Cotta

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Mattia nel corso della sua vita, breve vita dati i soli 19 anni, aveva dovuto fare i conti con tante cose: la quasi perdita di suo padre,  la consapevolezza di non essere del tutto etero, il rifiuto (fortunatamente) della sua ex fidanzatina alle medie,  il fatto che suo fratello Saverio fosse ormai grande, il non avere amici con cui uscire...
Aveva fatto i conti bene o male con un sacco di cose, alcune più trattabili ed accettabili di altre.






Ma fare i conti con la sbandata che si era preso il suo migliore amico da quasi due anni, proprio no.
E che quest'ultimo continuasse a ripetere ed esaltare quanto fosse etero e quanto loro fossero troppo fratellini separati alla nascita, di certo non lo aiutava!
Insomma, vabbè che si era capito, ma perché ripeterlo così tante volte? Spesso gli capitava di chiedersi se il più grande non sapesse tutto e gli stesse dando palo in maniera sottile e "delicata"...










Poi però gli passava quando si ricordava tutti quei comportamenti "ambigui" che tanto lui quanto l'altro attuavano quando erano insieme o erano solo loro due. Come quella volta che aveva sentito sospirare di piacere il più grande quando si era spinto troppo in là con i baci sul collo.
O quando notava l'espressione compiaciuta e soddisfatta del bergamasco quando riusciva a rovinargli tutte le sue conquiste.
Oppure tutte le volte che aveva beccato il moro con la mano sulla patta dei pantaloni quando ballava.
Per non parlare di tutte quelle volte che lo provocava apposta solo perché sapeva che Christian era come una mina non esplosa e lui ci metteva il piede di sopra apposta!










Per quello quando aveva confessato a Christian la sua "crush" per Umberto, il moro non ci aveva proprio creduto (convinto che fosse un altro dei suoi giochetti). Solo quando si era lasciato andare a commenti molto apprezzativi, per così chiamarli, verso il ballerino di latino più grande era quando il bergamasco aveva capito che faceva sul serio.


—Io non ci credo che fai sul serio... - scosse la testa il maggiore con una mano sulla fronte.

—Perché lo dici?

—Forse perché ti passa più di dieci anni! - esclamò, per poi mettersi a sussurrare:

—Ha 33 anni!

—Gli anni di Gesù Cristo quando è morto. - scherzò con un sorriso il più piccolo.

—Quello che morirà sarò io! - esclamò il corvino.

—Come sei tragico! Devi ammettere che è un bel uomo...

—"Uomo" addirittura... - disse con espressione strafottente, sollevando un sopracciglio nella sua direzione.

—L'hai detto tu che a trent'anni, è ovvio che non posso più definirlo ragazzo!

—Mi piacerebbe sapere da quando va avanti sta "crush"? - chiese, imitando le virgolette con le dita.

—Da parecchio...

—Ovvero?

—Che importanza ha?

—È importante! - esclamò il maggiore. —Ti prendi una cotta per uno diverso a sera! E come se non bastasse, non solo i ragazzi, anche le ragazze ti vanno dietro!

—Ora, uno diverso a sera mi sembra un'esagerazione! - esclamò non curante il barese.











Quello che in verità non sapeva il moro era che le sue "continue cotte" per un ragazzo diverso a sera erano solo per dimenticare la sbandata forte e prepotente che si era preso per lui.
Se continuava ad "invaghirsi" di persone diverse, era solo per dimenticare che la persona che voleva davvero e che non poteva avere, o meglio non poteva averla nel modo in cui voleva.
Il ché era anche peggio!
Stare con Christian come amici, anzi come "fratelli non di sangue ma come se lo fossero" era pure peggio!
Significava averlo per metà, dover trattenersi dal fare tante cose che voleva fare, cercare di non illudersi h24...








Raccolta di OS -ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora