Capitolo. 23🎼

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Il giorno dopo andai a scuola raggiante, parlare con Caleb mi aveva aiutato molto.

Nel mio percorso mattutino incontrai Riccardo.

«Buongiorno fiorellino»

Non volendo rovinarmi l'umore, ignorai il soprannome

«Buongiorno anche a te capitan ovvio»

Era un vecchio soprannome, ma era sempre divertente.

«Ti vedo di buon'umore oggi. A cosa lo devo?»
Disse con tono sorpreso forse dal fatto che non mi ero lamentata del soprannome.

«È una buona giornata»
Risposi semplicemente sorridendogli

Mosse la testa leggermente verso destra guardandomi strano, prima di girarsi dalla parte opposta

In realtà era strano essere solo in 2, in genere Gabi era sempre con noi, ma oggi non c'è. In sti giorni non è stato tanto bene, si sarà preso sicuramente qualcosa.

<Forse dopo scuola lo vado a trovare>

Arrivammo a scuola, dove vidi Caleb con gli occhi chiusi, e le mani in tasca. Era appoggiato al muretto vicino all'ingresso, insieme a Beacons e Hiroto.

Andammo da loro e aprendo gli occhi Caleb mi notò, staccandosi dalla parete di mattoni

«Buongiorno!!»
Gli dissi scompigliandogli il ciuffo. Mi fermò la mano a mezz'aria e disse

«Ei ei ei, giù le mani dal ciuffo rascal»
Rissimo leggermento

Intanto i tre ragazzi si scambiarono occhiate confuse

«Come stai?»
Chiese lui con leggera preoccupazione negli occhi

«Molto meglio grazie»
Gli sorrisi

«Mia mamma ha detto che puoi passare da noi quando vuoi. Oggi il negozio non apre, quindi sentiti libera di andarla a trovare»

«Okay grazie!»

«Sai la strada no?»
Chiese lui alzando un sopracciglio con tono divertito

«Certo(?) Ti sembro così stupida?»
Lo guardai male

«Devo essere sincero? Si. Non ricordi quando eravamo piccoli? La prima volta che ci siamo incontri fuori da scuola, ti eri pers-»
Stava per dire, ma lo interruppi

«Shhhh! Prima di tutto eravamo piccoli e secondo, quel giorno il gatto mi aveva distrat-
era colpa delle nostre mam-
okay forse non ricordavo la strada e allora? Era molto tempo fa»

Scosse la testa leggermente e ghigno
«Ho sempre ragione»

«Okay okay Caly, io adesso vado. Ciao ragazzi! Ci vediamo dopo»

«Ciao (y/n)»
Disse il rosso

«A dopo»
Il grigio rispose

Riccardo si limitò a fare un cenno di testa.

«A dop- NON CHIAMARMI IN QUEL MODO!»
Mi urlò in lontananza Caleb

Sapevo che gli dava fastidio quel nomignolo, gliel'avevo dato una volta da piccoli.

Passato:

All'asilo ero molto estroversa, ma delle ragazze mi prenderono in giro perché mi piaceva l'azzuro e perchè secondo loro non era un colore femminile; quello mi fece diventare più timida.

Questo bambino che scoprii chiamarsi Caleb, mi difese da loro e per un po' mi lasciarono in pace, ma poco dopo tornarono e sta volta perché la mia bambola era vestita in'azzuro e in più avevano diffuso voci su di me quindi nessuno voleva giocare con me.

Caleb arrivò nella scena e mi difese di nuovo, incuriosità da lui lo seguii ingiro, chiedendogli se voleva giocare con me, ma lui continuò ad evitarmi, non volendo avere a che fare con me.

Una volta però, eravamo al parco, dove scoprimmo che le nostre mamme si consocevano, ma non sapevano di vivere così vicine, perché Caleb e sua mamma si erano trasferiti in questa città da poco.

Le nostre mamme andarono per una passeggiata ed io e Caleb rimanemmo da soli. Non volevo ancora giocare con me, ed io lo lasciai in pace, avvistando un gattino. Lo seguii fino alla strada, arrivò una macchina che non vidi e Caleb sbucò dal nulla salvandomi dal finire sotto ad una macchina.

Ci eravamo persi, ma Caleb non si arrabbiò con me, anzi mi prese la mano per darmi coraggio e cercò una soluzione. Io non ricordavo minimamente la strada per tornare a casa, ma Caleb con una buona memoria, riuscii a condurci fuori da quelle strade, dovre riconobbi degli alberi. Riuscimmo a tornare a casa e le nostre mamme erano molto preoccupate. Mio padre era in un viagggio d'affari, quindi rimasero da noi quel giorno.

La sera finimmo per giocare insieme, la mia bambola di Barbie insieme al suo giocattolo con le sembianze di Batman.
Rimanemmo a giocare per un po' e quel giorno diventammo amici.

<In fondo anche se faceva il duro, aveva un cuore morbido>

Fine flashback

AUTHOR POV:
«Da quando siete così vicini?»
Chiese Riccardo

«È la prima volta che vi vedo parlare l'uno all'altra»

«Appunto, che ci siamo persi?»

Dissero gli altri due aspettando una risposta dall'ananas

«Le nostre mamme andavano a scuola insieme e ci conosciamo da quando eravamo piccoli, però lei non mi aveva riconosciuto, perchè si erano trasferiti da un'altra parte. Tutto qua»
Disse con nonchalance

«Io vado in classe»
Riccardo disse

«Dove vai?»
Chiese il rosso che ovviamente non aveva sentito quello che aveva detto il grigio-castano, ma il Capitano non gli rispose, era troppo assorto nei suoi pensieri per sentirlo.

Perché tutti sembravano essere così vicini a (y/n) e lei sembrava l'unico a non riuscirci?






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BUONASERA ai notturni. Questo lo dovevo postare ieri insieme a quello che non avevo postato il giorno prima. NON so se l'avevo già detto ma in sti giorni sono stata(e sto ancora) male. Oggi se sto meglio vado a scuola. Stare male proprio prima di Natale, ma che fortuna!
(irona)

-Autrice❄︎

Natsuhiboshi [Riccardo di Rigo x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora