Capitolo 21.

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"Bienvenido a Madrid, Es un honor tenerte aquì!"

"Es un honor para nostros estar aquì, Madrid es una ciudad hermosa!" rispolverai il mio spagnolo con il padrone dell'albergo dove eravamo appena arrivati, tradussi per chi dietro di me non capiva e poi, pian piano, prendemmo tutti la chiave elettronica delle nostre rispettive camere.
Una volta arrivata alla mia camera, entrai e mi buttai a capofitto sul letto.
Un fattorino aveva lasciato il carrello con i bagagli miei e quelli di Harry fuori la porta ed entrarli è stata un'impresa.

Viaggiare da una parte all'altra del mondo è sempre stato il mio sogno, si, ma non lo facevo cosi stancante, in più il mio stomaco brontolava, avevo voglia di un frappuccino al caramello e dovevo portare il mio culo allo stadio dove i ragazzi si sarebbero esibiti questa sera perchè non appena arrivati, li portarono li per le prove.

Hanno dovuto anticipare la tappa di Madrid di un giorno per dei problemi tecnici e quindi ho dovuto lavorare il doppio e in viaggio.
Io dovrò raggiungerli stasera, direttamente allo stadio per aiutarli durante il concerto e dato che erano ancora le 17:00 decisi di fare una calda doccia, per scacciare via lo stress e la puzza di aereo di dosso, poi indossai dei collant neri, una felpa nera, una di quelle felpe giganti che arrivano sino a metà coscia, e i miei anfibi neri, poi lasciai i capelli morbidi sulle spalle e arricciai le punte, decisi di truccarmi in modo leggero, un filo di rimmel e arrossai le guance con un po di blush, rossetto ed e fui pronta alle 19:00.

Cercai di chiamare Paul per avvisarlo del mio leggero ritardo ma niente da fare, nessuna risposta, così lasciai un messaggio in segreteria e mi incamminai, con il mio zainetto di pelle nero sulle spalle, verso Logan, l'autista che ci avrebbe scortati fino allo stadio.

"È in ritardo.." Mi ricordò lui, aprendo la porta d'ingresso per farmi passare.
Mi guardai intorno con sguardo confuso, poi mi voltai verso di lui camminando all'indietro per qualche passo.

"Dove sono gli altri?" Chiesi sbirciando dietro di lui.

"Sono già andati, ho deciso di aspettarla io così da non farle prendere un taxi.." Disse lui alzando le spalle, poi mi aprì la portiera dell'auto dove io salii.

"Logan, quante volte devo dirti che non devi darmi del lei? Fa strano.." Dissi in un sorriso mentre mi mettevo comoda sul sedile accanto al posto del guidatore, poi Logan raggiunse la sua postazione e finalmente ci incamminammo verso lo stadio.
Dato che ormai eravamo in ritardo e la mia voglia di frappuccino mi stava letteralmente facendo impazzire, convinsi Logan a fare un salto da Starbucks e riuscì a corromperlo con una tazza di caffè, poi finalmente, arrivammo.

C'era già un enorme quantità di gente fuori dallo stadio, ragazzine che avevano passato l'intera giornata li davanti nella speranza di riuscire ad accalappiarsi una delle prime file parterre ed essere così più vicina ai ragazzi.
È straordinario il potere che possono avere questi cinque ragazzi su centinaia, ma che dico, migliaia di persone!

Arrivammo all'ingresso D e mi fermai davanti Luke, che con estrema calma, manteneva ordine fra le ragazzine dietro di me.

"Yo Luke! Finalmente siamo arrivati.." Dissi in un sospiro di sollievo, poi vidi Logan sparire dietro di lui e feci per entrate ma mi bloccò allungando un braccio verso la transenna.
Lo guardai confusa.

"Luke..?"

Lui in risposta scosse la testa e solo allora mi ricorda di non avere il pass al collo, così ridacchiai.

"Oh, andiamo, ho dimenticato il pass in valigia, fammi entrare o Paul mi ucciderà.. " Dissi con tono divertito ma non troppo.
Lui scosse nuovamente la testa mantenendo la sua posizione.

Fa sul serio?

"Abbiamo deciso di rispettare le regole proprio oggi? Sono in ritardo e devo lavorare Luke!" Dissi alzando di poco il tono della voce.

"Non posso lasciarti passare.. Mi spiace.."
Sospirai pesantemente e composi con il mio telefono il numero di Paul, ma anche questa volta, niente.
Provai con quello di Leen, Logan che sembrava essere sparito, Harry, Tutti, ma nessuno aveva il telefono a portata di mano!
Come un illuminazione, sentii le ragazzine dietro di me iniziare ad urlare e quando alzai lo sguardo, vidi Harry in lontananza così iniziai a sbracciarmi per farmi notare.
Dirvi che era sorpreso di vedermi li era poco.

"Ma che ci fai qui? Ti stanno cercando tutti!" Cercò di sovrastare le urla delle ragazze alzando il tono della voce poi gli fece un cenno con la mano e loro impazzirono peggio di prima, iniziando a scattare foto e video.
Cercai di coprirmi il volto con i capelli ma alcune di loro mi riconobbero ed iniziarono a farfugliare.

Mi stavo agitando e non poco.

"Falla passare Luke.."

"Mi spiace.. Non è autorizzata."

"Cosa?" Dicemmo all'unisono.

"Da quanto in qua non sono autorizzata? Sono la loro assistente!" Poi riflettei e come un flash, guardai il riccio.

"È stata lei!"

"La autorizzo io, falla passare." Harry si stava innervosendo.

"Non puoi autorizzarla, mi dispiace ma non sono io a decidere.."

"Bene, allora chiamerò Paul via radio" Allungai la mano verso di lui con aria davvero irritata.

"Questo puoi farlo?" Dissi facendolo sospirare.
Mi diede la radio e la portai vicino la bocca.

"Paul? Sono Rachel, non posso entrare puoi raggiungermi?" Dissi alla radio.

Subito arrivò la risposta di Paul.

"Dove diavolo sei finita? E dove diavolo è Harry?" Non era di buon umore.

"Sono all'entrata D, non autorizzata a passare."

"Cosa?" Disse stizzito.

"Il tuo boss ha deciso di mettermi fuori gioco.." Sentii del trambusto dall'altra parte dell'apparecchio, poi la voce di Paul fece capolinea.

"Luke, me ne assumo la piena responsabilità, falla passare, ora." E finalmente, mi lasciarono passare per entrare dietro le quinte di quello stadio a dir poco gigantesco.
Iniziammo a correre io ed Harry verso il resto della crew e non appena arrivati, Harry fu costretto ad allontanarsi da me per le ultime cose.
Mi avvicinai a Paul con il fiatone.

"Ti prego di perdonarmi!" Iniziai a dire ma lui mi interruppe e mi consegnò le cuffiette da sistemare ai ragazzi.

"Non preoccuparti, muoviamoci forza"

Corsi dai ragazzi e iniziai a sistemargli le cuffie sotto le magliette.

Non posso credere che mi abbia chiusa fuori dal mio lavoro!
Susan ha iniziato ad ad attaccare togliendomi le autorizzazioni necessarie per poter lavorare e su questo punto di vista, io non posso fare nulla per contrattaccare, ma quello che a lei non è chiaro è che io ho molte persone dalla mia parte.

I ragazzi finalmente salirono sul palco e io andai a sistemare le bottigliette d'acqua che avrei dovuto uscire da lì a breve come mio solito.

Ma in che guaio mi sono cacciata?

Little White Lies. [h.s] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora