10 - La camera segreta

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Era una sala molto lunga, non troppo illuminata da alcune torce appese a dei sostegni di pietra sulle pareti. Ai lati torreggiavano dei pilastri di pietra formati da dei serpenti avvinghiati che si levavano alti fino al soffitto a volta. Infine, sulla parete di fondo, c'era una statua alta fino al soffitto, che era senz'ombra di dubbio la riproduzione gigante di Salazar.

Per il resto la sala era completamente vuota, eccetto per una specie di piccolo pilastro posizionato accanto all'enorme statua del padre, con sopra un cuscino su cui era adagiato quello che sembrava una pietra stranamente e perfettamente sferica.

"Cosa ne pensi?" la voce di Salazar ruppe il silenzio rimbombando tra le pareti spoglie.

"Penso che questa sala sia grandiosa" rispose Celaena entusiasta. "Ma anche un po' spoglia. Non si potrebbe aggiungere qualcosa?"

"Allora dimmi " replicò lui sorridendo, era strano vederlo sorridere dopo tutto quel tempo."Dopotutto questo è uno dei tuoi regali, puoi sistemarla come più ti piace".

Celaena squadrò un attimo la camera come a prenderne le misure.

"Allora... tanto per cominciare aggiungerei ancora qualche torcia per rendere l'ambiente più luminoso e poi... un lungo tappeto che vada dall'ingresso fino a laggiù in fondo, e poi..." e continuò con un lungo elenco di cose mentre suo padre faceva mano a mano apparire tutto dal nulla con un movimento della bacchetta. Alla fine la sala aveva acquistato un aspetto molto più accogliente: le nere pareti, inizialmente nude, erano state coperte con degli arazzi con lo stemma di famiglia; davanti all'enorme statua era apparsa un'ampia scrivania di legno intagliato con tanto di sedia imbottita, e a tre quarti del locale erano stati posizionati due divanetti e una poltrona in pelle con al centro un tavolinetto. Era un misto tra uno studio e un salotto, stranamente familiare e simile alla Sala Comune.

"Direi che così è a posto" commentò Celaena soddisfatta. "Comunque... cos'è questo posto?" aggiunse poi.

"Questa Camera sarà un rifugio sicuro per tutti i miei eredi, anche in futuro" cominciò a spiegare suo padre. "Solo chi ne sarà degno potrà accedervi, in modo da poter continuare a portare avanti il nostro nobile scopo..." continuò poi alludendo alla sua idea di epurare la razza dei maghi dai Mezzosangue, un'ambizione che Celaena conosceva fin troppo bene.

Questa implicazione non piacque molto alla ragazza.

"Per il momento tu la puoi usare a tua discrezione e piacimento. Ti è consentito portarci i tuoi amici, se lo ritieni opportuno, purchè siano assolutamente meritevoli. Non c'è bisogno di dirti che questa camera dovrà restare un segreto, vero?"

"Certo che no" si affrettò a rispondere Celaena. "Cos'è quello?" domandò poi indicando la pietra appoggiata sul pilastrino di pietra. Aveva la strana sensazione di aver già visto una cosa del genere da qualche parte, forse in un libro...

"Ogni cosa a suo tempo" le rispose il padre. "Sappi solo che è molto delicato e sarebbe meglio se non lo toccassi."

"Va bene..."

"Adesso che la sala è di tuo gradimento posso darti l'altro regalo" continuò poi Salazar tirando fuori dal mantello una scatolina di legno intagliato e offrendola alla figlia. Celaena la prese e l'aprì con mani tremanti.

All'interno c'era un medaglione in oro massiccio con una 'S' serpentina incastonata di smeraldi.

Celaena si ricordava bene quel medaglione, eccome se se lo ricordava.

Con le lacrime agli occhi lo tirò fuori dalla scatola e avvicinandoselo alle labbra gli sussurrò qualcosa in serpentese.

Con un piccolo scatto il medaglione si aprì rivelando un piccolo scompartimento.

La Serpe e Il GrifoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora