Capitolo. 42🎼

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Era tutto buio, ma riuscivo a sentire le parole ovvattate del dottore

«Riposo e calcio»
Erano le poche cose che mi erano arrivate chiaro e tondo, mentre il resto era tutto difficile da sentire.

Mi svegliai poco dopo, accecata da una luce e una figura vestita di bainco che andava in giro per la stanza. Appena vide che e sveglia, andò a chiamae il dottore.

Mi fecero qualche test tra cui anche qualche domanda

«Come ti chiami?»
Chiese il dottore sedendosi

«(y/n)»
Risposi notando dopo essermi aggiustata alla luce, che avevo la caviglia destra fasciata

«Okay (y/n). Ti ricordi cos'è successo?»
Domandò mentre l'infermiera si segnava ogni mia risposta

«Ero in campo e avevamo vinto e dovevo parlare con....Njord, cosa che non sono riuscita a fare e poi ricordo un dolore forte e mi sono svegliata qui»

Abbassai la testa, scontenta di non aver chiarito con il bruno. Il dottore annuì e mi spiegò che mi era successo. A quanto pare avevo una frattura alla caviglia e avevo avuto quasi un'infarto per lo stress e l'ansia.

«Allora devo riposare e poi potrò tornare a giocare a calcio giusto?»
Era più una domanda con una risposta cercata per me, una piccola conferma.

Inaspettatamente il dottore mi diete un'espressione amareggiata prima di annuire e alzarsi uscendo dalla stanza.

Giorni passarono e mi stavo annoiando parecchio. La zia era venuta a trovarmi il giorno prima e mi aveva portato pure qualcosa da mangiare. Appena aveva sentito di quello che mi era successo so era presa dei giorni liberi, aveva cucinato come una matta il giorno prima e preso il primo treno che aveva trovato.

Cosa che mi riferì l'ananas venuto insieme a lei, siccome non giocava per un paio di partire.

«Non puoi neanche immaginare cos'è successo quando sei svenuta improvvisamente in mezzo al campo. Snio e Riccardo sono impazziti e chiamato immediatamente i soccorsi»
Alzai il sopracciglio

«Veramente?»
Lui annui, e io lo guardai perplessa

«Strano, I loro comportamenti sono controstanti alla loro reazione»

Si limito ad alzare le spalle e ghignare

«A me il loro comportamento prima e di quel giorno, sembrava molto "ovvio" nei tuoi confronti»
Feci finta di non avre sentito quello che aveva detto, prima di prenderlo a sberle, e dopo qualche secondo secondo silenzio, il suo guardp passò al gesso che avevo sulla caviglia.

«Di agli altri di non preoccuparsi troppo per me. Quando sarò guarita tornerò a giocare»
Gli sorrisi a trentaduedenti, ma lui Distolse lo sguardo

«Cosa c'è?»
Chiesi guardandolo confusa.

«Tu non tornerai a giocare...in realtà i dottori dicono che non potrai mai»
Inizialmente risi, perché non era ciò che mi era stato riferito, siccome non mi avevano detto niente

«Stai scherzando no?»
Chiesi tra le risate, ma lui rimase più serio che mai. Iniziai a rendermi conto finalmente, di che cosa stava succedendo....

La zia tornò in camera dopo essere uscita per parlare con uno dei dottori e notò il mio sguardo di shock

«È vero?»
Chiesi guardandola più sconvolta che mai

«Non potrò più tornare a giocare a calcio?»
Chiesi aspettando una risposta negativa, ma quella non arrivò.

«Tuo padre era venuto qui qualche giorno fa e ci ha informato riguarda alla notizia. Si erano messi d'accordo con il dottore di non fartelo sapere per ora»
Disse l'ultima parte fulminando Caleb con lo sguardo, che alzò le spalle come per dire che non l'aveva fatto a posta

Rimasi in silenzio allungo, non sapendo cosa dire...sentivo di aver perso l'ultima cosa che mi teneva impiedi, siccome anche se non l'avevo mai ammesso, il calcio e la squadre erano come una famiglia per me, siccome avevo perso la mia e mi era stata privata pure quella.

Mia zia cercò di tirarmi su il morale e feci finta di provare a superare la cosa, ma una volta che lasciarono la camera, scoppiai a piangere, niente andava bene in quel momento. Rimasi per un pò a fissarmi il muro, quando sentii bussare alla porta

«Vattene via Caleb, non voglio parlare»

Dall'altra parte ci fu un momento di silenzio, facendomi pensare che l'ananas aveva recepito il messaggio, ma poco dopo, entrò nella stanza. Il mio sguardo non si mosse dal soffitto, mentre pensavo alla notizia di poco fa.

«Caleb, ti ho già detto che non-»
Spostai lo sguardo, pronta a indultarlo, ma non vidi il castano davanti a me, ma bensì il bruno...

«Njord?»

Lo guardai interrogativa. Lui mi guardò, facendo trasparire la sua preoccupazione. Era la prima volta dopo tanto tempo che i suoi occhi erano limpidi nel guardarmi...nessuna traccia di odio

«(Y/n)....»
Prima che potessi reagire mi abbracciò

«Mi dispiace per quello che ti ho detto, è mi dispiace di non averti mai ascoltato...non sapevo di tua madre. L'allenatore Frost mi ha detto tutto»
Alzai lentamente la mano, esitante sul da farsi, ma alla fine poggia essa sulla sua schiena, dandoci dei leggeri colpetti.

«Anche tu...mi sei mancato»
Sussurrai

Mi era mancato...ma nonostante cercassi di lasciare le altre cose da un'altra parte e godermi il suo calore, non ci riuscivo. La notizia di prima era ancora fresca.

Rimasimo così per un po' e dopo esserci staccati, parlammo...non seriamente di tutto, ma parlammo. Finalmente chiarimmo i dubbi e non rimase nessun rancore in lui nei miei confronti. Nonostante volessi esultare di gioia, la parte più ragionevole di me stava ancora al fatto che non avrei mai più potuto giocare

«Isabel ha sempre creduto in te e mai una volta ha dubitato la tua innocenza e sapeva che non ci avresti abbandonato se non era per una buona ragione. Cercò anche di persuadermi nel perdonarti e chiarire quando abbiamo sentito della partita, ma non l'ho mai ascoltata»

Abbassò lo sguardo, ma io scossi la testa, prendendogli la mano

«Capisco...nella tha situazione, avrei pensato lo stesso, però io non ho niente da perdonarti e se ci fosse, l'avrei già fatto tempo fa»
I suoi occhi brillarono alla mie parole.

Parlammo ancora e promise di venirmi a trovare insieme a Isabel e ai vecchi membri della squadra che si ricordavano di me, prima di andarsene.

Con il tempo a mia disposizione, mi venne in mente qualcosa...c'era una persona con cui volevo parlare, ma non era nemmeno venuto a trovarmi.

«I dottori hanno mentito sicuramente»
Mi ripeti più volte, ma non riuscivo a crederci del tutto, e per quello passai delle notti insonni






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Secondo voi chi è che (y/n) stavw aspettando?...Per chi l'ha notato si, ho cambiato la mia firma ahahah

-Autrice❄︎

Natsuhiboshi [Riccardo di Rigo x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora