Avrei voluto pentirmi di ciò che avevo fatto. Che cosa ci avevo guadagnato? I buchi sul collo, che in quel momento stavo disinfettandomi davanti allo specchio. Degli squarci profondi e infuocati, che non ne volevano sapere di smettere di sanguinare.
Eppure, una parte di me era orgogliosa del mio comportamento. Come mi sarei sentita, se lo avessi lasciato morire sul ciglio della strada? Così almeno ero consapevole che, nonostante l'odio inesorabile che provavo per i Ryut, la mia coscienza umana non distingueva fra una vita rispetto ad un'altra.
C'era stato un istante, quando quei crudeli occhi gialli mi avevano guardato esterrefatti, che avevo riconosciuto un sentimento, un moto d'animo umano in lui, cosa che fino a quel momento non avevo considerato possibile. Le avevo lette tutte nei suoi occhi le reazioni a ciò che gli stava accadendo: lo stupore, la paura, il dolore. Forse gli stessi pensieri che egli stesso aveva letto nei miei, quando i suoi artigli si erano conficcati nella mia carne.
Coprii le ferite con due garze adesive, ma facevano davvero male. Guardai l'orologio e capii che non valeva più la pena di coricarsi. Uscii dal bagno e gettai uno sguardo di rassegnazione al mio bel lettone morbido, poi lasciai la camera per rassettare in cucina. Avvolsi il tappeto imbevuto di sangue e lo trascinai fuori della porta: oramai era da buttare. Passai lo straccio sulle mattonelle, cercando di togliere le strisce di sangue che aveva lasciato mentre lo trascinavo: a vederle così davano l'impressione che ne avesse perso davvero parecchio, eppure, quando era fuggito via, si teneva sulle sue gambe, molto più che saldo...
Quell'immagine stranamente mi riportava qualcosa di amaro in bocca, ma non era odio. Non riuscii a definirlo, così andai a fare la doccia e poco dopo lasciai l'appartamento, pronta per una nuova giornata di lavoro. Buttai il tappeto nell'immondizia e andai alla fermata.
Il mio quartiere era dedicato alle persone che lavoravano subito fuori città, quindi usufruivamo di un servizio di trasporto, almeno all'andata, attraverso le formidabili navette volanti a energia solare. La prima volta che ne avevo presa una, mi era sembrato di morire: quando si era sollevata da terra, il mio stomaco era rimasto sul terreno e quando aveva iniziato a muoversi in avanti, ad una velocità disumana, avevo capito che il mio organismo non era fatto per quegli aggeggi.
Molte delle persone che salivano con me ritenevano stupefacenti quei mezzi di trasporto, che i Ryut avevano portato dal loro pianeta: si caricavano con i raggi solari, non producevano nessuno di quei gas tossici, che avevano inquinato per un secolo la nostra atmosfera, a causa dei combustibili fossili che usavamo noi.
Non potevo negarlo: il pianeta Terra amava i Ryut e le loro scelte naturalistiche.
Eravamo noi essere umani a non poter dire lo stesso. Ci avevano sconfitto in soli pochi mesi di guerra, ci avevano sottomesso e avevano modificato tutti i nostri principi di libertà, conquistati in secoli di storia.
E' vero che eravamo lasciati liberi di muoverci all'interno delle città, ma mi avevano costretto ad abbandonare la mia famiglia, mi avevano lasciato nell'ignoranza più totale e soprattutto, ogni sera, visto che il ritorno dalle campagne non era proprio dei più agevoli, rischiavo di essere fucilata, perché in giro dopo il tramonto.
Avevano razionato le risorse e ci stavano sempre addosso, con quei loro asfissianti sistemi digitali di controllo. Eravamo liberi di muoverci da un quartiere all'altro, ma sorvegliati in ogni istante. Non solo da telecamere e droni, ma anche da squadre antisommossa di Ryut.
Ripensai alla sua divisa: non era nera come quelle dei guardiani, era grigio chiaro. In più, aveva la pistola e non il fucile. Non avevo visto nessun casco, anche se poteva averlo tolto prima che io lo incrociassi.
Cominciai ad analizzare con più obiettività i fatti di cui ero stata testimone la sera prima. Salii sulla navetta e mi agganciai alle staffe, sedendomi in un angolo in fondo.
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Come artigli sul vetro
Science FictionDi solito nei libri di fantascienza arrivano gli alieni, invadono la terra e inizia una guerra estenuante che dura secoli. I Ryut invece hanno sempre mostrato il loro animo pacifista, da quando sono arrivati sul nostro pianeta, hanno ripristinato i...