If Only You Were Mine.

CAPITOLO DUE

SECONDA PARTE.

A Doncaster era arrivata l'estate in tutto il suo splendore. I fine settimana di Harry erano riempiti da barbecue e camminate con i cani, per non parlare della corsa che stava diventando piano piano meno dolorosa. Quando superò il suo primo chilometro, Zayn gli regalò un porta cellulare e gli scaricò un programma di allenamento mirato sui suoi obiettivi.

L'esercizio fisico ancora non gli dava il beneficio di liberare la mente dai pensieri, ma il sollievo che provava al termine di ogni corsa era sufficiente per spingerlo ad allacciare le scarpe quasi tutti i giorni.

Il suo ultimo progetto prevedeva di dare una rinfrescata all'esterno della casa di Louis. Aveva ridipinto la balaustra e la ringhiera del portico che correva tutto intorno alla proprietà, e stava lentamente aggiungendo dei fiori.

Indossò dei pantaloncini da ginnastica e una delle vecchie magliette sporche di vernice di Louis, prese un cappello da baseball e si mise al lavoro.

Le piante si rivelarono dei formidabili avversari, con radici profonde, ma a Harry piaceva l'attività fisica.

Il sole estivo gli fece scorrere un rivolo di sudore lungo la schiena. Si sedette sui talloni facendo una pausa per bere. Aveva già ripulito più di metà giardino. Se fosse riuscito a tenere il ritmo, il giorno dopo avrebbe potuto concimare.

A casa, aveva ridipinto il portico e l'aveva decorato con vasi colorati traboccanti di fiori estivi. Con l'aiuto di Liam e di Zayn, l'orticello sul retro stava iniziando a prendere forma. Dentro casa, le scale avevano cambiato pelle, lo squallore dovuto all'usura era scomparso e ora brillavano come nuove. La settimana precedente aveva pulito le finestre sia all'interno che all'esterno. Quando passò per tosare il prato, Lottie per poco non si fece venire un infarto, vedendolo arrampicato sulla scala che aveva trovato in garage, intenta a pulire lo sporco invernale dalle finestre del secondo piano.

«Non sei una persona maldestra», Gli aveva detto una volta Louis. «Ma sei una vera calamita per i guai».

Aveva trovato la finestra della stanza segreta di Louis.

Pulì frettolosamente la sporcizia e scrutò attraverso il vetro. La stanza era vuota, tranne che per una serie di scaffali metallici con un sacco di scatole e contenitori. Hary si sedette sui talloni. Qualsiasi cosa Louis tenesse sottochiave in quella stanza doveva essere importante. Probabilmente qualcuno migliore di lui avrebbe lasciato perdere e avrebbe rispettato i suoi spazi e i suoi segreti, ma lui non era migliore di nessuno.

Era Harry.

La finestra del seminterrato non si apriva da fuori, quindi si precipitò a esaminare la serratura della porta.

Dove aveva nascosto la chiave Louis? Harry camminò avanti e indietro. Tornò di sopra, al tavolo nell'ingresso, e prese dal cassetto entrambi i mazzi di Louis. C'erano circa una dozzina di chiavi tra quelle del pick-up, quelle di casa e quelle dell'ufficio. Non ce n'era nessuna con una bella etichetta con su scritto «Stanza segreta nel seminterrato».

Una volta tornata al piano di sotto, si mise a provare tutte le chiavi. Ma nessuna apriva. Si alzò sulle punte dei piedi per controllare se la chiave fosse sullo stipite superiore. Niente. Controllò nel pick-up, sul cruscotto e nel vano portaoggetti, ma non trovò nulla.

Dove potrebbe essere? In un posto che sia a portata di mano, ma non visibile. Si alzò di scatto. Ebbe un'intuizione, si affrettò su per le scale e andò al secondo piano. Dopo aver esaminato le tre stanze da letto inutilizzate non trovò nulla di che. Erano completamente spoglie.

Harry si fermò sulla soglia della camera principale e lasciò vagare lo sguardo. Il comò veniva usato quasi ogni giorno, come anche l'armadio. Sul tavolo sotto la finestra Louis teneva i componenti elettronici, quando non li utilizzava, e i cassetti erano praticamente vuoti.