Capitolo 16

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"Buongiorno dormigliona, ho provato a svegliarti ma sembrava come se fossi in catalessi per questo ho lasciato perdere ma sono speranzoso che al più presto ti sveglierai. Spero che l'odore dei tulipani ti mettano di buon umore. Forza, cosa aspetti? Prepararti, ti aspetto la dove tutto ha avuto inizio"

<Ma cosa vuol dire?> mi domando a bassa voce dopo aver letto il bigliettino che ho trovato sul cuscino, accanto ad un bellissimo mazzo di tulipano.

<Ti aspetto là dove tutto ha avuto inizio> sussurro nuovamente mentre ripeto l'ultima frase del bigliettino.

<Ma che cosa è sta roba? Una caccia al tesoro?> continuo a parlare da sola a voce alta ma dopo qualche secondo quando la mia mente inizia a svegliarsi realizzo realmente il contenuto di questo bigliettino.

<Aron mi sta aspettando!> strillo in preda al panico mentre scendo in modo veloce da letto e correre in bagno per sistemarmi in modo veloce.

<Da quando le persone si danno appuntamento in questo modo?> mi pongo da sola questa domanda mentre prendo dall'armadio dei vestiti a caso e senza neanche guardarmi allo specchio scendo al piano di sotto, dirigendomi direttamente nel garage.

<Ciao bambina di Aron> saluto la moto di Ron ma quando mi rendo conto di cosa io abbia appena fatto alzo gli occhi al cielo in modo disperato.

<Sto diventando sicuramente pazza> mormoro piano mentre salgo in sella alla moto e sfrecciare per le vie di New York, lasciando che il vento scompigli i miei capelli. Prima non sapevo neanche che ero capace di portare la moto ma pian piano sono riuscita a ricordare che è stato proprio Aron a insegnarmi di andare in moto e devo ammettere che mi piace la sensazione che provo quando sono in sella alla sua moto.

<E se non fosse qui?> chiedo fra me e me quando fermo la moto davanti alla libreria, la stessa che porta il mio nome. Insomma, nel bigliettino lui mi aveva detto di venire là dove tutto ebbi inizio ed è
qui dove ha iniziato la mia conoscenza con Aron. Così, a piccoli e incerti passi mi avvicino alla porta della libreria per poi aprirla lentamente nonostante c'è il cartello che indica la chiusura.

<Aron> inizio a chiamarlo quando una volta entrata dentro la libreria di lui non c'è nessuna traccia.

<Aron> lo chiamo nuovamente ma quando mi giro per l'ennesima volta, proprio intenzionata a cercarlo, vado a sbattere contro mister muscoli.

<Scusa> diciamo contemporaneamente mentre nello stesso momento ci guardiamo negli occhi e non posso non pensare al fatto che è stato proprio qui che mi sono innamorata dei suoi meravigliosi occhi.

<Pensavo che non venissi> mormora piano per poi respirare sollevato.

<Penso solo di essermi svegliata tardi> borbotto piano, cercando di giustificarmi in qualche modo.

<L'importante è che sei qui> dice piano mentre afferra la mia mano.

<Cosa, come mai hai richiesto la mia presenza qui?> domando curiosa mentre inizio a mordicchiare il labbro inferiore in modo nervoso.

<Volevo che staccassi un po' la spina tutto qui>

<È successo qualcosa?> domando preoccupata mentre lo guardo attentamente.

<Vieni, ti faccio vedere una cosa> dice in modo veloce mentre mi prende per mano per poi guidarmi verso gli ultimi due scaffale, proprio in fondo alla libreria.

<Ma cosa, oh> sussurro in seguito quando vedo un piccolo cambiamento rispetto all'altra volta quando sono stata qui. Da uno scaffale all'altro pendono delle bellissime lucine bianche mentre in mezzo, proprio a terra ci sono tanti cuscini, mentre in un piccolo angolino c'è un contenitore, una vaschetta che all'apparenza sembra proprio quello del gelato.

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