CAPITOLO TRE.

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SECONDA PARTE.

L'alba. Era il momento del giorno che Harry preferiva, quando poteva vedere quei colori meravigliosi del cielo che si riflettevano sulle acque. Aveva l'impressione che l'alba fosse un regalo dei suoi genitori per dirgli che sarebbe andato tutto bene. Che la vita era bella e che sarebbe stata una follia sprecarne anche un solo attimo.

«Allora, sei pronto per il ritorno a casa di Louis? Arriva la prossima settimana, no?», Gli chiese Niall. Non risentiva minimamente dello sforzo della corsa.

«Sto cercando di non pensarci troppo. Quindi diciamo che la mia mente corre lì solo ogni mezzo secondo, più o meno», sospirò lui. «Non abbiamo avuto molto tempo prima che lui partisse, ma mi sento ancora come se avessi perso un arto – senza offesa – negli ultimi sei mesi. Mi sento emozionato e terrorizzato. Tra le altre cose».

«Perché terrorizzato?»

«La nostra relazione è durata sette mesi, sei dei quali trascorsi ai capi opposti del mondo. Se non gli piacessi più? Se tutto fosse diventato diverso? E se non riuscissi a gestire le motivazioni che lo hanno spinto a non parlarmi di Lucas?».

  Niall si fermò e gli mise una mano sul braccio.

«Cosa c'è che non va? Hai bisogno di fare una pausa?».

Lui sghignazzò. «Ti sembra che io abbia bisogno di una pausa?».

La sua carnagione olivastra brillava di sano sforzo.

«No. Mi sembra che, se volessi, potresti correre comodamente mezza maratona».

«Certo che sì. E smettila di preoccuparti. Voi due avete tutto quello che ci vuole per farcela».

«Ti voglio bene, Niall».

La sorpresa gli illuminò gli occhi.

«Non in quel modo». Harry alzò gli occhi al cielo. «Tu sei la cosa più vicina a un fratello che io abbia mai avuto. Ti voglio bene».

«Be', accidenti. Anch'io ti voglio bene, Haz», disse burbero.

«Non dirlo soltanto perché l'ho detto io!». Harry gli diede un pizzico sul braccio.

  Niall lo abbracciò e gli scompigliò i capelli. «Non è così. Tu sei il fratello che io non ho mai voluto».

Ripartirono entrambi, lentamente all'inizio, per poi riprendere il passo di corsa. «Stai programmando una sorpresa per il ritorno di Louis?».

Harry sbuffò. «Ti viene in mente niente che gli darebbe più fastidio? No. Anzi, mi ha detto che non vuole nemmeno che vada a prenderlo quando scenderà dal pullman. Vuole che lo aspetti a casa».

«Sai benissimo il motivo».

Harry sospirò. «Certo, ma mi dispiace veramente che lui debba venire a casa senza nessuno che vada a dargli il benvenuto. È passato tanto tempo. E io non vorrei sprecare nemmeno un minuto. Se penso a quanto ci metterà a tornare in auto fino a casa... Da quando mi ha detto che sta per arrivare, ogni secondo mi sembra lungo mezz'ora. Voglio solo vederlo. Voglio guardarlo negli occhi e...».

Uscirono dai cespugli proprio mentre il sole cominciava a salire dietro gli alberi. Una figura solitaria in tenuta da combattimento era in piedi davanti a loro, e voltava le spalle all'alba spettacolare.

  «No», sussurrò Harry scuotendo la testa. Era come uno shock, per lui. «Io...».

Lui aprì le braccia e Harry cominciò a correre, volando verso di lui.

Anche Louis, a quel punto, si mise a correre, e si scontrarono a mezz'aria. Lui lo tirò su, stringendolo a sé. Harry gli avvolse le gambe intorno alla vita e gli prese il viso tra le mani.

If Only You Were Mine.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora