Leone ferito a piangere in solitudine.

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