Cap 33

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Fu solo la voce di Tuen a rompere la nostra bolla e a farci ripiombare di schianto nella realtà: "Tremila metri alla destinazione, signore, come da lei richiesto. Attivati schermi di mimetizzazione. Altezza millecinquecento metri da terra"

Iliakòs risollevò la schiena e riprese la sua postura militare: "Grazie Tenente. Rimaniamo in posizione fino a notte e poi agiremo. Tempo?"

"Un'ora e trentadue minuti al tramonto, signore" fu la pronta risposta della trappistiana.

"Bene. Avvisa l'equipaggio. Quando le ombre saranno diventate profonde, attaccheremo."

Non aveva tolto un solo istante gli occhi d'oro dai miei, mentre parlava con T21, come a supplicarmi di non interferire e io non lo feci. Solo dopo che la comunicazione fu interrotta, mi trovai nel bisogno di sapere: "Siamo già nelle lande glaciali?"

"Sì, sei stata incosciente per quasi due ore e... no, non puoi venire, sei troppo debole!" si affrettò a precisare.

Lo guardai sospesa per un lungo istante e lui capì che stavo soppesando ogni possibilità, senza però trovare una soluzione. Lo vidi certo di vincere questo dibattito e irremovibile. Infatti, aveva ragione: dovetti confessare a me stessa che non ero neanche in grado di issarmi in piedi, figuriamoci seguirlo nell'assalto al bunker degli SdR.

"D'accordo..." accettai, con una smorfia di rassegnazione. Come faceva ad essere così tranquillo, sapendo ciò che ci aspettava? "Ma ho paura..." gli confessai.

"Non devi! Ci sarà Lir't con me e quell'omucolo sporco che tu chiami amico..." vidi chiaramente la soddisfazione nelle sue iridi nel denigrare Damian a quel modo. Sorrisi divertita dal suo astio. "Ho avuto l'impressione che tu ti sia voluto prendere una piccola soddisfazione, poco fa, qui fuori?" indagai. Le sue labbra si contorsero in una smorfia beffarda: "Ho solo ricordato al capo dei segnalati chi comanda su questa nave..." il suo tono divenne più profondo. Mi spostai sul lettino, cercando una posizione che mi desse meno dolore, imbarazzata per il modo in cui aveva parlato, fiero e incredibilmente colmo di testosterone, cosa che fino a quel momento non pensavo fosse una caratteristica anche dei Ryut.

Iliakòs mi fece distendere di nuovo e mi coprì con la coperta termica, solo dopo aver controllato con i propri occhi che la ferita non si fosse riaperta. "Chiederò al tenente Tuen di tenerti aggiornata sulla situazione. Potrai andare in sala comandi, se te la senti" ritornò senza pudore al discorso principale, evidenziando ancora di più che non gli interessava né Damian né tutto ciò che lo riguardava. Annuii, felice di poter rimanere in qualche modo in contatto con lui grazie a T21.

Sentimmo bussare alla porta, che slittò sulle guide con un soffio, mostrandoci l'immensa figura di Lir't. "Ciao bambina, vedo che ti sei svegliata!" mi salutò con enfasi. "Siht mi ha chiesto di venire a controllare come andava, ma vedo che hai trovato una compagnia... migliore della mia" ci prese in giro, sorridente. Non potei fare a meno di sorridergli di rimando. Aveva sempre questo effetto tranquillizzante su di me, come se, insieme a lui, fossero entrati nella stanza i colori dell'arcobaleno. Inverosimile, considerando la stazza e l'aspetto da guerriero assassino che invece mostrava al resto del mondo, Iliakòs compreso.

"Siamo pronti?" intervenne il comandante, riportandoci bruscamente alla realtà. Lir't annuì lentamente e riportò interrogativo lo sguardo su di me.

"No, Jewel resterà nella navicella: è ancora troppo debole." Fu il comando perentorio al vice comandante.

"Ma certo..." rispose il gigante Ryut, pur continuando a fissarmi. Allora fui io a chiarire l'unico punto fondamentale che mi interessava: "Ricordati la promessa..." lo ammonii. Lir't mi sorrise dolcemente, comprensibilmente contento che io ribadissi, una volta ancora, quanto profondo era il mio bisogno di sapere Iliakòs sano e salvo.

Come artigli sul vetroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora