Capitolo 3.

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*"mamma, puoi venirmi a prendere?" dissi tra i singhiozzi, ero andata ad una festa con le "amiche" che si dimostrarono tutt'altro.

Mi usarono, mi presero in giro, mi sputtanarono davanti a centinaia di persone e volevo sparire.

Mia madre arrivò poco dopo e salii in macchina, lei accese lo stereo della macchina e lo mise a basso volume e dopo avergli spiegato la situazione mi disse che sarebbe andato tutto bene e che non dovevo preoccuparmi di quelle cagne.

Poi una luce invase la nostra auto.

"Mamma attenta!!" ed il buio.*

Mi svegliai di scatto con il viso bagnato dalle lacrime e il corpo inondato di sudore, l'avevo sognato di nuovo.. quell'incidente.

Lo sognavo quasi tutte le notti, potevo sognare qualsiasi cosa, ma poi quell'incubo sarebbe arrivato.

Aspettai che il mio battito tornasse regolare per poi alzarmi e fare una doccia calda in modo da rilassare i muscoli tesi.

Uscita dalla doccia, guardai l'ora: 6:45. Mi asciugai corpo e capelli e misi una tuta, poi accesi il pc e lessi l'e-mail dove c'era scritta la via per andare all'albergo dove alloggiava la Band e tutto lo Staff, l'orario in cui dovevo essere li e tutto il necessario per non sembrare un pesce fuor d'acqua.

Verso le 7:30 iniziai a prepararmi, a causa di quel l'incubo mi svegliai davvero presto, ma così facendo mi guadagnai il tempo di fare le cose con calma; mi misi una camicetta bianca con delle piccole borchie dorate sulle spalle, un pantalone nero e le converse bianche, sopra misi un giubbino di pelle nero, e tutto sommato ero abbastanza elegante per il primo giorno, lisciai i miei lunghi capelli e misi un po di eye-liner nero ed alla fine un bel po di profumo.

Decisi che avrei passato la notte all'albergo, quindi preparai un borsone con un paio di vestiti e della biancheria pulita.
Intanto si era fatta ora e anche Sam aveva fatto capolinea in cucina per la colazione.

Okay, ce la posso fare...

"Beh, io..vado okay?" dissi, accendendomi una sigaretta, che Sam tolse dalla mia bocca immediatamente.

"Vuoi andare al tuo primo giorno di lavoro che puzzi come un posacenere? non credo proprio, ora vai!" disse spingendomi letteralmente fuori dalla porta.

Da una parte aveva ragione, non potevo andare al mio primo giorno di lavoro che puzzavo come una barbona tossicodipendente, ma dall'altra, ero nervosissima e non potevo farne a meno, decisi comunque di mangiare una mentina e resistere.

Misi le cuffie nel telefono e iniziai a camminare ascoltando 'When i Was your Man' di Bruno Mars, pensando..pensando a tutta la mia vita e a quel incubo.

Non mi accorsi di aver passato di poco l'edificio dove dovevo andare, tornai indietro ed entrai.

Fui investita da una folla di persone con magliette dalla scritta 'STAFF'.. mi agitai sul posto e guardando in giù verso la mia t-shirt, mi accorsi di aver dimenticato il pass; Good Job Rachel!

Iniziai a girarmi intorno in cerca di cinque teste, da quanto avevo letto nei fascicoli.. okay.. non li avevo letti con attenzione ma vabbe! Sapevo che avevano la mia età, che erano quattro inglesi e uno irlandese, era abbastanza no? La vocina interiore mi ricordava che non sapevo neanche come erano fatti ma la ignorai.

Non so come ma mi trovai al piano di sopra dove c'era una ragazza che urlava al telefono.

"Non posso essere onnipresente Zayn! Non mi importa, cercala!" La sentii urlare per poi attaccare il telefono e sussurrò "non ne posso più", è italiana!

La ragazza si accorse di me e mi sorrise.

"Scusami, non volevo spaventarti con le mie urla." Si scusò timidamente e io le sorrisi.
Continuava a guardarsi intorno con fare ansioso; era preoccupata.

Little White Lies. [h.s] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora