12 - Doccia ghiacciata

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Era piuttosto buio, aveva freddo, un gran mal di testa e non sapeva dov'era.

Celaena aprì gli occhi sbattendo più volte le palpebre, abituandosi pian piano alla scarsa luminosità.

Un'occhiata le bastò per riconoscere il luogo in cui si trovava, un'altra per ricordarsi che in quei giorni ci andava spesso, ma quello era tutto. Per quanto ne sapeva era arrivata lì quella mattina e aveva dormito fino a quel momento.

Tutta intirizzita si tirò su e lasciò la torre.

I corridoi erano deserti e silenziosi: era ora di cena, e tutti gli studenti rimasti a scuola erano andati a mangiare. Si avviò a sua volta verso la Sala Grande, avendo come l'impressione di essersi dimenticata di qualcosa, qualcosa di importante.

Nessuno fece particolarmente caso a lei quando entrò nella Sala, e si diresse indisturbata verso la tavola dei Serpeverde, con lo stomaco che brontolava.

Dall'altra estremità del tavolo suo fratello stava sorridendo in modo poco rassicurante: chissà cosa aveva combinato. Decise che in quel momento non era un suo problema.

Si lasciò cadere sulla panca, proprio di fianco a Orion, commentando la montagna di cibo che il ragazzo aveva nel piatto con un "Fame, eh?". Dopodiché prese un piatto a sua volta e si apprestò a riempirlo:anche lei era davvero affamata.

Quando Celaena gli aveva parlato in modo così allegro e spensierato a Orion andò il boccone di traverso. Quando finalmente smise di tossire le disse: "Sei seria?"

"In che senso?" domandò lei con la bocca piena, guardandolo curiosa.

"Pensavo che dopo stamattina non mi avresti più rivolto la parola... io certo ho esagerato, ma anche tu non ci sei andata leggera. È solo che pensavo che avresti potuto dirmi prima di te e Stefan..." ci aveva pensato tutto il pomeriggio, ed era arrivato alla conclusione che, per la sua migliore amica, avrebbe anche potuto sopportare di avere un Grifondoro tra i piedi.

Questa volta fu il turno di Celaena a farsi andare di traverso il succo di zucca che stava bevendo in quel momento.

"Io e Grifondoro cosa, esattamente?"

Orion la guardò come se gli fosse sfuggito qualcosa: "Non eravate diventati amici...?" azzardò cautamente.

A quel punto un ricordo si affacciò nebuloso e sfocato alla mente della Serpeverde: lei e Orion, in Sala Comune, che litigavano animatamente. Era successo quella mattina, ma a lei sembravano secoli. Inoltre l'idea che il litigio fosse insorto per una presunta amicizia tra lei e Grifondoro le sembrava ridicola.

"Mi sa che hai capito male... forse mi sarò costretta a sopportarlo per le ronde di notte, ma definirci amici mi pare oltremodo esagerato. Anzi, sai cosa? Appena ricominciano le lezioni andiamo dalla Tassorosso e mi faccio cambiare di coppia. Non ne posso davvero più! Magari se vieni anche tu sarà più convincente..." e chiuse così il discorso tornando a concentrarsi sul piatto.

Dopo qualche secondo Orion seguì il suo esempio smettendo di farsi domante: la sua amica sembrava essere tornata quella di un tempo, e al momento a lui andava bene così. Di certo non le avrebbe mai capite, le ragazze.


...


Con la ripresa delle lezioni Celaena poteva dirsi soddisfatta: aveva fatto tutti i compiti e costretto Orion a farli anche lui, per la prima volta in sette anni. Aveva portato l'amico nella Camera Segreta –dietro garanzia che non l'avrebbe rivelato ad anima viva, o morta- e insieme avevano elaborato un bello scherzetto per Stefan come regalo di 'bentornato': prevedeva soltanto un po' di ghiaccio e l'acqua del Lago Nero.

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