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Arrivati a casa mio fratello mi assale abbracciandomi «Ciao piccoletto» «Non mi hai letto la storia» dice imbronciato «Eh non stavo molto bene» gli accarezzo il viso con delicatezza e lui mi sorride «Si me lo ha detto la mamma... perché Jacob ha la valigia in mano?» subito mi blocco cercando di escogitare una scusa «Ecco vedi è nuova, la sua si è rotta, quindi ha dovuto comprarmene una nuova vero Jacob?» lo guardo e lui mi guarda e subito sorride a mio fratello rispondendogli «Si si è vero» vidi mia mamma che ci guardava stranita, Leo se ne andò in cucina immagino che John fosse lì «Dormirà nella stanza degli ospiti, non voglio che spenda soldi per niente» dissi a mia madre, lei annuisce, mi tolsi le scarpe, il cappotto e iniziai a salire le scale seguita da lui, percorsi il corridoio fino ad arrivare alla camera degli ospiti, entrai e lui mi seguì «Potrai stare qui fino al due feci per andarmene ma mi blocco «Vieni a cena con me» lo guardai storta e lui riprese a parlare «Stasera, vieni a cena con me, permettimi di farmi perdonare» restai a pensare «Ragazzina per favore» non so se è la cosa giusta da fare, ma lo guardo qui davanti a me e non riesco a dirgli di no cavolo «Va bene» dissi infine sospirando «So io dove» dissi prima di uscire dalla camera lasciandolo solo, lo avrei portato da Massimo, almeno li mi sento a casa.

Il pomeriggio passò e lui non uscì dalla sua camera proprio come la sottoscritta, rimasi in camera a studiare, qualche volta Leo veniva per salutarmi, ma poi tornava giù.

Sono davanti allo specchio che mi vesto, dei jeans scuri con un maglione verde scuro.

Esco dalla camera e subito mi spavento trovando Jacob davanti a me con il braccio sospeso «Scusa non volevo farti paura» prendo un profondo respiro sentendo il battito ancora accelerato dallo spavento e rispondo «Non ti preoccupare... andiamo?» «Certo» scendo dalle scale e vedo tutti i salotto «Noi andiamo» dico mentre mi metto le scarpe «Dove andate?» «Da massimo» «Divertitevi» risponde mia madre guardando Jacob, vado a salutare Leo, prendo il cappotto e esco seguita da lui «Non andiamo in macchina?» «No è vicino non ci metteremo molto» non sentenziò e mi affiancò «Grazie» mi girai verso di lui confusa «Di cosa?» «Per avermi permesso di farmi perdonare» «Non avrei mai potuto non farlo» tornai a guardare avanti, non sapevo cosa dire, le parole mi muoiono in bocca ogni volta che provo a dire qualcosa «Chi è Massimo?» per fortuna parlò lui spezzando il silenzio imbarazzante «Ci sei già stato... da bambini ci andavamo» «Dove fanno la pizza?» annuisco «Ricordo si» la mia mano si toccò con la sua, basta solo questo contatto per farmi venire i brividi, rimaniamo in silenzio per tutto il tragitto, quando arriviamo entro dentro seguita da Jacob, quando Massimo mi vede viene verso di me e mi abbraccia «Ti tocca sopportarmi anche stasera» dico scherzando «h bambina la tua presenza è sempre una gioia per me» mi bacia la testa «Jacob lui è Massimo... Massimo lui e Jacob» si strinsero la mano sorridendo «Il tuo tavolo abituale è vuoto sedetevi pure... tu hai la solita e tu ragazzo?» «Quella che prende lei» annuì e andò verso la cucina.

Ci sedemmo l'uno davanti all'altro, mi tolsi il cappotto lui fece lo stesso «Sei venuta qui oggi?» «Sì ho bevuto gin lemon mentre mangiavo pizza esperienza che consiglio» lui rise e cavolo se è bello quando ride «Fanno anche da bere qui?» chiese lui «Vedi quella porta lì?» indico la porta vicino al bancone, lui annuì «Ecco quella, porta al locale del figlio di Massimo... Tommaso, è la che ho mangiato e bevuto oggi» «Dopo ti va di bere qualcosa?» dice subito, e capisco anche il perchè... vuole far durare di più questa sera e a me va più che bene anche se sono ancora arrabbiata con lui «Certo» ogni volta che lo guardo mi innamoro sempre di più «Spiegami una cosa» appoggio i gomiti sul tavolo sporgendomi verso di lui tenendomi il viso con le mani «Dimmi tutto ragazzina» «Come mai quella volta scelto il re leone» chiedo curiosa, sorride e si avvicina «Mi era venuto in mente per i tuoi capelli... eri sempre spettinata anche quando Rose ti pettinava tu te li toccavi scompigliandogli completamente, quindi mi è venuto in mente» «Capisco» sorrido perchè l'unica cosa a qui sto pensando è a quel bambino che si faceva torturare da me solo perchè gli stavo simpatica.

Trust Me: AgainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora