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Restiamo nuovamente in silenzio, ma sta volta non so cosa dire.

-Posso sapere davvero perché non vuoi una relazione?- sbuffo e inspiro profondamente, forse devo dirglielo. Si, deve sapere.

-Circa due anni fa, ero nella mia scuola e avevo un fidanzato. Si chiamava Bred. Io odiavo Brad. Ci stavo assieme solo perché era figo e popolare, e poteva rendermi tale. Perciò ho cominciato a sentirmi apprezzata, invidiata e finalmente c'era qualcosa in me, mi sentivo una celebrità. Il diciotto luglio, andai ad una festa con lui e i suoi amici. Ovviamente alle feste ti ubriachi, io non lo avevo mai fatto, ma Bred mi aveva dato un bicchiere d'acqua con della droga. L'ho capito dopo dieci minuti. La testa girava e c'era della polvere sparsa sul bicchiere. Ero fottuta. Così, mi sono chiusa in una camera da letto di quella casa, Bred mi ha raggiunta, ma non per aiutarmi o consolarmi, lui ha chiuso la porta. E' corso da me, e senza darmi tempo, mi ha stuprata. Io sentivo solamente i suoi schifosi gemiti e il mio corpo muoversi, ma io ero immobilizzata e con gli occhi chiusi, come se fossi morta. Non voglio innamorarmi di nuovo, perché quando l'ho fatto ho subito violenze e sono rimasta traumatizzata. Per questo non voglio una relazione. Ma io voglio stare con te, ad ogni costo, solamente che il mio essere interiore me lo vieta.- appena finisco di raccontare, una lacrima bollente mi riga il viso. La rabbia che provo per il genere maschile è tanta.

-forse dovresti fidarti per una volta.- lo guardo e non so se picchiarlo o se apprezzare il fatto che stia provando a consolarmi.

-ho davvero paura.- non ho mai ammesso a nessuno le mie debolezze, questo significa tanto.

-lo sai che ti puoi fidare di me.-

- ti sto raccontando la mia storia, io già mi fido di te.- lui accenna un sorriso e resta in silenzio, così anche io.

-non tirare mai fuori questa storia, né un accenno né niente. Fai come se non te lo avessi detto.- lui annuisce e mi mostra il mignolo della mano sinistra.

-giurin giurello.- sorrido, è bello che renda tutto meno pesante.

-ora facciamo una follia, una di quelle grandi e pericolose.- annuncio io presa dal momento. Lui sembra eccitato ma contemporaneamente spaventato.

-devi andare qui, a questo indirizzo.- metto sul gps una via che sicuramente non conosce. Me l'ha raccomandato scott qualche anno fa.

Dopo venti minuti arriviamo e mi guarda confuso.

-un tatuatore?- annuisco e sorrido. Voglio fare questo tatuaggio ad ogni costo. Entro e lui mi segue silenzioso. Il tatuatore ci sorride e gli mostro il documento falso.

-Vorrei questa, assolutamente.- indico medusa, sul tabellone. Piccola, molto minimal, ma voglio farlo. Lo voglio fare sulla spalla, dove non posso vederla, ma dove lui si poggiò quel giorno. Così da sopprimere il suo tocco con il dolore dell'ago. E poi è anche il posto dove Eli mi ha morso, perciò doppio dolore.

-io nulla, grazie.-

-hai paura dei tatuaggi?- lo stuzzico

-no, io non ho voglia, poi sono disegni inutili.- sta mentendo e si capisce dal suo tono, da come si muove e dai suoi sguardi.

-hai paura dell'ago. Mio dio, un lupo mannaro spaventato dagli aghi?- dico a bassa voce. Rido a crepapelle appena fa una faccia di ammissione.

-bene, sei pronta signorina?- annuisco e mi siedo sul lettino. Il dolore non è così forte, pensavo fosse peggio. Mio fratello me lo ha descritto come qualcosa di insopportabile.

-ecco qui.- me lo mostra con uno specchio e sorrido soddisfatta. Magnifico, è perfetto. Pago il tatuatore e saliamo nuovamente in auto.

-parliamo della tua paura per gli aghi?- chiedo mentre torniamo a casa.

-no. Non ne parliamo.- mi trattengo dal ridere, ma è davvero imbarazzante. Si ferma davanti casa mia. Non voglio ancora scendere. Ci guardiamo di nuovo. Mi fa perdere la testa ogni volta.

-posso baciarti?- faccio di no con la testa e sembra scioccato.

-devi invitarmi a cena, o organizza un appuntamento. Cavolo stiamo insieme e non lo hai ancora fatto.- lui sorride felice, si, voglio stare con lui. Mi sento al sicuro? No, è inaffidabile e goffo, ma mi rende particolarmente felice e non posso far finta di niente. Devo riprovare a fidarmi.

-domani, cinema e bowling. Sette e mezza, ti vengo a prendere.- scoppio a ridere, è una situazione strana e imbarazzante, non è da noi fare una cosa del genere.

-okay, è davvero strano.- ammette poi con un sorriso sul viso.

-non dirmi niente, lasciami solo convinta della mia decisione.-

-lo sarai.-

-non ne sarei tanto sicura, hai visto con chi sto insieme?- dico ironicamente

-io sto insieme ad una ragazza che può sapere se sono vivo o meno, poco inquietante come cosa, non trovi?-

-e io sto con un ragazzo che se provo a farci sesso, mi infilza con gli artigli o potrebbe mordermi.-

-almeno lui è simpatico.- faccio la finta offesa a questa affermazione

-almeno lei è coraggiosa.- lo sfotto e finge anche lui di offendersi.

-vaffanculo Mccall.-

-vaffanculo tu Hale.- ci fissiamo negli occhi per diversi secondi. Ci avviciniamo l'uno all'altra e ci baciamo. Sta volta è diverso dal solito, più calmo e più dolce. Forse mi piace anche meno.

-invitami al ballo.- dico prima di uscire dall'auto. Lui sorride e poi fa una smorfia contrario. Nessuno dei due è tipo da festa.

-sicura?- chiede con una smorfia 

-si, fammi essere patetica e fai qualcosa di strabiliante.- gli lascio un altro bacio a stampo e poi entro in casa. Sospiro sollevata. Eli mi fa sentire occupata e continuamente con il cuore in gola. Mi sento in ansia a stare con lui, ma un'ansia positiva. Ho continue farfalle nello stomaco e continui penisieri sconci. Lo detesto.

do you like me? / Eli Hale (teen wolf)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora