CAPITOLO DIECI.

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PARTE UNO

Una settimana...

Harry aveva deciso di permettere che Louis facesse quello che voleva, lasciandogli anche l'opportunità di comportarsi da stupido, ma quell'idiota non faceva altro che starsene fuori di casa rendendo terribilmente infelici gli ultimi giorni prima della partenza.

Quando gli mandò un messaggio chiedendogli se poteva tornare in ufficio per un'oretta o poco più quella sera per aiutarlo con una proposta, Harry decise di mettere fine alla sua follia.

Si infilò una camicia trasparente sbottonata per i primi bottoni in modo da mostrare il suo petto, si infila un paio di pantaloni stretti, i più stretti che ha a dire il vero. Indossa i suoi soliti anelli e lascia i capelli sciolti dopo aver messo un pò di schiuma per renderli più morbidi.

Fece in modo di arrivare in ufficio prima di Louis e quando lo sentì arrivare stava già digitando con efficienza delle cifre nel sistema di contabilità.

Lui si fermò davanti alla sua scrivania e le passò una busta di carta unta.

«Ti ho portato la cena».

Harry girò la sedia verso di lui. «Grazie, capo. Sei stato molto gentile». Lui indossava la sua uniforme abituale: jeans sdruciti e maglietta aderente.

Gli occhi di lui furono immediatamente attratti dall'ampia scollatura della camicia. Harry si accorse subito del suo sguardo, perché la mascella cominciò a irrigidirsi.

Harry represse un sorriso. Voltò di nuovo la sedia verso la scrivania per ricominciare a digitare sulla tastiera.

Louis rimase fermo, si schiarì la voce. «Sei... carino».

«Oh, grazie», disse Harry allegramente. «Pensavo di chiedere a se stasera vuole venire a bere qualcosa».

    «A bere qualcosa.», ripeté lui con voce piatta.

«Sì, per rilassarci un po'»

Harry premette il pulsante della stampa e si alzò spingendo indietro la sedia. «Scusami», disse, passando davanti a Louis.

«Potremmo finire un po' tardi», azzardò lui.

Voltandogli la schiena, Harry sorrise. Chi l'avrebbe mai detto che torturare qualcuno sarebbe stato così divertente?

Louis fece un balzo indietro quando Harry si piegò per prendere una risma di carta. «Grazie», disse rialzandosi. «Scrivo nell'elenco delle cose da ordinare che la carta sta per finire».

Louis si passò la mano dietro la testa. Harry notò il familiare rigonfiamento tra le sue gambe e si morse l'interno della guancia.

«Perché non mi mandi la bozza che hai preparato, così io la leggo mentre tu mangi?», suggerì Louis senza guardarlo.

«Va bene».

Diede un morso all'involtino che gli aveva comprato ma era molto più interessato a osservare Louis che continuava a guardarlo attraverso il vetro del suo ufficio.

Decise di controllare la mail e vide che il colloquio di lavoro a Birmingham per la settimana successiva era stato confermato. Questa volta, la solita emozione di un potenziale nuovo inizio non si manifestò.

Harry portò le mani al viso e chiuse gli occhi. Non era una cosa che si poteva evitare. La sua vita attuale non poteva continuare. Louis stava per partire. E anche se non fosse partito, nella sua vita non c'era posto per lui.

«Che succede?».

Harry sobbalzò sulla sedia a sentire la voce di Louis. Era davanti alla sua scrivania e lo guardava. «Mi hai spaventato!

If Only You Were Mine.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora