CAPITOLO CINQUE.

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SECONDA PARTE.

Arrivò in ufficio tanto presto che non ci trovò nessuno. Rivolse immediatamente lo sguardo alla scrivania di Harry. Quando era successo? Come mai era diventato quello, il primo posto in cui guardava ogni volta che entrava in ufficio?

Maledizione. Avrebbe dovuto dire a tutti che non c'era più un responsabile dell'ufficio. Avrebbero fatto domande a cui lui non avrebbe risposto. E le scartoffie avrebbero ricominciato ad accumularsi senza che lui le mettesse in ordine. Ma il suo spazio era di nuovo suo. Ed era quello che voleva.

No?

Non aveva il tempo di occuparsi della visione di una scrivania. Stava ascoltando ormai per la terza volta un messaggio vocale, perché continuava a distrarsi, quando Niall entrò aprendo la porta senza bussare.

«Perché la tua porta è chiusa?»

«Perché la voglio chiusa».

Niall alzò le spalle. «Okay. Prossima domanda: perché il tuo uomo mi ha chiamato per dirmi che sta male e non viene in ufficio?».

Louis balzò in piedi e poi subito sorrise. «Ti ha detto dov'è?».

Niall incrociò le braccia. «No. Tu non lo sai?».

Louis ignorò la domanda e si sedette di nuovo. «Ti ha detto che stava male?». Be', almeno era vivo. Da qualche parte.

«Ha detto che oggi non veniva perché non si sente bene. Come mai tu lo scopri adesso? Come mai non si è semplicemente girato nel letto per dirtelo?»

«Harry non si farà più vedere da queste parti», disse Louis bruscamente. «Fammi fare questa telefonata, poi andiamo insieme al cantiere degli Adams». Riportò l'attenzione al telefono e cominciò a digitare il numero, ignorando Niall e la sua espressione attonita.

«Che c'è?». Louis non aveva intenzione di aggredire Liam, ma sapeva già il motivo per cui lo aveva chiamato. Del resto, era logico che Harry fosse andata subito da luo.

«Bel modo di salutare il tuo fratello preferito». Louis si passò il telefono all'altro orecchio. «Scusami, hai bisogno di qualcosa?»

«Solo di essere rassicurato. Dovevo andare a pranzo con Harry, ma non si è presentato. Non risponde al cellulare e ho provato a chiedere in ufficio ma mi hanno detto che oggi non è venuto. Lo so che sono sciocco, ma...». Liam non finì la frase.

Louis si ricordò dell'altra volta in cui Liam aveva cercato di contattare una persona senza riuscire a trovarlo. Quel giorno, tutte le loro vite erano cambiate, non soltanto la sua.

«Harry non te l'ha detto?»

«Che cosa non mi ha detto? Gli hai dato la giornata libera per andare alle terme? È corso ad adottare un altro cane?»

«Ci siamo lasciati».

Era pronto ad allontanare il cellulare dall'orecchio, aspettandosi un urlo assordante. Ma vi fu soltanto silenzio.

«Lee? Sei ancora lì?».

Ancora silenzio. E poi alla fine una risposta che era un sussurro.

«Ma... Non capisco. Voi siete così...».

«Non funzionava. Volevamo cose diverse». Le parole gli si bloccarono in gola.

«Vi siete proprio... Lasciati? E Harry dov'è?»

«Non lo so. Se n'è andato ieri sera».

«Ma sta bene? Voglio dire... Santo Dio, Louis. Mi sento come se mi avessero dato un pugno. Non me lo aspettavo proprio. Non riesco a immaginare come possa sentirsi Harry».

If Only You Were Mine.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora