Mattia non riusciva piú a guardare in faccia Anna dopo l'ultima volta...
E il fatto che Christian lo avesse quasi praticamente obbligato a risalire a Bergamo per passare anche soli cinque giorni insieme gli riempiva il cuore di gioia, ma allo stesso tempo di inquietudine. Da quando la madre del corvino li aveva beccati a "fare cose" in una delle sue pregiate sale di danza, lui non sapeva piú come comportarsi davanti a loro. Ivan gli dava l'impressione di non sapere nulla, trattandolo come aveva sempre fatto, scherzando con gentilezza. Mentre Anna lo trattava in maniera molto diversa rispetto a prima: non aveva piú quelle attenzioni nei suoi confronti, non gli sorrideva come faceva prima ma lo faceva solo se necessario o per cortesia. Ci stava male e la situazione gli dispiaceva particolarmente dato che lui la trattava come una seconda mamma. Aveva provato a parlarne con Christian, ma lui gli diceva di ignorarla o piú semplicemente di non darle peso. Per questo motivo non voleva salire a Bergamo ma il maggiore ci teneva particolarmente tanto che non aveva saputo dire di no. In quel momento si trovava a Roma per accompagnare sua madre a fare una visita, per poi passare a fare un saluto a una loro cara amica di Zumba che li avrebbero ospitati quella notte stessa.
"Hey, frate, sei arrivato?"
Il primo messaggio ad arrivargli, non appena riaccese il cellulare, ovviamente fu quello di Christian. Anche lui casualmente si trovava a Roma per un evento e da lí era nata l'idea di vedersi per poi risalire da lui e passare un po' di tempo insieme.
"Ciao frate, sono appena arrivato."
"Dove sei?" – era terribilmente tempestivo.
"Non lo so, aspe"
"Come fai a non sapere dove ti trovi, stueteco" – amava e odiava quando l'altro lo sfotteva.
"Sono in piazza,ok?"
"Ci saranno mille piazze a Roma!!! Sii piú specifico."
"Stiamo aspettando a Vicky."
"Menomale che la figa non ti piace, altrimenti mi sarei preoccupato dovuto preoccupare di sta palestrata salterina" – ok, quella non era una battuta da migliori amici e il piú grande in quei giorni si stava lasciando scappare piú di una battuta di quel genere. E lo stava confondendo in una maniera incredibile, soprattutto perché non avevano parlato di quello che avevano fatto e di come si stavano comportando l'uno con l'altro (tensione sessuale apparte).
"Chi ti ha detto che la figa non mi piace?" – ovviamente non gli avrebbe dato il privilegio di averla vinta lui.
"Tu"
"Io ti ho detto che non sono proprio etero, non che non mi piace la figa"
"Matti, con la faccia che ti trovi, fidati che non sei etero" – che voleva dire?
"Perché che faccia ho?" – chiese confuso.
"Hai le labbra da pompino e la faccia su cui verrei mille volte" – che bastardo!
"Idiota, ho mia madre a tre passi da me"
"E quindi?" – ma era scemo? "Tanto siamo giá stati scoperti dalla mia"
"NON È UNA COSA POSITIVA"
"Perché scrivi con le maiuscole?" – era proprio un boomer.
"Perché cosí si urla tramite messaggio"
"Quindi semmai facessimo sex chat, urleresti con le maiuscole?" – un coglione, questo era.
"Ma tu non dovresti posare il cellulare? Non hai un evento?"
"Mi ferisce che tu non sappia i miei orari." – il coglione era anche melodrammatico. "Il mio evento è finito da dieci minuti."
"Perdonami, oh mio signore, non capiterà piú che io dimentichi uno dei suoi orari."
"Comunque questi pantaloncini non rendono giustizia al perfetto culo che ti ritrovi" – iniziò a girarsi a destra e sinistra nel tentativo di trovare colui che non abbandonava i suoi pensieri neanche di notte.
"Tu come sai che pantaloncini porto?" "Dove sei?" "Come sai dove mi trovo?"
"Ho geolocalizzato il tuo cellulare." – e Mattia pensó che poteva anche essere vero conoscendo il temperamento dell'altro, ma era abbastanza sicuro che non ne fosse capace materialmente parlando.
"Sei una pippa con la tecnologia quindi ne dubito." – rispose, vedendo come l'altro gli lasciava il visualizzato.
--Chi è una pippa al telefono? – disse qualcuno dietro lui mentre gli pizzicava i fianchi.
--Chri! – esclamò, gettandogli le braccia al collo.
--Non fai piú tanto lo spavaldo ora che ti ho faccia a faccia, eh. – disse abbracciandolo di rimando.
--Stupido. – sussurrò cercando di allontanarsi.
--Questo stupido ti è mancato peró. – rispose arpionandogli i fianchi con fermezza.
--Touché. – era inutile mentire, era cosí. Anche se si erano visti dieci giorni fa o due settimane fa, era ugualmente troppo per loro.
--Ciao Christian! – esclamò mamma Giulia avvicinandosi al ragazzo per abbracciarlo, mentre dietro di lei Vicky aspettava di salutare il piccolo biondino che aveva visto crescere, tanto fisicamente quanto artisticamente.
--Ciao Giulia, mi fa piacere rivederti. – disse cortese e sincero mentre la abbracciava.
--Ciao zia Vicky! Mi sei mancata!
--Dammi un abbraccio, piccoletto! Anche tu mi sei mancato tanto. Guarda, come sei cresciuto!
--Te l'avevo detto che si era fatto grande.
--E questo bel ragazzo chi è?
--Lui è un mio amico, zia. Si chiama Christian. – lo presentò Mattia.
--Ah sí, Giulia mi ha parlato anche di te. Sei veramente un ottimo ballerino. – disse la donna, facendo arrossire il moro.
--Grazie.
--Adesso andiamo, mio marito ci aspetta in auto.
--Vieni caro. – disse Giulia, rivolta al ragazzo piú alto.
--Io veramente...
--Non puoi venire? – gli chiese il barese dispiaciuto.
--No, posso...Ma non vorrei dare fastidio...
--Nessun fastidio! Gli amici di Mattia sono sempre i ben accetti!
--Grazie. – esclamò con un sorriso.
--Allora forza, dammi questa borsa che te la porto io. – dissero le due donne, andando avanti mentre palavano.
--Prova a guardarle il culo e giuro che te lo taglio. – sussurrò il piú basso vicino al suo orecchio, prima di sorridere come se nulla fosse. E Christian rimase di sasso a quella affermazione, prima di rendersi conto che quello era un chiaro avvertimento che denotava gelosia e sorrise come un ebete al pensiero che il piú piccolo si sentisse "minacciato" dalla presenza della donna-zumba quando lui aveva occhi solo per lui e per il suo di culo.
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Raccolta di OS -Zenzonelli
RomanceRaccolta di Os sui polli ||Tutto è frutto di immaginazione||