Stefan non riusciva a credere a quello che era successo.
Quella che era sembrata fin da subito una circostanza particolarmente spinosa a cui avrebbe rinunciato volentieri si era appena trasformata, sbocciando in una situazione a cui non avrebbe mai rinunciato, se non altro per vedere come sarebbe andata a finire.
Era contento e perplesso riguardo al fatto che Celaena avesse accolto di buon grado l'idea della tregua, ma non sapeva come interpretare il fatto che la ragazza avesse accettato la proposta così in fretta.
Che stesse per giocargli un altro brutto tiro?
L'inimicizia tra lui e la Serpeverde era una cosa che ancora non riusciva a spiegarsi fino in fondo.
Tutto era cominciato al primo anno: tra gli avvertimenti del padre riguardo la famiglia Serpeverde e i comportamenti da 'superiore' che Celaena era solita adottare, aveva trovato fin troppo semplice prenderla in antipatia, e le idee della ragazza riguardo la 'purezza' del sangue e della razza dei maghi non avevano fatto altro che renderla ancora più ridicola davanti ai suoi occhi. Per lui quelle 'teorie' semplicemente non avevano senso.
Ma questo era quando avevano ancora undici anni e non sapevano ancora come andava il mondo.
Stefan aveva infatti sperato che, con il passare degli anni, Celaena si sarebbe lasciata alle spalle quei pregiudizi, a suo parere infondati. E invece non era stato affatto così, semmai il contrario.
Però, in verità, lui dopo un po' aveva cominciato a stancarsi: finchè Celaena era solo una ragazzina scorbutica tutto andava bene, ma poi era cresciuta –tutti e due erano cresciuti- e Stefan aveva notato che il suo punto di vista su di lei era inevitabilmente cambiato.
Sarebbe stato cieco per non notare che Celaena era diventata proprio una bella ragazza, e come quasi ogni ragazzo della scuola aveva finito per prendersi una cotta per lei. Renderlo pubblico era però fuori discussione, e fortunatamente le 'battaglie' che frequentemente ingaggiava con lei erano senza dubbio una buona distrazione. Non poteva comunque evitare di sentirsi male (o comunque non bene) per ogni cosa cattiva che le diceva, per ogni tiro mancino che le sottoponeva, e non di rado ormai si chiedeva come sarebbero andate le cose se invece fossero stati amici.
Questi pensieri, uniti al fatto che effettivamente quella mattina, scendendo a colazione, si era dimenticato i libri in dormitorio, lo fecero arrivare tutto trafelato e in ritardo alla lezione di Trasfigurazione che Grifondoro avrebbe seguito insieme a Tassorosso. Fortunatamente la professoressa Corvonero non si arrabbiò più di tanto e non ritenne opportuno togliere punti a Grifondoro.
Sollevato e ancora con il fiatone Stefan si lasciò cadere sulla sua sedia, vicino a uno dei suoi migliori amici, Nicholas, che gli aveva tenuto il posto.
"Si può sapere che fine avevi fatto?" gli chiede Nick dopo che ebbe tirato fuori il materiale per la lezione.
"Non hai neanche finito la colazione e sei scappato via come se avessi avuto un troll alle calcagna! E ti consiglio di far sparire quel sorriso ebete dalla faccia: ti stanno guardando tutti..."
Effettivamente era vero, più di qualche sguardo curioso si era rivolto verso di lui, soprattutto quando la professoressa aveva voltato loro le spalle per scrivere alla lavagna.
Si affrettò ad assumere un'espressione più seria e consona e rispose vagamente all'amico: "Lascia stare, ok? Sono solo felice".
E diceva sul serio: nonostante Celaena avesse sottolineato che la loro era solo una tregua, lui era comunque deciso a trasformarla in qualcosa di più duraturo, così che finalmente avrebbe potuto provare a conoscere la vera ragazza che si nascondeva dietro quegli occhi verdissimi e l'espressione fredda.
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La Serpe e Il Grifone
FanfictionDal Testo: ...L’unica cosa che proprio non sopportava era Grifondoro o, più precisamente Stefan Grifondoro. Il che era naturale se la Casa in cui eri stata smistata era Serpeverde, e il tuo nome di battesimo era nientemeno che Celaena Astoria Serpev...