Morning

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Ebony era seduta sul letto, indosso una maglietta, decisamente troppo larga di Harry, e un paio di mutandine blu. I capelli erano un ammasso non ben definito, colpa di Harry e del suo continuo giocarci. La casa era stranamente silenziosa, si era svegliata quando Harry si era alzato dal letto, pochi minuti prima, molto probabilmente per andare in bagno. Era il tre gennaio ed erano entrambi ancora in ferie, e non aveva in programma nulla se non starsene in casa a rilassarsi. 
La sera prima erano usciti al pub, loro due, Louis, Niall e Skye, la vecchia combriccola. Ebony e Harry poi erano tornati a casa delle ragazze, mentre Skye, che se ne era andata via prima, era andata da Zayn quando il ragazzo era passata a prenderla. Avevano lasciato sia Louis che Niall al pub e non sapeva bene che fine avessero fatto.
Si ributtò a peso morto tra i cuscini, il piumone le copriva le gambe nude, osservò la stanza, i vestiti di Harry abbandonati sulla sedia alla scrivania, quelli di lei ammucchiati a terra. Si sentiva contenta come non mai, l'atmosfera era quella familiare in cui ultimamente si svegliava sempre, il cuscino impregnato del profumo del ragazzo, la famigliarità di camera sua, i raggi del sole invernale che filtravano dalla finestra, si sentiva sicura, protetta.
- Ti ho svegliato io? - chiese Harry, appoggiato allo stipite della porta, indosso un paio di pantaloni della tuta, decisamente troppo larghi, il petto nudo con i tatuaggi in bella vista.
- Non sei proprio la persona più silenziosa, quando imprechi andando in bagno. -
- Tu e Skye dovete smetterla di lasciare roba a giro nel corridoio, che io ci inciampo ogni mattina. - disse tornando verso il letto.
- Quella roba ... è roba tua, rintronato. - guardò il borsone del ragazzo, appena fuori dalla porta di camera sua.
- E' più bello dare la colpa a te o a Skye. - rise risistemandosi sotto le coperte.
- Troppo facile così. - sorrise lei avvicinandosi e mettendosi comoda contro il fianco del ragazzo, che le circondò le spalle con un braccio.
- Che facciamo oggi? -
- Non so che vuoi fare? - chiese lei appoggiando la testa al petto di lui.
- Non possiamo stare in casa anche tutto oggi ... -
- Beh ieri non sembravi lamentarti ... -
- Se reggi un'altra giornata come quella di ieri io non mi lamento ... -
- No, a mala pena riuscivo a camminare ieri sera. - disse seria. - E ho sentito le tue battutine con mio cugino e Niall. - gli tirò uno schiaffato sul petto, sapendo di non fargli minimamente niente.
- Andiamo a fare colazione a quella nuova pasticceria in fondo alla strada? - chiese lasciandole un bacio tra i capelli.
- Oh si, Skye ci è stata ieri con Niall, e hanno detto che fanno della roba buonissima ... -
- Quei due si parlano di nuovo almeno. - sorrise Harry, visibilmente contento.
- Sono tornati come erano prima di tutta questa storia ... eccetto per l'andare a letto insieme ... ovviamente. - si tirò a sedere, stiracchiandosi. - Vado a farmi una doccia e andiamo, ok? -
- Va bene. - la guardò alzarsi dal letto, e uscire dalla camera diretta verso il bagno. Si allungò verso il comodino e afferrò il telecomando, accendendo la tv e cominciando a fare zapping.

Niall aprì lentamente gli occhi, si sentiva riposato come non gli succedeva da mesi. Il piumone morbido gli copriva il corpo completamente nudo. Sorrise soddisfatto quando si ricordò della ragazza addormentata accanto a lui. Dormiva a pancia in giù, il volto rivolto verso di lui, i lineamenti, tanto familiari, erano completamente rilassati. La schiena nuda era esposta e lui non riuscì a resistere, percorrendo ogni centimetro della pelle della ragazza con lo sguardo. Non sapeva bene come fosse successo, sapeva solo che quando Ebony e Harry, la sera prima avevano salutato lui e Louis, lasciandoli da soli al pub, era successo tutto molto velocemente. Ella, la ragazza che ormai conoscevano bene da quante volte erano andati in quel locale, si era avvicinata chiedendogli se volessero un altro giro e lui e Louis avevano ordinato entrambi un'altra birra. Erano rimasti a chiacchiera fra di loro, per le due ore successive, quando Louis poi si era alzato, dicendo che era stanco e che preferiva tornare verso casa. Niall l'aveva salutato e quando aveva fatto per alzarsi, Ella si era avvicinata per sparecchiare il tavolo. Avevano cominciato a chiacchierare, e quando era venuto fuori che lei stava per finire il turno, Niall aveva deciso di aspettarla. Un'ora dopo stavano camminando per le vie del quartiere, diretti verso una delle pasticcerie notturne preferite di Niall, e ogni secondo che passava con la ragazza, si rendeva conto di come non l'avesse mai veramente notata. Era una bellissima ragazza, aveva dei lunghi capelli castani scuri, leggermente mossi, degli occhi marroni, messi in risalto dal trucco e in più era simpatica.
Tra una chiacchiera e l'altra si erano trovati sotto casa dei ragazzi, e Niall spontaneamente gli aveva chiesto se le andava di salire. Si erano messi sul divano e Niall aveva scoperto che lei viveva a Londra da circa un anno e mezzo, e che il lavoro al bar era solo un lavoretto part time per arrotondare mentre frequentava Giornalismo. 
Poi era successo tutto velocemente, senza che nessuno dei due se ne rendesse veramente conto, le loro labbra si erano trovate e Niall l'aveva gentilmente guidata verso camera sua, dove le chiacchiere si erano trasformate in qualcosa di meno casto.

- Sai pensavo che non ti saresti più fatto sentire ... - la ragazza mora, a sedere sul letto accanto a lui lo guardò, gli occhi leggermente ancora assonnati. Louis, la guardò, chiedendosi cosa effettivamente l'avesse spinto a chiamarla la sera prima. Quando ci era andato a letto qualche giorno prima di capodanno, dopo una festa dell'università, non aveva avuto intenzione di richiamarla, e quando lei gli aveva lasciato il suo numero, era convinto che anche lei sapesse che era l'ultima volta che si sarebbero visti. Ma invece la sera prima qualcosa l'aveva spinto a chiamarla. Dopo aver salutato Niall al pub, era salito in macchina, e mentre guidava verso casa aveva deciso di chiamarla. Con suo stupore lei gli aveva detto che lo avrebbe visto volentieri e che stava giusto tornando a casa dopo una serata in centro con le amiche, così si erano trovati in Russell Square e lui aveva proposto di andare da lui. Non avevano parlato molto, si erano letteralmente saltati addosso una volta chiusa la porta di casa.
- Sarò sincero, non avevo intenzione di farlo ... - sorrise guardandola, indossava solo l'intimo ed era bellissima, lui a sua volta aveva addosso solo un paio di boxer, e vide la ragazza osservargli i tatuaggi. Eleanor, aveva persino un bel nome, e Louis si ritrovò a chiedersi come avesse fatto a finirci a letto per ben due volte, gli sembrava troppo per lui. Aveva dei lunghi capelli castani scuri che le ricadevano in riccioli ben pettinati sulla schiena, due occhioni di un comunissimo marrone ma che brillavano di una luce particolare. Louis le si avvicinò, unendo le sue labbra con quelle della ragazza, sentendola sorridere contro le proprie labbra.

- Fa piano, o va a finire che svegli Zayn e Skye. - Sophia trattenne una risata, guardando Liam, indosso una maglietta e un paio di pantaloncini da basket, che cercava di preparare dei pancake.
- Oh Zayn non si sveglia nemmeno con le cannonate. - rise lui, mettendo un po' di impasto nella padella.
- Sai, fa strano essere di nuovo qua ... - ammise lei guardandolo. Liam, si voltò guardandola, di prima mattina, con indosso una sua maglietta, i capelli leggermente spettinati, e senza trucco, era ancora più bella. Liam se ne era innamorato una volta, e sapeva di non aver mai smesso di farlo ad essere sinceri. Si erano lasciati per motivi stupidi, che nessuno dei due ricordava nemmeno, erano stata entrambi orgogliosi e si erano lasciati sopra uno stupido litigio. Quando poi Liam, la settimana prima, l'aveva rivista nel locale, con quelle che lui sapeva essere la coinquilina e alcune compagne di lavoro, aveva capito di doverla riavere e sapeva di non aver mai fatto scelta migliore di quella.
- E' bello riaverti qua, mancava qualcosa nella mia vita ... e quel qualcosa eri tu. - si avvicinò, baciandola dolcemente. Sophia, sorrise contro le labbra del ragazzo, intrecciando le braccia dietro il collo di lui. Si lasciarono trasportare da quel bacio, scordandosi dei pancake.
- Li ... - sorrise, staccandosi leggermente dalle labbra di lui. - Ne hai bruciato un altro ... - rise guardandolo, voltarsi di scatto verso la padella e sbuffare.
- Ti vanno bene dei cereali per colazione? - chiese arrendendosi.
Rise, scendendo dal piano della cucina, e andando vicino al ragazzo, gli circondò la vita con le braccia e sorrise lasciandogli un bacio a fior di labbra. - Va benissimo, cuoco provetto. -

Skye, si rigirò nel letto, il braccio di Zayn la strinse quasi automaticamente a se e lei ancora a occhi chiusi si ritrovò a sorridere.
- Z ... credo che il tuo appartamento stia andando a fuoco. - biascicò quando un odore forte di bruciato le invase le narici.
- Mmmm ... - il ragazzo, ancora mezzo addormentato non sembrava essere troppo preoccupato.
- Z, sono seria, c'è puzza di bruciato ... - Skye si tirò a sedere, spostandosi con una mano i capelli da davanti agli occhi, guardandolo con gli occhi ridotti a due fessure. Indossava una delle magliette di Zayn, e dei pantaloncini che a malapena le coprivano il fondoschiena, Zayn accanto a lei, steso su un fianco era ancora a occhi chiusi, indosso semplicemente un paio di boxer bianchi.
- Liam, starà cercando di fare il romantico, e provando a cucinare qualcosa per Sophia, ci scommetto quanto vuoi. - si tirò il piumone sopra la testa, cercando di bloccare la luce che filtrava dalle tende tirate. - Non è la prima volta credimi. -
- E se non fosse così? - chiese preoccupata. Zayn si tirò a sedere sentendo il tono preoccupato della ragazza.
Le sfiorò le labbra con le proprie e poi senza alzarsi dal letto urlò. - Payne? -
- Si? - Liam rispose con un urlo.
- Sta andando a fuoco tutto, o sei un coglione come sempre che non sa cucinare? -
- La seconda! - urlò in risposta.
- Visto, te l'ho detto ... continua a provarci, ma con scarsi risultati. - sorrise buttandosi di nuovo a letto.
- Non volevo svegliarti. - sorrise lei guardando. Skye più lo guardava, più si stupiva di quando fosse bello.
- Tranquilla ... - sorrise guardandola.
- Che ore sono? -
Zayn guardò la sveglia sul comodino dalla sua parte del letto. - Le dieci. -
- Che palle, non voglio andare da mia mamma ... -
- Che devi andare a fare? - le accarezzò una coscia, in un modo che Skye riconobbe come puramente innocente.
- Recuperare la mia macchina, ricordi l'ha presa mio fratello. - si buttò sul cuscino, girandosi su un fianco in modo da poterlo guardare negli occhi.
- Ti ci accompagno io. - sorrise spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
- No ma va, vado tranquillamente in metro. -
- Skye, non ho niente da fare ti ci porto io ... - si avvicinò a lei, baciandola dolcemente.
- Prima però facciamo colazione? - chiese sorridendo, per poi unire nuovamente le sue labbra con quelle del ragazzo.

- Non so se mia mamma è in casa, in caso, non darle troppa confidenza ... o non ce ne andremo mai ... - Skye guardò Zayn, impegnato a guidare. Le strade erano semi deserte, il tempo non era dei migliori, aveva smesso di piovere ma faceva più freddo del solito, motivo per cui Skye, una volta in macchina, aveva accesso l'aria calda al massimo. - O puoi anche non entrare, così risolviamo il problema alla radice. -
- Non vuoi farmi conoscere a tua mamma, ammettilo? - Zayn era tranquillo, non sembrava offeso ne tanto meno arrabbiato. Skye lo guardò, leggermente confusa, chiedendosi se fosse vero quello che il ragazzo aveva appena detto, forse lei non voleva farlo conoscere a sua mamma.
- Non ho mai portato nessuno dei ragazzi con cui uscivo a casa ... non erano storie tanto importanti da fargli conoscere mia mamma ... - ammise guardando fuori dal finestrino.
- Se vuoi ... posso non entrare, ci frequentiamo da poco, e capirò se non vuoi farmi conoscere tua mamma. - rallentò ad un semaforo rosso, guardandola per la prima volta da quando avevano iniziato a parlarne.
- No, puoi entrare, non è nemmeno detto che sia in casa, e poi le ho parlato di te, sono sicura che se sapesse che mi hai accompagnato e che non ti ho fatto entrare, mi ucciderebbe. - sorrise guardandolo. - Al prossimo semaforo a destra. - disse poi indicando la strada.
Zayn continuò a seguire le indicazioni che la ragazza gli dava, arrivando circa dieci minuti dopo davanti ad una delle tante villette nella periferia di Londra. Rallentò, parcheggiando davanti al vialetto della casa, dove la macchina di Skye era parcheggiata. La strada era silenziosa e semi deserta, se non per il vicino di casa a spasso con il cane. Skye fece per scendere, quando Zayn le afferrò un braccio.
- E' una ragazza quella che si sta arrampicando fuori, da quella che presumo sia camera di tuo fratello? - sorrideva guardando la sagoma calarsi giù dall'albero.
- Quella è camera mia! - disse Skye, seguendo lo sguardo del ragazzo. - E quella è Emma ... - riconobbe la ragazza non appena toccò terra, era la loro vicina di casa.
- E hai capito tuo fratello. - Zayn si lasciò scappare una risata scendendo dalla macchina, seguendo Skye, che era già scesa e si stava avvicinando alla porta d'ingresso.
- Ehi Emma! - sorrise guardando la ragazza, che si voltò chiaramente imbarazzata.
- Oh ehi Skye. - avrebbe sicuramente preferito sotterrarsi, che parlare con lei.
- La prossima volta che vuoi uscire di nascosto da casa mia, ti consiglio di passare dalla camera degli ospiti, affaccia sul giardino dietro e da sicuramente meno nell'occhio ... fidati lo so per esperienza. - sorrise guardando la ragazza, sorriderle a sua volta annuendo. 
Zayn alle spalle di Skye si lasciò scappare una risata. Skye lo guardò, intrecciando la sua mano con quella del ragazzo e avviandosi alla porta d'ingresso, decise di suonare il campanello, non sicura di avere le chiavi di casa dietro. Sorrise al ragazzo, che le strinse leggermente la mano, cercando di tranquillizzarla. La porta si aprì dopo qualche minuto, la madre della ragazza, sempre vestita elegantemente, sorrise non appena vide la figlia.
- Ehi ciao tesoro. - l'abbracciò, sorpresa di vederla lì.
- Mamma, lui è Zayn ... Zayn mia mamma. -
- Olivia. - sorrise la donna afferrando la mano che il ragazzo le stava porgendo.
- E' un piacere conoscerla. - sorrise Zayn. 

- Dammi del tu, ti prego, mi farai sentire vecchia. - sorrise osservandolo. Accanto alla figlia faccia un bell'effetto, aveva provato ad immaginarselo quando Skye gli aveva parlato di lui, ma era decisamente lontano da quello che la sua mente si era immaginata. - Venite entrate. -

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