I Don't Hate You

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Ross era appoggiato al muro vicino all'ingresso del ristorante, dove il padre aveva prenotato per la cena. Era un ristorante a Chelsea, il solito dove il padre li portava quando si dovevano vedere per un pranzo o una cena. Si era vestito stranamente bene, dei jeans, una camicia celeste chiara, e il cappotto. I capelli mori, diventati forse troppo lunghi, gli ricadevano sulla fronte, vi ci passò una mano per cercare di spostarli. Con l'altra mano, infilata nella tasca del cappotto, cercò il cellulare, per controllare che ore fossero. Era in perfetto orario, nonostante sapesse la tendenza del padre ad arrivare perennemente tardi.
Si guardò intorno, cercando con lo sguardo la sorella. Si erano sentiti quel pomeriggio, e Skye era stata sincera dicendole che non sapeva ancora se sarebbe andata o no. Ross la capiva, sapeva che il rapporto della sorella con il padre non era dei più rosei, come del resto non lo ero nemmeno il suo, ma Skye provava un odio verso il padre che Ross non aveva mai veramente capito. 
Si chiese se, mentre aspettava, gli conveniva entrare nel locale, chiedendo del tavolo a nome Calton, ma quando si sentì chiamare da una voce femminile, il pensiero se ne andò velocemente come era arrivato.
- Ehi! - Skye gli sorrise, scoccandogli un sonoro bacio su una guancia. 

- Credevo non saresti venuta ... - 

- Ero intenzionata a non venire, ma poi ho pensato che non potevo lasciarti ad affrontare questa tortura da solo, ma ... - si strinse nella misera giacchetta di pelle che indossava e Ross si chiese come facesse a non congelare. - Se solo dice qualcosa che mi da fastidio, o fa qualcosa che mi da fastidio me ne vado ok? - Ross annuì, pensando che era già un passo avanti.
- Che dici entriamo dentro, che potresti morire ibernata. - indicò il ristorante con un cenno della testa, Skye sorrise annuendo, malendicendosi di non essersi messa qualcosa di più pesante. Ross aprì la porta, lasciando entrare per primo la sorella, per poi seguirla. Skye chiese della prenotazione al cameriere che si trovava all'entrata, e il ragazzo gli fece cenno di seguirli verso una parte del locale un po' più appartata. Tipico del padre, aveva sempre il terrore che la gente ascoltasse quello di cui parlavano.
- Posso portarvi qualcosa da bere intanto? - sorrise guardandoli. 
Skye si tolse la giacca, sistemandola sullo schiena della sedia e poi si mise a sedere. - Oh per me dell'acqua ... - 

- Per me una birra media. - Ross imitò la sorella sedendosi. Il cameriere sorrise nuovamente e sparì senza aggiungere altro. - Acqua? - chiese Ross, alzando un sopracciglio guardandola. 

- Ho deciso di rallentare un po' con l'alcool. - si strinse nelle spalle, come niente fosse.
- Da quando? - 

- Da stamattina ... - rise guardandolo. - No da quando ... beh sai, ho rischiato il coma etilico ... - abbassò la voce nell'ultima parte, era una cosa che aveva raccontato solo al fratello, la madre non ne sapeva niente e doveva rimanere in quel modo. Ross stava per ribattere, quando videro il cameriere avvicinarsi di nuovo al loro tavolo, seguito da un'uomo di mezza età. Il padre, sorrise ad entrambi mentre si avvicinava, indosso, come sempre, giacca e cravatta, ringraziò il cameriere e poi si rivolse ai due figli. 

- Scusatemi il ritardo, Ether ha tardato a tornare a casa e non mi ero reso conto dell'ora che fosse ... - abbracciò Ross che si era alzato per salutarlo, e quando posò lo sguardo su Skye, fu costretta a fare lo stesso. - Come state? - si accomodarono tutti, non sapendo bene come comportarsi. Skye osservò il padre, era circa tre mesi che non lo vedeva, e lo trovò dimagrito, per il resto era sempre uguale, capelli ben curati, tenuti corti, indosso uno dei tanti completi che possedeva. Si voltò verso il fratello guardandolo, e notando come fosse teso a sua volta. Fu grata di essere andata, Ross non ce l'avrebbe fatta da solo. Ordinarono e il padre gli chiese come stessero andando le cose con la scuola e l'università, Skye si ritrovò a pensare se fosse veramente interessato o se stesse solo fingendo di interessarsi. Le sembrava tutto così stupido, non si vedevano per dei mesi, si sentivano a mala pena e poi quando, finalmente decideva di farsi vivo, si comportava da padre modello, o almeno ci provava.

- Ragazzi ... - guardò entrambi posando la forchetta sul bordo del piatto. - C'è un motivo se vi ho chiesto di vederci a cena ... - era serio e Skye non ne fu per niente sorpresa, c'era sempre un secondo fine. 

- C'era da immaginarselo. - sputò, pulendosi la bocca con il tovagliolo.
- Di cosa si tratta? - chiese Ross. 

- Mi è stato offerto un nuovo posto di lavoro ... - 

Ross lo guardò confuso, era così importate da farli andare a cena in un ristorante tutti insieme dopo mesi che non si vedevano? - Siamo felici per te. - si limitò a dire. Guardando la sorella, confusa quanto lui.
- Non vi ho chiesto di vederci solo per questo ... - ammise il padre. - Smetterei di viaggiare ... ma ... - i ma del padre li spaventavano sempre. "Con vostra madre ci amiamo ma le cose non sono più come erano una volta ..." "Mi dispiace così tanto non potervi vedere di più, ma purtroppo è il mio lavoro"
- Ma? - Skye stava cominciando ad innervosirsi.
- E' a New York, la sede della banca in America ha bisogno di nuovi direttori e mi è stato offerto il posto. - 

- Beh, qualcosa mi dice che non ci stai chiedendo il permesso. - Skye bevve un sorso della sua acqua, guardando il padre. L'uomo la guardò, abbassando lo sguardo pochi secondi dopo, non sopportava lo sguardo della figlia, odiava come lo faceva sentire, ma sapeva che ne aveva anche tutto il diritto.
- E' un occasione che non posso rifiutare ragazzi ... -
- Beh lo capiamo. - Ross era rimasto senza parole, non era come la sorella, non riusciva a dire tutto quello che pensava direttamente in faccia alla gente, soprattutto quando si trattava dei genitori. Odiava la situazione in cui erano stati costretti a crescere e sapeva che Skye si comportava in quel modo per proteggersi e per proteggere lui, ma per una volta voleva riuscire a dire le cose che pensava da solo.
- No, no che non lo capiamo ... - sputò Skye, guardando il fratello.
- In effetti è vero ... cosa vuoi che ti diciamo papà? No non partire, non te ne andare, cosa cambia tanto? Non ti vediamo praticamente mai, sei sempre fuori per lavoro e quando sei a Londra sei sempre con Ether, quindi cosa cambia, sarai a New York e ti vedremo chissà quando, quindi congratulazioni, cosa altro vuoi sentirti dire? - Skye lo guardò a occhi sgranati, sorpresa della reazione del fratello. 

- Ross ... - 

- Cosa, pensavi che fosse Skye a dirti cosa pensava? Beh indovina un po' ... non è l'unica a non sopportare il tuo comportamento. - spostò la sedia dal tavolo per alzarsi. - Grazie della cena, ci rivedremo, chissà quando ... goditi New York. - si alzò, afferrando il cappotto e avviandosi verso l'uscita del locale. 

Skye guardò il fratello uscire, per poi voltarsi verso il padre. - Spero tu sia contento, hai portato anche Ross ad odiarti ... complimenti. - posò il tovagliolo sulla tavola, allontanando a sua volta la sedia dal tavolo. - Hai sempre detto che volevi rimediare, che volevi recuperare il rapporto con noi, ma è difficile quando continui a farci del male, faresti meglio ad uscire direttamente dalle nostre vite, fidati farebbe meno male. - si infilò la giacca, recuperando la borsa da terra. - Buona fortuna per la tua nuova vita a New York. - non aspettò nemmeno che ribattesse, si incamminò velocemente verso l'uscita sperando di riuscire a raggiungere il fratello.

Aveva trovato il fratello fuori dal ristorante, intento ad accendersi una sigaretta, lo guardò sorpresa che fumasse, e rubandogliene una dal pacchetto gli sorrise facendosela accendere. Aveva chiamato velocemente Ebony, chiedendole dove fossero, e quando le aveva detto che erano tutti al pub sotto casa di Louis, aveva chiesto al fratello se gli andava di andare con lei e poi magari andare a dormire da lei. Ross aveva annuito senza dire una parola, e Skye gli aveva sorriso sapendo che aveva bisogno di tempo prima di poterne effettivamente parlare. 
Arrivarono al pub una ventina di minuti dopo, il viaggio in macchina era stato silenzioso, solo poche parole scambiate.
- Ehi, guardate chi vi ho portato? - sorrise sedendosi accanto a Ebony, sulla panca al tavolo a cui erano già seduti i ragazzi. 

- Ehi Ross. - Harry sorrise battendo il cinque al ragazzo. 

- Sera a tutti. - sorrise a sua volta, sedendosi accanto a Louis. 

- Solo voi tre? - chiese Skye, guardando i tre ragazzi. 

- Ci sono anche io a dirla tutta. - Zayn le si sedette accanto scoccandole un bacio su una guancia. 

- Ehi ciao, avevo capito che non uscivi stasera. - sorrise guardandolo. 

- Mi ha convinto Louis, dicendo che passare il sabato sera a casa è un po' da sfigati ... - rise bevendo un sorso della birra che aveva appena preso dal bancone.
- S, vuoi qualcosa da bere? - chiese Ross, alzandosi e facendo per andare al bancone. 

- No grazie per ora no. - sorrise guardando il fratello. Ebony li osservò entrambi, capendo che la cena con il padre non era andata poi così bene, e decidendo che le avrebbe chiesto qualcosa una volta a casa da sole.
- Tuo fratello vero? - chiese Zayn, seguendo con lo sguardo il ragazzo. 

- Lo avevi già conosciuto ... - annuì lei. 

- Non vi somigliate molto ... - appurò il ragazzo. 

- Ce lo dicono tutti, per questo dico sempre che secondo me Ross è stato adottato! - rise rubando un bacio veloce al ragazzo. 

- Com'è andata con tuo padre? - chiese intrecciando la sua mano con quella della ragazza.
- Domanda di riserva? - sorrise stringendosi nelle spalle, facendogli capire che non era nel momento, nel luogo dove parlarne.

- Ti va di parlarne? - chiese Skye, guardando velocemente il fratello per poi tornare a guardare la strada. Erano le due e mezza e dopo aver salutato i ragazzi, Skye e il fratello erano saliti in macchina, direzione casa.
- Tu e quello ... Zayn state insieme? - chiese guardandola.
- Non era quello di cui volevo parlare. - rise lei arrossendo.
- State insieme non è vero? -
- Non proprio, ci stiamo frequentando ... mettiamola così. -
- E Niall? - 

- Ross, non voglio parlare di questo! - 

- Vuoi parlare di papà? E cosa dovrei dirti? Che mi ha fatto incazzare? Che ci contatta per vederci per cena, facendomi pensare che forse voglia davvero avere a che fare con noi, solo per dirci che si trasferirà in un altro paese? - era serio, guardava davanti a se, e Skye sapeva dall'espressione che era al quanto arrabbiato. - Non è così che si comporta un padre, almeno credo, vorrei saperlo con certezza, ma sai cosa? Non lo so, perché nostro padre non c'è mai stato. - la guardò, notando quanto anche lei fosse scocciata dalla situazione, stringeva il volante con entrambe le mani, e le nocche stavano diventando bianche da quanto lo stava stringendo. - Non ho mai capito perché ce l'avessi tanto con lui, sai? Ho sempre voluto credere che fosse solo una cosa passeggera, che le cose si sarebbero sistemata, ma beh a regola mi sbagliavo ... - 

- Odio questa situazione tanto quanto te, ho sempre cercato di proteggerti, mi sentivo come in dovere di farlo, insomma sei mio fratello minore, ma oggi ho capito che non hai bisogno di essere protetto, che dovevi solo reagire anche te e oggi lo hai fatto ... -
- So solo che per un po' non voglio averci a che fare. - 

- Beh hai me e anche la mamma ... ti può bastare? - chiese parcheggiando sotto casa, e una volta spenta la macchina si voltò a guardarlo. 

- Si mi può bastare. - sorrise guardandola. Scese dalla macchina, stiracchiandosi, era stanco e non vedeva l'ora di buttarsi a letto. 
Skye cercò le chiavi di casa in borsa, trovandole stranamente al primo tentativo, e aprì il portone dell'ingresso precedendo il fratello. - Tieni, vai e mettiti comodo. - allungò il mazzo al fratello sorridendo.
- Tu non vieni? - 

- Arrivo, devo prima fare una cosa. - guardò la porta dell'appartamento di Harry e Niall. Ross le sorrise, avviandosi verso la porta dell'appartamento della sorella. Skye appoggiò l'indice sul campanello indecisa se suonare o no. Harry non era ancora tornato, la macchina non era nel piazzale, e sapeva che Niall era a casa, glielo aveva detto il riccio. Suonò il campanello sperando di non averlo svegliato. Sentì trafficare nell'appartamento e dopo due minuti la porta si aprì. 

- Skye! - Niall era sorpreso, indossava una paio di pantaloni da calcio, i capelli spettinati e lo sguardo un po' assonnato. 

- So che è tardi, e spero di non averti svegliato. -
- No a dirla tutta, ero a guardare la tv. - si passò una mano tra i capelli, cercando di sistemarli un po'. - Vuoi entrare? - Skye annuì, entrando e fermandosi nell'ingresso.
- So che ce l'hai con me e che siamo in un periodo di pausa, ma avevo bisogno di parlarti. - parlò velocemente, e Niall chiudendo la porta la guardò come a indicarle di continuare. - Mi spiace, per tutto, non avrei mai immaginato che le cose sarebbero andate così, e non era quello che volevo. Farti del male ... non era mai stato nelle mie intenzioni. Quello che c'è stato fra di noi, non me ne pento, lo rifarei, magari diversamente, ma lo rifarei, e adesso mi odio perché tu mi odi e non mi parli più quando invece io ho bisogno del mio migliore amico. - Niall la guardava, ascoltando in silenzio. - Volevo farti sapere che io e Zayn abbiamo cominciato a vederci, seriamente, niente più solo sesso, e lui mi piace, tanto. Non so questo cosa possa significare per la nostra amicizia, spero solo che tu potrai perdonarmi un giorno ... -
- Io non ti odio, Skye, non l'ho mai fatto e penso che non potrei mai farlo. - Niall era sincero, l'aveva ferito tutta quella situazione, ma non era mai arrivato ad odiarla. - E mi manchi anche tu ... - le si avvicinò, sorridendole. - Penso ... che ne dici se domani ci vediamo per pranzo, potremmo andare in quel posto vicino a Oxford street che ti piace tanto ... -
- Tu odi quel posto! - rise lei.
- Ma tu no, e posso fare un sacrificio per una volta, così mi racconterai tutto quello che è successo in queste settimane. -
- Sembra un ottimo piano. - 

- Allora domani alle dodici e trenta. Fatti trovare pronta. - 

- A domani. - sorrise lei. 

- Notte. - 
Skye, lo guardò, e senza aggiungere altro gli si avvicinò abbracciandolo. Abbraccio che Niall ricambiò, appoggiando il mento sulla spalla della ragazza. - Buona notte. - Skye gli scoccò un bacio su una guancia e poi uscì, diretta verso casa, pronta a litigare con il fratello per avere un po' di spazio nel letto.

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