CAPITOLO 4

1 0 0
                                    


Eraagitato e nervoso, e aveva già pensato alle peggio cose chesarebbero potute capitare quella sera. Si ritrovò davanti al grandecancello dorato con incisa sopra la gigantesca "C". Sì, era alcancello della casa della imponente famiglia Carati. Gli bastòspingere leggermente il ferro laccato, fare qualche passo sullaghiaia del giardino esterno e si ritrovò in mezzo a una dozzina diragazzi e ragazze che saltavano e ballavano a ritmo di musica.Nessuna traccia di Marco. Andò all'interno della casa e la ispezionòda cima a fondo: il grande atrio con i lampadari di cristallo e lestatue in marmo, la cucina in stile americano, con il bancone e glisgabelli abbinati, il bagno del piano terra, tutto dorato, con gliasciugamano su cui erano ricamate le iniziali dei componenti dellafamiglia, il ripostiglio, dove c'erano scope, palette, stracci vari edue ragazzi che stavano facendo fiki-fiki, la camera degli ospiti,dove una ragazza e un ragazzo stavano facendo sesso, la camera deigenitori di Patrisha, che era occupata da due ragazzi che indovinate?Stavano avendo rapporti sessuali. Per farla breve guardò in tutte lestanze di tutta la casa, ma di Marco neanche l'ombra. Si intrufolòaddirittura nella soffitta, dove non trovò l'amico scomparso, matrovò una ragazza. Là sopra non si vedeva assolutamente niente, madalla voce, si capiva che era una femmina, e Daniele appena la sentì,si irrigidì.

<<Chisei?>> chiese Annabel

<<Ah...ehm...sonoio....ahm...scusa il disturbo>>

<<Aspetta!>>lo fermò lei.

Lafigura nera si voltò per cercare di guardarlo, ma era troppo buio enon ci riuscì. Mentre gli occhi di Daniele si stavano abituandopiano piano al buio, altrettanto lentamente una strana luce verdeappariva davanti a se, dove doveva essere la ragazza. Quella luceall'inizio così fioca e poco visibile diveniva sempre più decisa eaccecante e illuminava quasi del tutto la stanza, tranne propriocolei che la portava al collo, che sembrava essere fatta di ombre.

<<Staper succedere qualcosa. Ti conviene andare a vedere.>> fece leidopo qualche istante di silenzio. Poi si voltò e la luce verde sispense rapidamente.

Danieleannuì, scese dalla soffitta e tornò fuori al giardino di ghiaia,dove trovò Marco con un gruppo di ragazze.

<<Ehi!Bello! Dove Diavolo eri finito? Ti ho cercato dappertuttoamico!>>fece Marco.

<<Si,anche io ti stavo cercando. Ho visto Annabel. Mi sembrava strana...>>

<<Strana?Lei è sempre strana!>>

<<Intendopiù strana del solito. Era in soffitta e...>>

<<Ohhhavanti amico! Lasciala perdere! Guarda. Ti presento un paio diamiche.>> disse poi si mise a ridacchiare insieme alle ragazze.

<<Marco,grazie ma lo sai che non...>>

<<Leie Martina. E ho scoperto che sa suonare l'oboe. L 'oboe! Capisci? Ionon sapevo neanche che fosse uno strumento....lei è Eleonora, ed èstata alle gare regionali per il raegeton. Lei è Susanna e i suoigenitori producono strumenti a fiato. Capisci: strumenti afiato....vuol dire che si suonano con la bocca. Come l'oboe!>>

<<Marco,quanto hai bevuto?>>

<<Nonmolto: due birre, un Americano e un paio di quei cosi strani blu...manon mi ricordo come si chiamano...>>

<<DioSanto amico, sei completamente sbronzo! Come torni a casa?>>

<<Cisono! Era Vodka al limone con lo sciroppo di menta! O una cosa delgenere...credo...>>

Parlavabiascicando, si reggeva a due delle ragazze e non sembrava capire unasola parola di quello che diceva Daniele, o le ragazze, e neanchequello che dicesse lui stesso.

Il viaggio nell'oblioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora