Questione di grandezza

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I due ragazzi si trovavano in un hotel dopo l'evento del 2 Giugno in Sicilia, che con loro sorpresa era stato un successo a tutto tondo.
Erano le quattro del pomeriggio e non avevano voglia di fare niente: di uscire non se ne parlava, di dormire neanche perché non volevano perdersi neanche un secondo in compagnia dell'altro, dei videogiochi o della play erano stanchi...
Quindi decisero di ammazzare il tempo conversando un po'.





—Ceh, io capisco tutto, anche vederci bene insieme perché alla fine siamo pure... che so? Carini? - dubitò nel dirlo. Mentre a Mattia saliva un po' d'ansia per dove stava andando il discorso. —Ma da qui a farmi mettere il cazzo in culo da te ne passa di acqua sotto i ponti!

—CHRISTIAN! - strillò il biondo.

—È vero, dai, devi ammettere che oggettivamente quello che lo prende sei tu! - esclamò il moro.

—E sentiamo "oggettivamente" perché?

—Fra, io non lo prenderei mai, spiace.

— Perché io sí?

—Lo sai perché tu sì. - disse con espressione ovvia il maggiore.

—No, non lo so. E non provare a dirmi che ho tratti femminili perché ti dò un calcio nelle palle!

—Uhhhh, che aggressivo... - lo schernì un po'. —Comunque no, non mi riferivo ai tratti femminili, ma a questo. - disse, allungando le mani sul fondoschiena del suo amico.

—Oh! - sussultò per il gesto improvviso.

—Non puoi negartelo, frate. - disse, palpando quella carne a prima vista così appetitosa e morbida.

—Togli le mani! - esclamò arrossendo. —E poi avere un bel culo non significa per forza che io sarei il passivo!

—Come posso dirtelo in maniera carina senza che ti scandalizzi come fai al tuo solito? - si domandò retorico il corvino. —Il tuo non è solo "un bel culo", il tuo è proprio il sogno di chiunque! Proprio è bello tondo, morbido al tatto e-

—Frate, da quando mi guardi il culo? - chiese con un sopracciglio alzato.

—Da sempre. - rispose ovvio. —Siamo stati compagni di squadra, di camera e di coreografie!

—Sei un maniaco! Io non ti ho mai guardato il culo! - lo accusò il barese.

—Ma mi hai guardato altro... - ammiccò con un sorriso malizioso.

—Cosa? Quando!?!?

—Eh parecchie volte... - rise l'altro ragazzo.

—Non è vero!

—Quanto sei falso! Sei falsissimo!

—Sarà capitato una volta... - balbettò, guardando altrove.

—È successo più di una volta e lo sai! - lo prese in giro.

—Sarà successo, sì, ok, sei contento?

—Sì, molto.

—Sì ma non è questo il punto. - disse il più piccolo. —Il punto è che neanche io sono passivo.

—Ma io mica ti sto dicendo che lo sei! Io ti sto solo dicendo che in una relazione tra me e te, saresti tu il passivo. Punto.

—Eh no! Non ci sto! - esclamò, incrociando le braccia sul petto.

—Io sono più grosso, accettalo frate. È per questo che mi vedono come quello che lo mette. - disse con un sorriso di sufficienza.

—Grosso dove!? Sono io quello più grosso!

Raccolta di OS -ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora