Capitolo 20.

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"Che patetica stronza!"

Stavo raccontando ai ragazzi della riunione, di come quella donna ha mancato di rispetto a me e alla mia famiglia e anche a Zayn e Leen.
Loro non ne sembrarono così sconvolti, ma come se se lo aspettassero.

"Non le sono mai andata a genio a quella lì.." disse lei sistemandosi la coperta sulle gambe, passandomene poi una parte.

"Eh, a quanto pare non le vado a genio neanche io ma, notizia flash? Non me ne frega un beneamato cazzo.. non sarà lei a decidere per me." Non so ancora come gestire la cosa, non so cosa farà quella donna per mettermi fuori gioco, ma resta il fatto che non le permetterò di infangare il mio nome o quello della mia famiglia, fosse l'ultima cosa che faccio.

"Paul sta già cercando una soluzione.. non permetterà che Rachel perda il lavoro" Harry era seduto al mio fianco e mi circondava con un braccio mentre Lou, Liam e Niall erano sulle poltrone difronte a noi.
Avevamo discusso dei possibili rischi che avrei potuto correre in mezzo la folla, lo stress, le fan che potrebbero sul serio impazzire.
Mi sentivo come un esperimento scientifico da osservare e preservare.. sono sempre stata indipendente e tutte queste attenzioni adesso mi risultavano strane.

"Lei sa del bambino?" Chiese Niall

"Andrebbe fuori di testa.."

"L'abbiamo gestita una volta, lo faremo ancora." Leen sta prendendo questa faccenda un po' sul personale ma è comprensibile.

Ho scoperto che lei era incinta di tre mesi quando lo scoprirono ed era effettivamente impossibile nascondere una gravidanza al terzo mese..

Susan diede di matto e fece di tutto pur di separare Leen e Zay.. persino corrompere Aileen con un ricco, e permettetemi di dire ricco, assegno che ovviamente Leen strappò davanti gli occhi inferociti della donna.

"Al momento meglio tenere questo particolare solo per noi.. concentriamoci sul punto più importante: i tabloid." Liam interruppe la linea dei miei pensieri conquistando nuovamente la mia attenzione.

"Avete intenzione di uscire allo scoperto?"

"Non intendo nascondere Rachel dietro le quinte.. fa parte della mia vita e prima o poi sarò padre, non potrò comunque nascondere la faccenda." Rispose secco Harry.

"Ha ragione, ma tu saresti disposta?" Zayn si rivolse a me mettendomi davanti un enorme quesito.
Sarei disposta a dare la mia vita in mano ai Tabloid? A vedere la mia privacy scivolare via lentamente?
È una situazione delicata, non solo per me, ma per il bambino che porto dentro.
È questa la vita che voglio per il nostro bambino?

"Io.. non lo so.." Risposi a basso tono.
Mi portai le mani alle tempie.

"Sentite, la stiamo stressando un tantino, che ne dite se invece li lasciamo in pace e ce ne andiamo tutti a fare in-" Zayn tappò la bocca di Leen prima che potesse terminare la frase e io mi lasciai scappare una risatina.

Quello di cui ho bisogno adesso è il loro appoggio, non credo riuscirei a superare questa tensione senza di loro.

"Per qualsiasi cosa, basta fare un fischio.. Siamo una famiglia e tu ne fai parte.. " Liam mi fece un sorriso e poi, sotto Consiglio delicato di Leen, uscirono dalla Camera lasciando così Harry e me da soli.

Tornò a sdraiarsi di fianco a me circondando la mia vita con le sue lunghe braccia.
È strano da spiegare, ma con lui sento che tutto è al posto giusto, come se calesse a pennello nella mia vita come un pezzo di un puzzle, e saperlo vicino a me, nonostante tutto, mi tranquillizza.

Non sono sola, questo è sicuro.

***

"I'm waking up, I feel it in my bones
Enough to make my systems blow
Welcome to the new age, to the new age
Welcome to the new age, to the new age..." Radioactive degli Imagine Dragons echeggiava nella stanza e storsi il naso infastidita da quel fastidioso ronzio proveniente da una vibrazione incessante.

Cercai di riaddormentarmi ma niente da fare, quella canzone non smetteva di suonare e non appena fui abbastanza lucida da collegare, scattai e feci correre il mio sguardo sulla piccola sveglia sul comodino di fianco a me.

"Cazzo!! Harry svegliati!" Scossi Harry che si svegliò di scatto.

"No, non sono stato io!" Disse mettendosi di scatto seduto, con la faccia completamente assonnata e i capelli scompigliati.
Scoppiai a ridere e di fretta mi alzai dal letto.

"Sono le sette, ci siamo addormentati come due idioti e siamo in ritardo! Ma dove accidenti ho messo il telefono?!" Iniziai a cercare sopra il letto e nel frattempo Harry, con le mani sul viso, si lasciò scappare un lamento esasperato, poi estrasse il mio telefono da sotto i cuscini e leggendo sullo schermo le 10 chiamate perse, sgranò gli occhi.

"Wow.. dici che ci uccideranno?" Chiese con la voce ancora impastata dal sonno, poi rispose.

"Stiamo arrivando, dateci dieci minut.. non urlare cazzo, ho capito! Dacci tempo di sistemare la roba, ci vediamo giù." Chiuse la chiamata e si lasciò cadere a peso morto sul letto.
Lo guardai con un sopracciglio alzato.

"Hanno anticipato la partenza, dobbiamo partire fra 30 minuti e si chiedevano dove accidenti fossimo finiti.." scattò giù da letto e si avvicinò a me per strapparmi un bacio.

Iniziammo a sistemare le nostre cose e una volta pronti, dopo aver fatto le docce più veloci della nostra vita, sistemammo le ultime cose in valigia e io mi avvicinai al grande comò per afferrare la cartella contenente l'ecografia e riposi tutto all'interno del mio zainetto.
Mi avvicinai ad Harry davanti la porta e finalmente uscimmo per dirigerci agli ascensori.

"Secondo te come sarà?" chiesi di getto, attirando l'attenzione del ragazzo su di me.
Capì di cosa stessi parlando quando notò la mia mano sulla mia pancia coperta da una sua felpa larga.

"Potrebbe somigliarti.. capelli scuri e Ricci, occhi verdi, le due adorabili fossette ai lati delle guance.."

"O potrebbe somigliare a te.. Capelli neri, occhi stupendi e pieni della tua stessa determinazione.." Posò le mani sui miei fianchi e mi stampò un bacio.

"O potrebbe essere un mix di entrambi.." Dissi in un sorriso ed iniziai ad immaginare come sarebbe stato il nostro bambino, a come sarebbe stato quando lo avrei tenuto per la prima volta fra le mie braccia, a quando per la prima volta avrei visto i suoi occhi.
L'ascensore si fermò, segno che eravamo arrivati e subito fummo investiti da una flotta di gente che correva da una parte all'altra in modo frenetico.

Si riparte per un'altra tappa, direzione: Madrid.



Little White Lies. [h.s] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora