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Stamattina mi sono preparata con una maglia basic e con dei jeans cargo. Non ho portato moltissimi vestiti, ma quelli che ho cerco di mischiarli per fare ottimi outfit. 

Mentre mi dirigo verso scuola, intravedo una persona sullo skateboard. E' sicuramente lui, ma non posso darlo per scontato. Ma perchè ci sto pensando. 

E ovviamente, il mio armadietto doveva bloccarsi. E' la prima volta che lo apro, dato che c'è confusione e c'è anche una rissa in corso, ne approfitto per tirargli un pugno. Si spalanca e sospiro sollevata. Prendo i libri che mi interessano ed entro in aula. Mi siedo all'ultimo banco, vicino alla finestra. Voglio essere il meno possibile visibile. 

-Bene ragazzi, tutti seduti. - mi giro verso il professore e vedo Eli guardare me, il posto di fianco e poi sbuffare. Inspiro profondamente e giro la testa verso la finestra. E' arrivato il momento di disegnare il paesaggio. La mia vena artistica è attiva al massimo da questa vista. 

-dov'è la mia gomma?- chiedo ad Eli. Sono sicura che l'avevo davanti a me. 

-non so di cosa tu stia parlando.- risponde ignorandomi. La ha lui, ci scommetto quello che vuole. Comincio a cercare nel suo astuccio e lui sbuffa. 

-ti ho detto che non la ho io.- e invece eccola. La prendo, sfoggio un sorriso falso e gli mostro il mio nome su di essa. Cancello il mio errore sul foglio e continuo a disegnare. 

-Kate, vuoi condividere con noi la tua attività?- alzo lo sguardo al richiamo del professore. Cerco di svagare o coprire il disegno. Il professore si avvicina e un rumore provenire dalla porta lo distrae. Metto il disegno sotto al banco, ma Eli lo afferra e lo mette nel suo zaino. Mi fa l'occhiolino e accenno un sorriso per ringraziarlo. 

-Pensavo stessi disegnando.- annuncia il professore osservando il mio banco. 

-no, prendevo appunti, e ho cancellato gli errori, tutto qui.- cerco di sembrare più seria possibile e lui sembra crederci. Torna a fare lezione e io riprendo a disegnare su un altro foglio.

Appena la campanella suona, mi dirigo verso il mio armadietto e mi sento inseguita. 

-Kate non correre.- mi giro verso Eli e si ferma per prendere fiato. 

-tieni, lo hai dimenticato.- mi porge il disegno e lo osservo divertita

-puoi tenerlo.- gli dico seriamente. Senza girarmi, vado nella mia prossima lezione. 

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Finalmente torno a casa. La scuola è stancante soprattutto se è nuova. Non mi sono mai fatta problemi nello stare sola, e a quanto pare nessuno ha notato la mia presenza qui. 

-Kate sali.- mi ordina Scott davanti a scuola a bordo della sua auto. 

-perchè? - chiedo confusa osservandolo.

-andiamo. Oh Eli sali.- il ragazzo dietro di me mi guarda e sale in auto con mio fratello. Sbuffo ed entro anche io. Voglio tenermi il più distante possibile da lui. Ci manca solo che si metta a parlare. 

-Vai a casa, non uscire e non cercare nè me nè derek e nè gli altri. Nemmeno la mamma.- mi ordina mio fratello appena davanti casa. 

-Eli, tuo padre è d'accordo nel farti stare da noi per quanto basta.- guardo sconvolta Scott. Non posso vivere con lui, non se ne parla. 

-assolutamente no. Non vivrò con lui in una casa minuscola.- replico imponendomi alla sua decisione

-si beh, non mi interessa. Chiudetevi.- mi lancia le chiavi e ci fa scendere dall'auto. Faccio il dito medio alla sua auto che si allontana. Non ci posso credere. In galera o in quarantena, non so come definire questo incubo. 

Entro in casa e Eli mi segue in silenzio. 

-dormi in camera di Scott, la cucina e il bagno cercali. Non rompermi le palle e fai come vuoi.- dico chiudendomi in camera mia. Lancio lo zaino a terra e afferro i miei coltellini da muro. Ho costruito un bersaglio sul muro e ho dodici coltellini da lanciarci contro. Mi piace tenermi allenata. Soprattutto se riguarda la mia difesa. 

Colpisco ripetutamente il muro, lo avrò fatto per almeno un'ora. 

-Hey...- mi spavento e lancio il coltello contro la voce. Eli spalanca lo sguardo e il coltello vicino al suo fiso fisso al muro. 

-Che vuoi?- chiedo riprendendo la mia arma e posizionandola sul letto. 

-ho ordinato cinese, anche per te.- carino lo ammetto. Mi lego i capelli e scendo insieme a lui in salone. Mangiamo in totale silenzio ed è quasi inquietante. 

-Sai combattere?- gli chiedo poi posando la mia cena finita sul tavolino. Lui sembra sorpreso da questa domanda. Gliela ripeto e alza le spalle. 

-non so nemmeno giocare a lacrosse figurati se so fare a botte.- 

-bene, allora ti alleni ora.- gli ordino togliendogli il pollo fritto dalle mani. 

-ma ho fame.- replica 

-casa mia regole mie. Ora facciamo a botte.- lui annuisce e si mette davanti a me, immobile. Non colpirà, lo so bene. Perciò lo farò io. Gli sferro un calcio e lo schiva velocemente. Mi guarda scioccato e gli sferro un pugno sullo stomaco. Si rialza e mi colpisce sul ginocchio. Resto in piedi e continuiamo a pestarci. Ad un certo punto lo spingo a terra e salgo a cavalcioni su di lui. Gli porto le mani al collo, ma lui poggia qualcosa sul mio. 

-Un coltello? Vuoi uccidermi o stai flirtando?- gli chiedo con un sorrisetto. 

-non so se devo ucciderti o se devo baciarti?- mi risponde lui mantenendo il contatto visivo e un sorriso malizioso. -prima baciami e poi uccidimi, così smetti di odiarmi- rispondo tenendo il gioco. Restiamo a fissarci per qualche secondo e lui prova seriamente a baciarmi. 

-Mio dio regolati! Io scherzavo!- dico scioccata alzandomi da lui. Lo guardo e scuotendo la testa torno nella mia camera. 

do you like me? / Eli Hale (teen wolf)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora