CAPITOLO 1

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Nonsembrava un ragazzo coraggioso, non sembrava neanche tanto valoroso eneppure audace. Non perché non lo fosse, ma perché secondo lui nonvaleva mai la pena tirare fuori questi attributi. Il mondo in cuiviveva lo annoiava, la sua vita gli passava velocemente davanti agliocchi senza che nella sua mente apparisse qualche attimo vissuto inpassato che valesse la pena di rivedere. Come tutti, aveva avuto nelcorso della sua vita degli attimi di felicità infinita, comel'ultimo giorno di scuola, o quel compleanno in cui la bambina piùcarina delle elementari gli aveva dato un bacio sulla guancia, emolti altri momenti che nell'istante in cui accadevano sembravano itraguardi più grandi della vita. Ovviamente, non aveva piùimportanza cosa fosse accaduto. Adesso che Daniele era diventatogrande, gli importava solo del suo futuro. E oltre alla sua vita,nella sua mente volavano anche dei pensieri, delle paure, chediventavano pian piano delle paranoie: potrà mai diventare qualcunodi importante? Qualcuno che cambierà il mondo? Qualcuno che valga lapena di segnare sui libri di storia, come Federico II, o GiovannaD'Arco, o Cristoforo Colombo? O una volta morto sprofonderànell'oblio? Queste domande lo tartassavano, lo agitavano, non lofacevano dormire la notte. Voleva diventare qualcuno di una certaimportanza, voleva dare un contributo all'umanità. Ma cosa potevafare? Era solo un ragazzino di sedici anni, senza ambizioni, privo difiducia e di speranze. Aveva problemi in famiglia, di bullismo e discarsa autostima. Il pensiero della morte era sempre e costantementenella sua mente, il pensiero di sprofondare nel nulla, nel vuoto.L'oblio era la sua paura più grande, ma non solo: un altro dei suoiincubi più ricorrenti era il labirinto della sofferenza. Non èfacile spiegare il labirinto della sofferenza, ma chiunque sa cos'è,perché tutti noi abbiamo o abbiamo avuto un periodo della vita, incui la sua presenza si percepiva particolarmente. E il labirinto diDaniele si è sempre fatto sentire, da quando era piccolo fino a quelmomento, dove la sua vita è cambiata radicalmente. Quando camminavaper strada, non badava a tutto ciò che lo circondava, alla strada,alle persone: se ne stava a testa china, si guardava la punta deipiedi e si chiedeva perché tutto esiste, come mai era fatto così ecome era stato creato. Gli piaceva farsi domande su domande, darsi ericevere risposte ovvie o scontate: ma cosa sarebbe successo se a unadomanda non c'era risposta? Una catena per quanto possa essere lunga,prima o poi finisce, o forse no? Forse esiste d'avvero una catenainfinita di domande a cui si possono dare risposte e alle quali sipossono collegare altre domande. Ma per quanto lui si sforzasse, lacatena finiva con una domanda senza risposta.

Ovviamentequeste sue paranoie non le conosceva quasi nessuno perché, insomma,chiunque avrebbe pensato che Daniele fosse uno svitato e tra tutti isuoi problemi, l'infermità mentale era l'unica che gli mancava. Laprima volta in cui parlò con il suo migliore amico, Marco, di questisuoi pensieri e paure, è stato l'inizio per Daniele della ricercadella catena perfetta, quella infinita, quella cui si poteva sempredare una risposta. Ma Marco non sembrò capire qual era il problema eperché si ostinasse a perdere tempo nel farsi domande inutili. Lamorte. La morte era l'argomento che lo assorbiva maggiormente.Pensava spesso al suicidio, per uscire dalla sua situazione e da quelmaledetto labirinto, dato che sembrava l'unico modo per uscirne, maanche perché la voglia di conoscenza, di scoprire l'ignoto, disapere cosa c'è effettivamente dopo la morte lo stuzzicava molto. Maforse c'era un altro modo per uscire illesi dal labirinto e saperecosa ci aspetta oltre l'ultimo respiro, l'ultimo pensiero da vivo,l'ultimo istante di vita? Più ci pensava più si convinceva che nonc'era. Aveva anche tentato un paio di volte di mettere fine alla suaesistenza, ma tutti i suoi tentavi andavano in fumo. Forse perchéanche lui come tanti altri non desiderava sul serio morire e inrealtà aveva una paura tremenda di scoprire che dopo la vita c'erasolo un grande grandissimo nulla. Ma questo non aveva senso: perchénascere, vivere, soffrire e morire per finire nel nulla cosmico?Quale sarebbe il senso? Quale lo scopo?



UNPENSIERO SCRITTO SU UN FOGLIO VOLANTE DA DANIELE:

Pensoche tutto sia iniziato per gioco, quando ero piccolo. Il fidanzato dimia zia stava parlando e scherzando in cucina con un suo amico,finché a un certo punto l'amico gli chiese:

<<Acosa stai pensando?>> e l'altro gli rispose:

<<Aniente>> e allora l'amico gli chiese ancora:

<<Com'èpossibile pensare al niente?>>

Cosìiniziai a pensarci...se si pensa a niente, in realtà si pensa aqualcosa, ovvero al niente, come se fosse un oggetto materiale anchese così non è. E' complicato come concetto, ma credo che abbia unalogica efficace e giusta, in un certo senso: il niente è qualcosa,ma cosa? Come il vuoto. Il vuoto è l'assenza di tutto, quindi è ilniente.



UNADELLE CATENE (una delle tante) DI DANIELE FATTA CON MARCO:

D<<Possofarti una domanda?>>

M<<Hopaura...>>

D<<Nondevi! Ma se non sai rispondere non te la prendere, okay?>>

M<<Ioso rispondere a tutte le domande>>

D<<Speriamo....Perchévediamo?>>

M<<Chedomanda è?! Perché abbiamo gli occhi.>>

D<<Eperché abbiamo solo cinque sensi invece che sei?>>

M<<Nonti seguo....>>

D<<Perchéviviamo?>>

M<<Perchésiamo composti da organi magari?>>

D<<Eperché esistono gli organi?>>

M<<Ah!Questa la so. Perché siamo formati da atomi, che...>>

D<<Perchéesistono gli atomi?>>

M<<Perchéè scoppiato il Big Bang.>>

D<<Perchéè scoppiato il Big Bang?>>

M<<...>>

D<<Perchéesistiamo?>>

M<<PerchéDio ha voluto così>>

D<<PerchéDio ha voluto così?>>

M<<...>>

D<<PerchéDio ha creato il bene e il male?>>

M<<Perchése non c'è uno c'è l'altro>>

D<<Eperché non possono esserci entrambi o nessuno dei due?>>

M<<Diciperché non c'è neutralità?>>

D<<Sì>>

M<<Boh.Le cose sarebbero noiose.>>

D<<Perchénon c'è il nulla?>>

M<<Nonho capito....cosa intendi?>>

D<<Perchéesiste tutto?>>

M<<Nonlo so.>>

D<<Comeimmaginavo...>>


Il viaggio nell'oblioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora