Chiudere il Cerchio

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Liam quel giorno era rimasto in ospedale protetto da poliziotti, aveva delle condizioni pessime dopo le mazzate dell'autista di Aliénor, ma stava andando tutto secondo i piani, toccava soltanto spifferare chi erano i capi che comandavano Tokyo, tranne il Maestro Haruki. Passarono ore di noia in cui Liam non utilizzò neanche il cellulare, si dedicò soltanto a dormire, ma ad un certo punto entrò una signora anziana, non era un'infermiera ma qualcuno di importante, talmente rilevante da sembrare al di sopra di qualsiasi altro corpo di polizia in Giappone

<<Ben svegliato ragazzo, ovviamente non hai idea di chi sia io vero?>> Disse chiudendo la porta alle sue spalle

<<No, lei come fa a sapere il mio nome? Ci conosciamo?>>

<<Diciamo che io conosco te, anche se tu non sai niente di me>> disse la signora mostrando dei documenti con dati anagrafici di Liam

<<Non mi viene niente in mente>> confessò Liam scuotendo la testa e restituendo i fogli alla donna

<<Mi chiamo Hannah Mayer, faccio parte dell'Interpol e siamo in collaborazione con la polizia di Tokyo>> Liam a quel punto cominciò a sorridere, poi a ridere sempre di più fino ad avere male alla testa

<<Cos'è che ti fa tanto ridere? Pensi che sia uno scherzo?>> Disse la donna innervosendosi

<<Perché l'Interpol ha interessi nell'isola più pacifica dell'intero continente? Cosa volete combattere? I ladri di galline? Il vandalismo? Contrabbando di figurine?>>

<<Perché se il tuo nome è Kenzo Okada, ti fai chiamare Liam?>> Rispose facendo una domanda scomoda

<<Non sono cose che la riguardano>>disse Liam con tono minaccioso

<<Dovrebbero invece, se dobbiamo collaborare, mi serve ogni tipo di informazione anche su di te, dovrò conoscere il mio partner oppure no?>>disse sogghignando

<<Avrai sentito parlare sicuramente dell'organizzazione che è stata appena sconfitta negli Stati Uniti. A quanto pare, secondo alcune indagini, era una Mafia Italiana, o un Cartello che ha trovato come muoversi soprattutto al confine con il Messico, non tutti i membri sono stati catturati, alcuni sono fuggiti chissà dove, e tra i posti sospettabili c'è l'America Latina, Singapore, Arabia Saudita, Islanda, Alaska e...Giappone, probabilmente stanno cominciando ad operare qui in città, non è un caso che solo nell'ultima settimana ci sono stati una trentina di morti uccisi da armi da fuoco>>aggiunse Hannah

Liam era nei guai, doveva soltanto spifferare chi erano i boss di Tokyo alla polizia e togliersi questo peso dalla testa, ma dopo l'arrivo di Hannah non sapeva più che fare, avrebbe potuto tradire Aliénor ed Annie consegnandoli all'Interpol, non per aver collaborato con quella organizzazione, ma per pirateria, terrorismo, omicidio e tanto altro, d'altronde Kenzo non sapeva niente su Annie, pensava che lavorasse per Aliénor e non per il Maestro Haruki, e sapeva soltanto che era l'amante della sua ex ragazza, Helen.

<<Con tutto il rispetto signora Mayer, ho altro da sbrigare, Tokyo sta ritornando pericolosa, il sangue sta ricominciando a macchiare le sue strade, e non è sicuramente opera di qualche latitante, le assicuro che nessun criminale al mondo sarebbe così stupido da ricominciare da zero le sue attività criminali aumentando le sue possibilità di essere preso, mio padre conosceva bene Tokyo, e sapeva che la criminalità era presente ovunque, e non era portata da niente e da nessuno. Vada nelle altre prefetture se vuole, ma qui le assicuro che troverà più ragazzini esaltati e armati di fionda, che uomini d'onore in giacca e cravatta>>disse
mettendosi seduto sul letto e fissando la signora con un falso sorrisetto

<<Buona giornata..>>sussurrò Liam a voce bassa salutando con la mano la signora, mentre lei muta come un pesce se ne andò sbattendo la porta, Kenzo tirò un sospiro di sollievo e prendendo il cellulare chiamò subito Aliénor, Il telefono neanche squillava, era spento probabilmente, a quel punto si rassegnò e decise di riaddormentarsi.
Il giorno dopo venne un amico e collaboratore di Liam, sedendosi su una sedia accanto al letto prese un taccuino e una penna che teneva in tasca e guardandolo negli occhi gli toccò il braccio

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