Capitolo 14

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<Se ne sono andati> mi informa Aron mentre avanza dentro la camera da letto.

<Va bene> rispondo a bassa voce mentre mi stringo ancora più forte nella coperta. Prima quando la mia mente è andata in tilt, ricordandomi per interno il mio primo ricordo con Aron mi sono sentita male, tant'è che ho perso i sensi, almeno è questo quello che mi ha detto Aron.

<Clarice era davvero preoccupata per te> dice convinto mentre si avvicina al letto.

<Certo, pensa che io sono sua figlia> mormoro piano mentre punto lo sguardo su di lui e senza esprimermi a parole lui riesce a capirmi attraverso lo sguardo dato che l'attimo dopo si sdraia accanto a me, facendomi appoggiare la testa sul suo petto.

<Stai bene adesso?> domanda a bassa voce mentre mi stringe ancora più forte a se.

<Sto bene quando tu sei con me> confesso per la prima volta a voce alta. Solo adesso ho trovato una spiegazione a quella sensazione che continuavo a sentire nella sua presenza. Lui faceva già parte di me ecco perché il mio cuore si è fidato di lui sin dal principio.

<Anche io stavo bene quando tu c'eri ma poi sei sparita da un giorno all'altro e ho pensato che fossi tornata in Turchia. Come sei finita qui Lale?>

<In turchia?> domando confusa.

<Si dopo quello che mi hai detto ho pensato che sei tornata dalla tua famiglia>

<Cosa ti ho detto? Aspetta, la mia famiglia vive in Turchia?> domando allibita mentre mi metto seduta nel letto per guardarlo dritto negli occhi.

<Le tue origini sono turche per questo ti chiami Lale> risponde mentre nel pronunciare il mio nome sorride dolcemente.

<Ma Lale significa...>

<Tulipano ecco perché ti prendevo in giro chiamandomi piccolo tulipano>

<Quindi ho il nome di un fiore>

<Hai un nome bellissimo che ho sempre adorato in realtà>

<Qualche giorno fa mi e capitato di entrare in una libreria che si chiamava proprio come me e appena ho messo piede lì dentro ho sentito come se io appartenessi a quel posto>

<Da quello che io so tu hai sempre amato i libri ecco perché una volta arrivata a New York hai deciso di aprire una libreria tutta tua ed è stato lì che ci siamo conosciuti per la prima volta>

<L'ho ricordato sai? Ho ricordato finalmente quella sera quando tu mi salvasti e ci siamo rifugiati dentro la libreria>

<Ed è stato sempre lì dove mi hai parlato per la prima volta della leggenda dei tulipani e da quella sera ogni volta trovavo una scusa per passare in libreria solo per vederti e per ascoltare la tua voce melodica> dice in modo sincero e quando afferra la mia mano per poi rilasciare un tenero bacio sul dorso il mio cuore inizia a fare salti di gioia all'interno del mio petto soprattutto quando ricordo di quella ragazza di cui mi parlò. Lui si riferiva a me, sussurro mentalmente mentre involontariamente abbozzo un piccolo sorriso.

<Non sai quanto ho desiderato che tu tornassi> sussurra piano mentre per la prima volta vedo come lentamente i suoi occhi diventano rossi.

<Cosa è successo tra di noi? Insomma, prima hai detto che io ti abbia detto qualcosa prima che sparissi>

<Noi avevamo legato tanto sai? Eravamo diventati amici, forse più di due semplici amici ma non abbiamo mai avuto il coraggio di confessare quello che reciprocamente sentivamo solo perché io ero sposato ecco perché decidesti che non ci saremo più dovuti vedere>

<Io, questo non me lo ricordo Aron>

<Ma ti ricordi di me>

<Una volta Luke mi ha detto che forse il cuore voleva farmi ricordare l'unica cosa bella che ho vissuto prima dell'incidente> confesso sincera mentre per la prima volta sono io a cercare la sua mano, incrociando le nostre dita proprio come certe volte succedeva in libreria quando lui veniva da me. Ho sempre avuto la sensazione che lui facesse già parte di me è adesso ne ho la conferma ma è sbagliato. Lui non appartiene a me eppure questo forte legame che sento con lui non saprei spezzarlo.

<E questa cosa bella...>

<Sei tu> ammetto sincera. Nonostante ho la mente ma soprattutto i ricordi confusi sono sicura che incontrare Aron è stato la cosa più bella che poteva succedermi nella vita.

<Lale io, ecco...> inizia a mormorare piano in modo impacciato senza sapere cosa dire realmente ma se la sua bocca non trova il coraggio lo fanno i suoi occhi che riescono a trasmettermi quel desiderio che ha di baciarmi, lo stesso che ho anche io praticamente da quando ci siamo baciati per la prima volta sulla pista di ghiaccio.

<È sbagliato> sussurro piano, cercando più che altro di convincere me stessa di questa mia affermazione. Per quanto io nel profondo del mio cuore provo qualcosa per lui è sbagliato desiderare certe cose quando lui è sposato con una persona che apparentemente è scomparsa.

<Eppure a me sembra la cosa giusta> dice in modo sincero mentre mi sistema i capelli dietro l'orecchio.

<La cosa giusta sarebbe quella di scoprire cosa sta succedendo Aron>

<E lo scopriremmo Lale ma dobbiamo essere cauti. Ho pensato molto sai, e non penso che tu ci sia finita qui per puro caso>

<Cosa vuoi dire?> domando sconvolta.

<Non faccio altro che ripensare a Kimberly e al motivo per quale ha deciso di trasformarsi praticamente in te. Insomma, inizialmente ho pensato che lo facesse per ripicca ma adesso non so più cosa credere. È vero, ultimamente lei si comportava in modo strano ma non era pazza. Chi sano di mente farebbe una scelta del genere?>

<Questo me lo sono domandato anche io> rispondo mormorando. Per quanto due persone possano assomigliare non penso che si sottoponessero ad alcuni interventi solo per diventare praticamente una la fotocopia dell'altra. Non solo sarebbe una cosa da pazzi ma sarebbe alquanto assurdo.

<Cosa ricordi Lale? Insomma, qualche mese fai sei sparita, lasciando persino la tua libreria e poi ti risvegli in ospedale prendendo il posto di Kimberly>

<Ecco io, devo raccontarti una cosa> borbotto piano per poi prendermi di coraggio e raccontarli quello che mi ha confessato Miranda riguardo alle voci che girano in ospedale ma non gli racconto solo questo ma anche il fatto che è stato Collin stesso a farmi avere quei documenti.

<Io non capisco>

<Sai quale è la cosa più strana che ancora non riesco a spiegarmi? Molte volte mi torna in mente un ricordo. Continuo a sentire dentro la mia testa la voce di qualcuno che mi urla contro dicendomi di essere la sua prigioniera>

<Ma cosa, di cosa stai parlando?> domanda sconvolto.

<Io pensato e ripensato a quel timbro di voce Aron e se chiudo gli occhi nella mia mente si materializza la figura di tuo cugino Collin> confesso sincera ma al contempo spaventata di tutto quanto. Io sono sicura che Collin c'entra davvero tanto con questa storia e ho paura di scoprire la verità.

<Cosa stai dicendo?>

<Che forse io non sono sparita da sola Aron. Mi hai raccontato che il giorno in cui c'è stata l'esplosione  tu hai visto me, cioè Kimberly in giro per la città e per quanto hai provato a fermarla lei è riuscita a scappare ugualmente>

<Proprio come tu riesci a sfuggire sempre dalle guardie del corpo>

<E se quella che tu hai visto in realtà non era Kimberly ma ero proprio io? Pensa Aron, su quel traghetto c'ero io per questo una volta finita in ospedale tutti hanno pensato che io fossi Kimberly visto la nostra somiglianza ma la cosa che non riesco a spiegarmi è se io sono qui lei dove si trova?> domando davvero preoccupata. Nessuno sparisce nel nulla, eppure con la mia apparizione come presunta Kimberly lei, la vera Kim è sparita realmente.

<E se le è successo qualcosa?> domando a bassa voce mentre strane idee iniziano a farsi spazio nella mia mente.

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