3 - Un po' di contegno!

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E così l'anno scolastico era ricominciato, e Celaena si fece assorbire in fretta dal ritrovato ritmo delle lezioni.

Certo, a casa poteva alzarsi quando voleva e fare qualsiasi cosa avesse voglia di fare, ma era anche vero che, a lungo andare, tutto quel far niente la annoiava. Aveva anche invitato Orion un paio di volte, ma non potendo andare in esplorazione nei villaggi vicini come facevano gli anni passati ('troppo pericoloso' aveva detto suo padre) avevano presto esaurito i passatempi da svolgere alla magione e avevano finito per annoiarsi come prima.


Adesso invece era sempre occupata: le lezioni, i compiti che le venivano assegnati, lo studio per gli esami finali e i suoi nuovi doveri da Caposcuola. In quanto tale avrebbe infatti dovuto supervisionare il lavoro dei nuovi Prefetti, aiutandoli in caso di bisogno, e con l'inizio del mese di ottobre avrebbe anche iniziato con le ronde notturne, per evitare le passeggiate notturne degli studenti che si credevano più temerari. In realtà quella del coprifuoco era una regola che neanche Celaena aveva mai compreso, e più di qualche volta si era divertita a sgattaiolare di nascosto fuori dal dormitorio insieme a Orion, soprattutto se in programma c'era qualche scherzo da preparare per Stefan.

In più, da qualche anno a quella parte, sembrava che i ragazzini del primo anno avessero bisogno di assistenza per andare da qualsiasi parte. "Per piacere potresti indicarmi la strada per lo studio della professoressa Corvonero?", "Questa è la strada giusta per arrivare in Sala Grande?", "Mi sono perso! Non mi ricordo più come arrivare alla Sala Comune, mi puoi aiutare?".

Domande come queste erano tutt'altro che rare, e ogni volta la giovane strega rimaneva perplessa pensando al fatto che lei, il suo primo anno, non aveva mai chiesto indicazioni a nessuno, anche solo per una questione di orgoglio personale ...


Questo nuovo 'fenomeno' era, secondo lei, facilmente spiegabile con una sola parola: Mezzosangue.

Non ce n'erano mai stati così tanti.


Celaena se ne era resa conto la sera dello Smistamento: un sacco di cognomi nuovi che di certo non rientravano nell'elenco delle famiglie purosangue che suo padre le aveva fatto imparare ancora prima di andare a scuola.

Si chiedeva davvero come maghi e streghe potessero mai 'unirsi' di loro spontanea volontà a gente senza poteri che con loro non aveva nulla da spartire. Di certo non di quei tempi, quando bastava il minimo sospetto, anche infondato, per farti condannare per stregoneria, per condannarti a morte.

I Babbani saranno anche stati privi di poteri, ma Celaena aveva constatato in prima persona quello che un non magico poteva fare a uno di loro, soprattutto se quest'ultimo era stato privato della sua bacchetta. Dopo quello che era successo a sua madre non vedeva certo di buon occhi coloro che professavano di dover provare ad andare d'accordo con i Babbani, di provare a parlare con loro ... quella gente non sapeva ascoltare. Bastava vedere quanti dei loro simili erano stati condannati per stregoneria pur senza avere un briciolo di magia nel sangue, e Celaena condivideva abbastanza di buon grado l'avversione del padre riguardo il permettere a ragazzi come quelli (ovvero metà non maghi) di frequentare la scuola.

Se non altro il fatto di avere almeno un genitore mago sopperiva alla mancanza di educazione e istruzione dei nuovi arrivati. Non era certo un segreto che i Babbani, soprattutto i più poveri, non sapessero leggere, e sarebbe stato davvero un spreco di tempo, nonché una grande seccatura, dover insegnare loro una cosa così basilare.

Per non parlare poi del fatto che, non sapendo leggere né scrivere, non sarebbero neppure riusciti a seguire le lezioni.

La ragazza era comunque rimasta soddisfatta nel notare che nessuno di quei Sanguesporco fosse stato smistato in Serpeverde, ed era esilarata dal fatto che invece la grande maggioranza fosse finita in Grifondoro.

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