We're alive and that's enough.

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Skye, era in piedi nel vagone sovra affollato della metropolitana, era un lunedì sera e tutto quello che voleva fare in quel momento era arrivare a casa e levarsi le scarpe, posare quella borsa che sembrava contenere dei macigni e buttarsi a peso morto sul divano. Odiava il lunedì, ma non tanto per il giorno in se, ma per l'orario pesante all'università. Attaccava alle otto e mezzo, con tre ore e mezzo di disegno, per poi avere tre ore di buco, e riattaccare dalle tre alle sei con tre ore di Basic Design. E contando che l'università era dall'altra parte di Londra e che doveva cambiare due linee di metro, la sveglia era troppo presto per i suoi gusti. Scese alla sua fermata, Tufnell Park, riuscendo finalmente a respirare, anche se non era aria per nulla pulita, ma almeno si era liberata del ragazzo che emanava odore di sudore vicino a lei. Aspettò l'ascensore, sperando con tutta se stessa che si desse una mossa, doveva andare velocemente in bagno e aveva fame. Cinque minuti dopo, strisciò la sua Oyster Card e uscì dalla metro, e voltando a destra, si diresse verso il palazzo dove si trovava il suo appartamento. Salì le due rampe di scale, ringraziando di vivere al primo piano di un palazzo senza ascensore. Aprì velocemente il cancelletto, e poi la porta di casa, entrando, e buttando a terra borsa, giacca e sfilandosi le scarpe.
- Devo andare assolutamente in bagno! - urlò, avendo visto la luce accesa in cucina e dando per scontato che Ebony, la sua coinquilina, fosse a casa. Senza aggiungere altro, si catapulto in bagno, chiudendosi la porta alle spalle. Ne riemerse cinque minuti dopo. -Datemi un computer, devo ascoltare la nuova canzone di Ed Sheeran, che è uscita oggi! - entrò in cucina, legandosi i capelli in una coda spettinata. - Oh, ciao! - sorrise guardando il ragazzo, seduto su una delle sedie al tavolo. - Da quanto sei qui? - chiese leggermente a disagio. Non si aspettava di trovarlo lì.
- Dal "Devo assolutamente andare in bagno!". - rise guardandola.
- Ciao! - Ebony, entrò in cucina ridendo. Indossava un paio di pantaloncini, che le coprivano appena il fondoschiena, e una maglietta a maniche corte, Skye la guardò alzando le sopracciglia, era metà novembre e l'amica andava a giro come se fosse piena estate.
- Potevi avvertirmi che Niall, sono sempre tra i piedi, Horan era qui. - disse guardando male l'amica.
- Beh non stavi girando per casa nuda, sei solo entrata urlando di dover andare in bagno. - rise di nuovo l'altra. Aprendo il frigo in cerca di qualcosa da bere.
- Dov'è il tuo compare? - chiese Skye sedendosi accanto al ragazzo.
- A lavoro penso, non ci capisco un accidente con i suoi orari. -
- Com'è andata in università? - Ebony, sorrise passando una lattina di coca alla ragazza.
- Stancante, come ogni lunedì, odio il lunedì, sono materie inutili, non studio design ma devo seguire un corso di design, e cosa ci incastra disegno dal vero con fotografia? - chiese alzando gli occhi al cielo.
Skye, era al primo anno di Fotografia e Nuovi Media, all'università di East London, nonostante dovesse essere al secondo. L'anno precedente aveva deciso di prendersi una pausa dallo studio e si era data alla bella vita. Vivendo allo sbaffo dei genitori si era goduta i diciannove anni a pieno, e dopo un anno aveva deciso di mettere la testa a posto, e tornare a fare quello che davvero amava. Aveva convinto i suoi a cederle il vecchio appartamento di sua nonna, che in quegli anni avevano affittato a sconosciuti, e dopo averlo risistemato, ci era tornata a vivere con Ebony.
Le due ragazze si erano conosciute nel modo più assurdo possibile. L'anno precedente Skye aveva cominciato a frequentare un ragazzo conosciuto ad una delle tante feste a cui era andata, Scott, che però non gliel'aveva mai raccontata giusta, così una sera aveva deciso di seguirlo e aveva scoperto così che si frequentava anche con un'altra ragazza, che poi si era rivelata essere Ebony. Avevano entrambe mandato a quel paese il ragazzo e per qualche strano motivo erano diventate ottime amiche, inseparabili, tanto da andare a vivere insieme. Ebony al contrario dell'amica era partita in quarta con gli studi, si era iscritta a lingue subito dopo aver cocluso le superiori ma alla soglia della fine del primo anno aveva abbandonato il tutto sia per motivi economici sia perché, aveva capito che per quanto facesse cose che adorava, non aveva più testa per continuare a studiare. Quindi, dalla facoltà di lingue, dove il gentil sesso era in maggioranza, era finita a lavorare in una bar barra agenzia di scommesse sportive dove invece il testosterone era predominante. Non si lamentava, aveva i clienti abituali che la trattavano come una figlia e qualche giorno capitava, che qualche gruppo di ragazzi passasse e si fermasse a guardare qualche partita. Era lì che aveva conosciuto Niall. Il ragazzo era andando all'agenzia per giocare la vittoria del Derby e aveva cominciato a parlare con la ragazza. Nuovo in città si era ritrovato spesso lì, anche solo per passare un po' di tempo, e aveva stretto amicizia con Ebony, ed era grazie a quell'amicizia che Niall era venuto a conoscenza della camera in affitto nell'appartamento dell'altra parte del pianerottolo rispetto a quello delle ragazze. L'appartamento di proprietà di Harry, era il tipico appartamento da scapolo, e il ragazzo era stato tanto in cerca di un nuovo coninquilino, dopo che quello precedente se ne era andato per motivi ancora sconosciuti.
Il campanello di casa delle ragazze cominciò a suonare ripetutamente a intervalli regolari e solo una persona aveva quel fastidioso vizio, tanto che ormai sapevano chi fosse e avevano rinunciato a chiederlo nel citofono.
- Harry, dio cristo, un giorno di questi ti stacco quelle dita- disse Ebony nervosamente aprendogli la porta.
- Probabilmente è perché non hai ancora mai provato il loro tocco che parli così, perché se lo avessi fatto non lo vorresti fare, Ebbie! - disse entrando sorridendole, lanciandole uno sguardo tra il malizioso e il divertito per poi scoccarle un bacio in fronte e avvolgerle le spalle con un braccio, andando verso la cucina.
- Sei un cretino lo sai, vero? - disse mentre lui rideva spostandogli il braccio - Ecco il tuo coinquilino, biondo!- indicò con un cenno della testa il ragazzo.
- Harry hai fatto la spesa vero? - disse Niall guardandolo speranzoso.
- No, era il tuo turno! - disse l'altro buttandosi a peso morto su una delle sedie.
- No, stave a te, te l'ho anche detto stamattina! -
- Io avevo dato per scontato che fossimo a cena qua, visto che poi usciamo con suo cugino! - disse indicando Ebony, in piedi appoggiata al bancone.
- Cosa usciamo con Louis? - chiese Skye sorpresa.
- Te l'ho detto che ci ha invitato a questa festa, in un nuovo locale in centro, ma mi ascolti quando parlo? - Ebony chiese alzando gli occhi al cielo.
- Quando me l'hai detto? -
- Ieri sera, dopo che mi ha chiamato Louis. -
- Cosa stavo facendo? -
- Non ne ho idea, io pensavo mi stessi ascoltando ma a quanto pare non era affatto così. -
- Comunque vieni no? - chiese Niall guardandola.
- In teoria domani avrei lezione ... non vorrei fare tanto tardi. -
- Noi lavoriamo quindi non faremo tardi nemmeno noi ... - Harry la guardò sorridendo.
- Io non lavoro. - disse serio Niall.
- Certo perché il tuo non è nemmeno un vero lavoro! - Ebony lo guardò seria.
- Ehi, qualcosa contro la mia squadra di calcio? -
- A parte il fatto che fanno schifo, no, niente! - rise Harry. - E che come bambini mi fanno un po' pena, poveretti devono sopportarti come allenatore. -

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