CAPITOLO 14

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Quandosi risvegliò Daniele era nella sua stanza. Era tarda sera e com'erasua abitudine fare quando aveva delle domande, andò da Anna. Latrovò appollagliata con le ginocchia contro il torace sulla sediadella scrivania che faceva i compiti. Daniele si sedettepazientemente sul letto e aspettò che lei gli rivolgesse la parola.

<<Cometi senti? Stanco? Sfinito? A pezzi?>>

<<Veramentesto bene. Come se avessi dormito nel letto di una principessa.>>rispose lui. Lei smise di scrivere e girò la testa per osservarlo.

<<Nonnel senso come se avessi fatto qualcosa con la principessa ecco, soloche ho dormito molto bene, come se fossi una principessa che hadormito nel letto di una principessa.>> tentò di spiegareimpacciato. Lei senza dire una parola si voltò ancora e riprese ascrivere.

<<Senti,cos'era quella sostanza che hanno bevuto tutti...tutti tranne noi.>>

<<Quellaè l'acqua del giardino dell'Eden. L'acqua più pura dell'interouniverso. Permette alle creature non celestiali di vedere Dio nellasua forma umana.>> rispose lei con voce stanca.

<<Staibene? Sembri...distrutta.>>

<<Certo.Come se stessero cercando di indurmi un coma farmacologico. Anche iole prime volte mi sentivo energica come te. Poi passa quando stai quiper tanto tempo.>>

<<Ah,mi dispiace. Beh...domani è sabato, e ci sono un ora di matematica,due di ginnastica e due di letteratura, e con la Rossi si dorme che èuna meraviglia. Poi, dopodomani è domenica e non c'è scuola.>>

Annabelchiuse il libro e lo guardò strano.

<<Si,siamo in classe insieme. Da circa tre anni. Ma forse non hai maifatto caso a me, non sono uno molto partecipe. Preferisco starmeneper i fatti miei, come te.>>

<<Iosono costretta. Non posso affezionarmi a nessuno e neanche fareamicizia. Loro prima o poi moriranno, io invece no. Preferisco nonsoffrire più per la morte dei miei amici, o per la loro assenza.>>

Annabelmise il libro nello zaino, andò in bagno e gli porse una scatola dipastiglie.

<<Scusama stasera non mi va di parlare, prendine una e vedrai che tiaddormenterai subito. Con me funzionavano. Ora non ne ho piùbisogno. Buona notte>>

Comepromesso, presa la pastiglia bianca e blu, Daniele si addormentòall'istante. Sognò un giardino veridssimo, pieno di fiori di tutti icolori, con delle piccole e adorabili casette bianche. C'erano unadecina di bambini, ma una in particolare attraeva il suo sguardo.Quella bimba era di spalle ed era impossibile per Daniele capire chifosse. Eppure sentiva che la conosceva e sentiva che lo stavachiamando per nome. Al risveglio aveva un fortissimo malditesta etrovò un bigliettino e un Oki.

"Nonte l'ho detto ieri sera, ma gli effetti collaterali del farmaco sonomaldistesta, un po' di vertigini e un accenno di nausea. Annabel_"

Lagiornata di Daniele andò esattamente come quella precedente, girocompleto dei vari cerchi, gironi e bolgie e ritorno fino al solitoufficio alla solita ora.

<<Santome. Cosa ti è successo? Hai una faccia che sembra tu abbia visto ilDiavolo. Fammi indovinare: Anna ti ha dato uno dei suoi confetti peril sonno.>> fece Lucifero quando lo vide entrare.

<<Perquesto oggi mangerai solo un piatto di pasta col burro e un pezzo dipane. Se stai troppo male, sentiti pure libero di andare nella tuastanza.>>

Sembravamolto solare e allegro quel giorno il signore delle tenebre. Danieleiniziò a mangiare con calma la pasta.

<<Signoreposso chiedere com'è andata l'udienza di ieri?>>

Il viaggio nell'oblioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora