Verissimo

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—Quindi è deciso. Prima ti accompagno a fare l'intervista e poi andiamo dai miei. - disse Christian sul treno per Milano.

—Va bene. - annuì il più piccolo, asciugandosi le mani sudate ai pantaloni.

—Hey. - gli prese una mano fra le sue. —Non essere nervoso, ok? Sarà una normale intervista, uguale a quelle che hai fatto in questi giorni.

—Sì, è solo che... Beh... Avrò Silvia Toffanin davanti, non un giornalista qualunque di cui a malapena conosco il nome!

—Se ti può essere d'aiuto, pensa che ce l'hai già avuta davanti. - disse il moro.

—Sì, ma era davanti a uno schermo! - esclamò il il biondo, agitato. —Ora ce l'avrò davanti!

—Sai, può sembrare che solo perché sia la moglie di Piersilvio-

—LEI È LA MOGLIE DI PIERSILVIO?! - quasi urlò.

—Certo, pensavo lo sapessi? - domandò stranito il maggiore.

—L'avevo scordato! - esclamò con il fiato corto.

—Hey, respira! - esclamò Christian, mettendo il suo viso a due centimetri da quello del minore. —Non vogliamo mica che ci arrivi morto lì, eh?

—Chri... - gli sorrise piano e poi gli fece segno di allontanarsi, perché erano in un luogo pubblico e dovevano mantenere un certo contegno.

—Ah già. - sospirò, prima di allontanarsi.

—Mi dispiace... - sussurrò il più piccolo quando vide l'espressione del più alto mutare.

—Non ti devi scusare, va tutto bene... - gli fece un sorriso tirato.








Christian lo sapeva che non era colpa di nessuno se non potevano avere effusioni in pubblico o un qualsiasi contatto fisico, anche se piccolo.
Erano personaggi pubblici e Mattia, in particolare, era nell'occhio del ciclone, essendo il vincitore di Amici22.
Mica era colpa sua, anzi, Mattia era il primo a voler tenergli la mano in treno, a volergli lasciare una carezza sul viso o più semplicemente abbracciarlo quando voleva e come voleva senza doversi giustificare.









Erano riusciti ad abbattere quella barriera in casa, tanto in quella Zenzola come in quella Stefanelli.
Non c'era bisogno di dire niente.
Un giorno avevano iniziato ad abbracciarsi di più, a toccarti di più di quello che già facevano e nessuno gli aveva detto nulla.
Quindi avevano mano mano deciso di lasciarsi un po' andare, almeno in quei luoghi dove sapevano che nessuno gli avrebbe detto di smettere.
Erano gesti innocenti e sicuro ne sarebbe passato di tempo prima che avessero avuto il coraggio di baciarsi davanti alle rispettive famiglie, ma era qualcosa.









—Tua madre mi ha dato una frittata di pasta per il viaggio, sai?

—Tipico... - sorrise il biondino.

—Dovrebbe durarci per tutto il viaggio, ma l'odore mi tenta molto. - disse con tono ammiccante.

—Mangiamone un pezzettino e la metà la lasciamo per il resto del viaggio. - propose a bassa vice l'altro, come se fosse un segreto.

—Ok, piccolo fuorilegge. - disse con tono malizioso il più grande, facendo un occhiolino al contrario che lo fece ridere.









(...)











—Finalmente siamo arrivati! - esclamò il minore, una volta sceso dal taxi.

—Hai tormentato quel povero uomo.

—Sai che non mi va di arrivare in ritardo!

—Strano, tu sei sempre in ritardo! - esclamò per scherzo il corvino, ricevendo una cinquina sulla nuca.

Raccolta di OS -ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora