Sceseroaltre sei rampe di scale, raggiunsero una porta ben nascosta nellaparete, Anna bussò e una voce tuonò "Avanti". Oltre la sogliac'era l'ufficio del padre, e appena entrati nella stanza, Anna dissetutto d'un fiato:
<<Portaaggiustata, bandiera ricaricata, lampadina rimessa e stupida scrittainutile sulla porta riscritta.>>
Ilpadre appoggiò la cartella che aveva in mano sulla scrivania e disseloro:
<<Ottimo.Ora andiamo in tribunale. Che è meglio>>rispose severo l'uomo.Quel giorno aveva un abito blu scuro e una camicia bianca splendente.Andarono tutti e tre alla parete che era di fronte alla porta da cuierano giunti e Anna aprì un'altra porta ancora più nascosta con unapietra verde a forma di rombo, molto simile alla chiave che usava peraprire la porta dell'inferno. La stessa chiave che la sera dellafesta, in quella soffitta buia e polverosa iniziò a brillare di lucepropria. Dopo aver percorso un lungo ed infinito corridoio buioarrivarono in una stanza con un ascensore: schiacciarono il tastodell'ultimo piano e salirono. Si ritrovarono in un enorme giardino,con piante, fiori e animali di ogni tipo. Lì videro anche Lussuria,Avarizia, Superbia e il piccolo Gola che giocavano sull'erba.Percorsero una decina di metri e raggiunsero un edificio bianco epossente. Il tribunale era come un qualsiasi altro ufficio pubblicodi giustizia umano. C'erano dei signori vestiti bene che giocavano acarte, altri che giocavano a dadi e altri ancora che messaggiavano altelefono. Restarono lì quasi tre ore finché Dante non fece il suoingresso in manette e accompagnato da un demone col viso nero e identi gialli, pieno di peli, ma comunque elegante nel suo abitoscuro. Lucifero indicò alla figlia alcune delle persone che erano lìquel giorno. Gli Arcangeli Raffaele e Gabriele avevano le giacchegrigie e le camicie rosa chiaro; gli angeli caduti avevano solo dellecamicie e delle cravatte dalle fantasie più strane e l'avvocato diDante era un demone dalle sembianze umane con una cresta neraaltissima in testa e un completo bianco con i bottoni neri. L'udienzafu spostata al giorno dopo dato che il Sommo non si fece vedere.Tornarono all'Inferno, e i ragazzi dopo essersi cambiati, siritrovarono nuovamente nella stanza di Annabel, mangiarono qualchesnack e parlarono fino a tardi di tante cose, scoprirono di piùl'uno sull'altra e si scambiarono una serie infinita di sguarditimidi.
<<Secondote era a causa dei calzini verdi se tutti in aula mi guardavanomale?>> chiese lui
<<Nonsono abituati a vedere un essere vivente nel loro tribunale. Abbiamofatto loro una gran bella sorpresa vero?>> dopo aver detto ciò,i due ragazzi si misero a ridere. Si salutarono e andarono a dormire.
Unavolta nel suo letto, Daniele restò sveglio ancora un po' apensare.
"Sonostati dei giorni folli e pieni di emozioni. E' molto strano, non hopensato neanche una volta a cose tristi o al suicidio o a quanto lamia vita sia deprimente. Non vedo l'ora di sapere cosa sia successoquella sera per tornare a casa, ma questa volta, basta piangersi adorso, bisogna che io prenda in mano la mia vita, che mi decida afare qualcosa per cambiarla e che finalmente apra il mio cuore adAnnabel. Mi sto innamorando ancora di più di quella ragazza, anchese lei non se ne accorge. Non ho ancora capito cosa sia successo lanotte dopo la festa: sono vivo ma tutte le persone che conosco nonriescono a vedermi, o sentirmi e neanche a parlare direttamente conme, ma tutti gli altri sì...e se fossi in coma e tutto questo fossesolo frutto della mia immaginazione? No non può essere. Le cosesuccesse in questi ultimi giorni erano troppo vere per essere tuttofinto...la faccenda è seria...cosa mai potrà essere successo? Perora, devo concentrarmi e cercare di capire cosa accadde e di farecolpo sul mio amore segreto, senza fare figuracce se riesco... Ohdolce Annabel. Come farei senza di te? Così bella, e intelligente, esimpatica, e...insomma, sei unica, e se non fossi così timido epauroso, ti avrei già aperto il mio cuore e ti avrei detto sin dasubito quanto sono innamorato di te e come ogni sera riesci adinfilarti nella mia mente, e ancora di come tu abbia fattoinconsciamente a rubarmi il cuore. Questo piccolo cuore che battesolo per te." Con questo pensiero ben inciso nella mente, Danielesi addormentò. Ma addormentarsi con quel pensiero così bello efelice, non bastò a rendergli la nottata più serena. Fece unincubo. Un incubo tremendamente realistico. Era in una foresta, stavacorrendo, scappava, ma non capiva da chi. Attorno a se c'erano solodegli alberi tutti storti e con le forme strane. Ad un certo puntosbatte contro a un albero enorme, con le foglie verdissime e leradici sporche di una sostanza rosso scuro. Si accasciò lì sotto,si sedette con la schiena contro il tronco e si ritrovò una figuranera davanti. All'improvviso dall'albero apparve una mano che andò atappare la bocca del ragazzo che voleva urlare. A quel punto ilgiovane si svegliò di soprassalto, sudato e pallido come non mai.Erano le 12.15. Trovò uno degli inconfondibili bigliettini di Annasul comodino.
"Nonso cosa stai sognando, ma non sembra niente di piacevole. Se vuoifarti una doccia usa pure il bagno in camera mia. Sulla scrivaniatroverai dei vestiti presi in prestito da mio fratello e unaccappatoio. Mio padre ti aspetta alle 13 esatte nel suo ufficio perpranzare." Dopo essersi guardato con la fotocamera del telefono, sialzò e andò in camera di Anna, dove, come promesso, trovò degliabiti puliti. Si fiondò nella doccia e ci rimase per una mezz'orabuona. Dopo quasi una settimana senza lavarsi, ne aveva propriobisogno. Il bagno di Annebel era abbastanza piccolo, ma ricco dioggetti per la cura dell'igiene personale: balsami e shampoo di ognitipo, creme corpo, rasoi, creme varie, trucchi,deodoranti a non finire e una scatola semi nascosta da tutta quellaroba. Quando l'aprì, Daniele trovò sei scatole di lenti a contatto,sia per la vista sia colorate, litri e litri di soluzioni saline e uncentinaio di contenitori per lenti. Una volta richiusa la scotolae rimessa al proprio posto tornò nella camera e osservò i vestitidi Caino. Dei jeans neri con gli strappi sulle ginocchia, unamaglietta bianca, apparentemente nuova, dei boxer di Kalvin Klein edei calzini bianchi. "Non si può dire che Caino non abbia gustonel vestire" pensò Daniele. "Per fortuna che abbiamo le stessetaglie..."Dopo essersi infilato i boxer, Daniele si volse verso lospecchio dell'armadio e riguardò il suo corpo pieno di lividi e diferite. Si toccò le costole, quelle che sembravano rotte, ma nonsentiva dolore, si tirò uno schiaffo, niente. Sembrava come se ilsuo corpo non potesse più provare dolore e la sua mente non potessepiù provare sentimenti quali sofferenza, nostalgia e tormento. Forseera meglio così. D'istinto si guardò i polsi: quelle sottili lineebiancastre sembravano messe in evidenza, quasi come se stare in quelposto potesse in qualche modo ricordare a Daniele gli errori delpassato per impedirgli di rifarli ancora. Si vestì in fretta e scesele scale quasi correndo. Quando arrivò alla porticina, preparò lamano per bussare ma dall'altra parte sentì qualcuno parlare altelefono. Sentì solo una parte della conservazione, ciò che bastòper fargli rizzare i peli delle braccia.
GIACOMO:IL FRATELLO DI DANIELE
Comeabbiamo già detto. Daniele aveva anche un fratello maggiore, oltreche una sorellina più piccola. Giacomo era la solita testa calda,che si alterava facilmente, che prendeva tutto seriamente e non glipiaceva scherzare. O almeno, questo è quello che Daniele ricordava.Infatti, prima che la piccola Lucrezia morisse in modo così triste,la famiglia era sempre immersa in una nube di felicità, allegria eleggerezza. I bambini andavano tutti e tre d'accordo, litigavano mail giusto, e i genitori erano perfetti nel loro ruolo. Severi quandobisognava esserlo, spensierati e attivi quando c'era la possibilità. Ma quel maledetto giorno tutto cambiò. Quando il padre sparì cosìimprovvisamente, per Giacomo fu la fine di tutto. All'epoca avevaappena 11 anni, ma dovette maturare in fretta perché voleva prendereil posto di suo padre e dare una mano alla madre, che dopo la perditadella figlia e del marito, era devastata. E fu proprio per via diquesta crescita così improvvisa che il carattere e lo stesso ragazzocambiarono. Probabilmente queste furono anche la causa della suadecisione di entrare nelle forze militari. La madre ovviamente nonera d'accordo, voleva che Giacomo diventasse un medico, o uningegnere, o tutto quello che una madre sogna per il figlio. Avevasolo 16 anni quando prese un autobus e se ne andò. Per i primi tremesi non si seppe nulla di lui, poi iniziarono ad arrivare lettereogni settimana, fino a quando anche quelle sparirono nuovamente.
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Il viaggio nell'oblio
Teen FictionCosa succederebbe se per un motivo sconosciuto la tua esistenza venisse spazzata via all'improvviso? Daniele si ritroverà senza un apparente motivo, a vivere all'Inferno, dove conoscerà alcuni dei personaggi più famosi della letteratura italiana, pr...