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Sono passati tre giorni dal litigio, Oscar si fa vedere pochissimo e perfortuna non dorme nella nostra stessa casa.

È mattina presto, mi sono svegliata controvoglia perché il gigante accanto a me ha deciso di iniziare a russare, provo a tapparmi le orecchie ma niente da fare così decido di alzarmi dal letto invece che svegliarlo.

Vado in bagno e decido di farmi una doccia calda, mi lavo i denti, mi spoglio e mi metto in piedi sulla vasca.

«Ma buongiorno» prendo paura e mi copro instivamente.

Jacob è appoggiato allo stipite della porta con il viso ancora pieno di sonno, le braccia incrociate al petto e i capelli scompigliati.

Mi squadra dalle gambe fino al viso «Ma sei scemo, mi hai fatto prendere un infarto idiota, dio santo, sai che prendo paura anche per uno schiocco di dita che cazzo jacob non puoi fare co...» si avvicina e interrompe le mie lamentele baciandomi «Ma tu anche di mattina non stai mai zitta» sussurra tra le mie labbra «Tu mi hai fatto prendere un in...» mi bacia di nuovo «La smetti di distr...» un'altro bacio, lo stacco da me, ma è troppo irresistibile di prima mattina, così non resisto, gli prendo il viso e lo bacio un bacio profondo.

Mi stringe i fianchi nudi «Hall mi stavo facendo la doccia io» dico ridendo mentre inizia a farmi il solletico al collo «La tua doccia può aspettare non credi ragazzina?» mormora sensuale «No che non può as...» la sua mano percorre la linea del mio addome scendendo accarezzandomi il linguine facendomi zittire «Sai di essere stronzo» mi prende in braccio e mi fa appoggiare sul lavandino.

Stiamo facendo acqua dappertutto «Me lo dici ogni giorno... e poi sarei un maleducato a non ricreare la situazione di tre giorni fa» mi accarezza le cosce e si avvicina al mio viso «E per quale motivo Hall?» «Perchè non sei venuta, quindi credo che sia giusto che questa volta sia tu a godere» subito sobbalzo «E tu come lo sai che io non sono...» «Ragazzina mi credi davvero così stupido, secondo te ti avevo detto scusa per le calze? Ti avevo avvertito precedentemente che quelle calze avrebbero fatto una brutta fine» sorrido e gli accarezzo i capelli «Non finirai mai di stupirmi Hall... ma non serve che tu ti senta in dovere quindi se non ti dispiace io tornerei a farmi la doccia» muovo il busto ma lui mi blocca «Credi davvero che io mi senta in dovere?» annuisco «In realtà è da tanto che non ti sento urlare il mio nome dal piacere, quindi direi che è il momento non credi ragazzina?» ora le sue mani sono sul mio centro sta iniziando a stuzzicarmi «Hall c'è la porta aperta e se i tuoi sentissero?» va verso la porta e la chiude a chiave, si avvicina di nuovo a me «Credi davvero che il fatto che i miei genitori sono di là possa fermarmi dal farti urlare il mio nome?» non mi fa parlare che mi zittisce con un bacio, scende per il collo poi arriva al petto mi tortura un pò il seno e continuando a guardarmi.

Scende verso il basso ventre, subito capisco le sue intenzioni e divento rossa, si inginocchia davanti a me, mette le mie gambe sulle sue spalle, mi bacia l'interno coscia e poi si ferma apro gli occhi mi prende la mano e se la mette sui capelli, gli stingo cercando di non fargli male «Non chiudere gli occhi ragazzina» mi morde l'interno coscia lascindoci un segno rossastro finchè non decide di smetterla con il torturarmi e arriva al punto cruciale con una mano stringo i suoi capelli mentre con l'altra stringo il bordo del lavandino.

Inarco la schiena dal piacere mordendomi il labbro, inserisce due dita dentro di me d'istinto chiudo le gambe ma me le allarga continuando a darmi piacere sia con la sua mano che con la sua bocca.

Ansimo e gemo il suo nome, qualcuno bussa alla porta, io mi spavento, Jacob continua a darmi piacere con la mano staccando la bocca da me «Ragazzi state bene?» Hanna cazzo «Si si mamma hai bisogno?» dice lui tranquillamente mentre mi guarda, con il pollice inizia a stimolarmi rimpiazzando la bocca sto per gemere ma mi tappo la bocca con la mano libera Jacob mi prende entrambe le mani e me le blocca, lo maledico mentalmente «Ginevra ci sei anche tu?» cazzo, Jacob sorride «S-si...» cerco di dirlo nel modo più tranquillo possibile «Noi andiamo alla baita vi aspettiamo lì» «Va bene» risponde Jacob, sentiamo la porta della camera chiudersi «Sei uno stronzo» riesco a dire ansimando, mi libera le mani e torna con le labbra sul mio centro, continua a torturarmi per svariati minuti finchè non vengo.

Trust Me: AgainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora