18 - Bentornata

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Il sonno in cui Celaena era lentamente scivolata non avrebbe potuto definirsi tranquillo.

Stava sognando il giorno del suo Smistamento, quel giorno di sette anni prima quando, per la prima volta, aveva messo in dubbio se stessa.



All'epoca era, se possibile, ancora più legata al padre rispetto agli anni che sarebbero seguiti: avrebbe fatto davvero qualsiasi cosa per lui. Era quindi rimasta molto più che stupita quando il Cappello Parlante aveva deciso che la Casa più adatta per lei non sarebbe dovuta essere quella che tutti si aspettavano.

Nel sogno, però, non aveva fermato il verdetto del copricapo, ed era stata dichiarata 'Grifondoro'.

Mentre si avviava al tavolo della sua nuova Casa si trovò davanti Scorpius –cosa alquanto strana visto che lui avrebbe cominciato a frequentare la scuola solo due anni dopo- che le sbarrava la strada.

"Sei una codarda. Una codarda e una traditrice!" la accusò.

Alle sue spalle anche il padre l'aveva raggiunta: "Ha ragione, sei una traditrice. Non sei più degna di far parte di questa famiglia, non sei degna di portare il nome di Serpeverde!" e così dicendo le strappò dal collo il medaglione con la 'S' incisa sopra.

Non si era neanche accorta di averlo addosso.

Lasciò di corsa la Sala Grande spalancando il portone di quercia: ora si trovava all'esterno della scuola, nel parco subito fuori dal portone d'ingresso.

Aveva di nuovo diciassette anni.

Indossava il solito vestito scarlatto e i suoi piedi cominciarono a muoversi da soli come succedeva sempre, ma quella volta non avrebbe cercato di opporre resistenza. Quella volta lei voleva arrivare fino in fondo, alle sponde del Lago.

La scena però era cambiata: Stefan non sorrideva come al solito e non sembrava particolarmente contento di vederla.

"Sono arrivata" disse lei timidamente

"E tu cosa ci fai qui?" domandò lui in modo sgarbato

"Sono arrivata" ripetè lei. "Non sei contento?"

"Dovrei?"

"Io..."

"Sono stato sincero con te, ho provato a capirti, non ti ho mai giudicata. Mi sono innamorato di te e tu mi hai spezzato il cuore. Adesso basta" e appena finì si incamminò vero il castello lasciandola sola.

"No! Aspetta, mi dispiace..." ma il Grifondoro era già sparito.

Si sentiva tremendamente in colpa ma non sapeva perché: di cosa stava parlando?

Si stropicciò gli occhi per non piangere. Quando li riaprì era in un luogo ancora diverso: la torre di Astronomia. Però vedeva il posto da un'angolazione strana, come dall'alto.

Nell'aula due ragazzi sembrava stessero discutendo, con un grido soffocato Celaena li riconobbe: erano lei e Scorpius.

Ad un certo punto vide il ragazzo puntarle contro la bacchetta e pronunciare un incantesimo: Oblivion...

Nel momento stesso in cui finì di pronunciarlo una fitta le perforò la testa facendola lacrimare e tutto divenne nero.

Una serie di immagini cominciarono a scorrerle velocemente davanti agli occhi: lei che sorrideva distesa sopra un tavolo delle cucine mentre Stefan la guardava preoccupato; lei e Stefan che venivano rimproverati da un ritratto per aver riso troppo forte e averlo svegliato durante una ronda notturna; lei che piangeva davanti al ragazzo dopo avergli parlato di sua madre; Stefan che la teneva stretta ballando insieme a lei a Hogsmeade in una notte di luna piena; Stefan che le augurava buon compleanno e la baciava...

La Serpe e Il GrifoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora